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Diabete e Pnrr/ Consoli (Sid): presidi territoriali, digitalizzazione e team multi funzionali il futuro possibile della diabetologia

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«Grazie al Pnrr, presidi territoriali, digitalizzazione e team multi funzionali rappresentano il futuro possibile della diabetologia», questo il messaggio di Agostino Consoli, presidente della Sid – Società italiana di Diabetologia, al 15° Italian Diabetes Barometer Forum organizzato a Roma, dal titolo "Diabete e Pnrr: prima le cure". Un tema caldo quello delle interazioni tra diabete e Pnrr, che al 15° Italian DiabetesBarometer Forum ha messo assieme esponenti delle istituzioni, società scientifiche ed esperti. Al centro del confronto il position paper in sette punti, già presentato al Senato e al ministero della Salute, in cui le società scientifiche Sid e Amd hanno riassunto le proprie proposte per la razionalizzazione dell’assistenza alla persone con diabete secondo le linee tracciate dalla Missione 6 del Pnrr. Un dialogo che ha evidenziato la volontà di tutti gli attori compresa la medicina generale a collaborare, e che vede nelle risorse economiche del Pnrr e nelle scelte imminenti delle istituzioni la concretizzazione della necessaria digitalizzazione e della uguaglianza di cure territoriali da Regione a Regione, con presidi territoriali e team multi-funzionali preparati con idonea formazione a lavorare in equipe o per singole specializzazioni. Temi di primaria importanza come ha suggerito l’incontro organizzato da Italian BarometerDiabetes Observatory Foundation (Ibdo Foundation) e Intergruppo Parlamentare "Obesità e Diabete", in collaborazione con l’Università di Roma "Tor Vergata" e con il contributo non condizionato di Novo Nordisk, nell’ambito del programma Driving Change in Diabetes.
«L’obiettivo è un modello nuovo di assistenza con presidi territoriali che siano in grado di erogare tutta la cura necessaria allo screening completo delle complicanze – così il Presidente SID Consoli immagina l’evoluzione futura – ogni paziente almeno una volta nella vita ha il diritto di essere assistito in un centro di eccellenza. Il diabete è una malattia cronica e come tale necessita di sostegno continuo. È stato dimostrato che, con un’adeguata assistenza specialistica multi professionale, si può ridurre del 19 per cento la mortalità per tutte le cause legate al diabete. È allarmante e preoccupante sapere che solo il 30 per cento di chi è affetto riceve un’assistenza adeguata. Per questo motivo – ha proseguito Consoli – la Società italiana di Diabetologia e l’Associazione medici diabetologi (Amd) hanno proposto un nuovo modello di assistenza con azioni che rafforzino i presidi territoriali. Bisogna pensare diversamente, "sprovincializzare" e implementare con team multi-funzionali. Abbiamo forte necessità di risorse umane, ma la proposta potrebbe già essere praticata riuscendo a razionalizzare le risorse disponibili, sfruttando la tecnologia e la sinergia positiva e virtuosa. Temiamo di contro che le risorse del Pnrr vengano spese più per i muri che per popolare di competenza i centri che abbiamo immaginato».
Investire per garantire un trattamento uguale per tutti ovunque sul territorio, è l’obiettivo di Sid in questo momento, considerando che in Italia il diabete, diagnosticato a 4 milioni di persone, ovvero oltre il 6% della popolazione, è tra le malattie croniche non trasmissibili più diffuse: patologia complessa, causa iniziale o concausa di oltre 80 mila morti ogni anno, che necessita infine di un forte collegamento fra Diabetologia e Medicina generale. Si tratta in definitiva di una pandemia silenziosa con importanti costi sociali e umani che è destinata a crescere, in continuità con il trend dal 2000 ad oggi secondo cui i casi di diabete sono raddoppiati in Italia.


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