Medicina e ricerca

Tumore al seno precoce, abemaciclib riduce del 33% il rischio di sviluppare recidiva invasiva di malattia

di Michelino De Laurentiis *

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Al congresso mondiale sul tumore del seno di San Antonio (Texas) sono stati aggiornati i dati dello studio di fase 3 "monarchE" su abemaciclib, pubblicati in contemporanea su The Lancet Oncology. Si tratta di quattro importanti dati confermativi calcolati su 3.5 anni (rispetto ai precedenti calcolati su 2 anni): il rischio di sviluppare una recidiva (ricaduta) invasiva di malattia si è ridotto del 33,6%; il rischio di sviluppare una metastasi a distanza si è ridotto del 34,1%. Il tasso di sopravvivenza libera da recidiva invasiva (Idfs) a quattro anni passa dal 2,8% al 6,4%, mentre il tasso di sopravvivenza libera da malattia metastatica a distanza (Drfs) a quattro anni passa al 2,5% al 5,9%. Questi numeri hanno ancor più valore se si pensa che il tipo di tumore del seno coinvolto è quello più diffuso (65% dei casi), cioè quello positivo al recettore ormonale (Hr+), negativo al recettore 2 del fattore di crescita epidermico umano (Her2-) e con linfonodi positivi, in fase precoce (Ebc) e ad alto rischio. In fase precoce significa che il tumore non è ancora passato alla fase metastatica, e che quindi questa terapia – utilizzata in adiuvante in combinazione con la terapia endocrina standard (Et) – è in grado di bloccare il passaggio alla fase più grave e, potenzialmente, guarire la malattia. Questi dati vanno dunque a confermare e potenziare quello che già sapevamo, e cioè che abemaciclib, usato in fase adiuvante, è efficace e ben tollerato. Il fatto che a quasi quattro anni vi sia un ulteriore rafforzamento del beneficio precedentemente riportato rafforza ancora di più l'importanza potenziale della terapia con abemaciclib per le donne e gli uomini affetti da carcinoma mammario precoce Hr+, Her2-, linfonodo-positivo e ad alto rischio. La rilevanza clinica di questi dati è notevole, sia per l’entità del beneficio indotto, sia perché questo beneficio riguarda le pazienti con tumore che, pur in una fase iniziale, risulta ad alto rischio di ricaduta dopo l’intervento.

* Direttore Dip.to di Oncologia senologica e Toracico-polmonare del Pascale di Napoli

I NUMERI NEL DETTAGLIO
L’analisi. I risultati aggiornati derivano da un'analisi che riflette un periodo di osservazione mediano di 3,5 anni nel quale tutte le pazienti hanno completato o interrotto il periodo di trattamento previsto di due anni con abemaciclib. Secondo i dati, il rischio di sviluppare una recidiva invasiva di malattia è risultato ridotto del 33,6%. Il tasso di sopravvivenza libera da malattia invasiva (IDFS) a quattro anni è stato dell'85,8% per i pazienti trattati con abemaciclib più ET rispetto al 79,4% per i pazienti trattati con la sola ET, con una differenza assoluta del 6,4% (rispetto al 2,8% a due anni, riportato precedentemente). L’aggiunta di Abemaciclib in adiuvante ha anche ridotto il rischio di sviluppare metastasi a distanza del 34,1%. Il tasso di sopravvivenza libera da malattia a distanza (DRFS) a quattro anni è stato pari al 88,4% per i pazienti trattati con abemaciclib più ET rispetto all'82,5% dei pazienti trattati con sola ET, con una differenza assoluta del 5,9% (rispetto al 2,5% a due anni, riportato precedentemente). Questi benefici sono stati descritti in tutti i sottogruppi, indipendentemente dalla percentuale di espressione del marcatore di proliferazione cellulare Ki-67. Sebbene i dati sulla sopravvivenza globale (OS) non siano ancora maturi, nel braccio abemaciclib con ET sono stati osservati meno decessi rispetto al braccio di monoterapia con ET. I risultati complessivi di sicurezza sono coerenti con il profilo di tollerabilità noto di abemaciclib.La sopravvivenza – Anche per quanto riguarda i dati sulla sopravvivenza (OS), i numeri sono confortanti: sono stati osservati meno decessi nel braccio abemaciclib con ET (157 [5,6%]) rispetto al braccio di monoterapia con ET (173 [6,1%]). Nel braccio abemaciclib con ET si è verificato un minor numero di decessi per tumore al seno rispetto al braccio di sola ET, 117 (4,2%) contro 138 (4,9%). Questi dati sono ancora immaturi e il follow-up dello studio continuerà fino alla valutazione finale della OS. Ad oggi, counque, quasi il doppio dei pazienti nel braccio di controllo ha sviluppato e vive con malattia metastatica rispetto a quelli che hanno ricevuto abemaciclib.L’approvazione EMA – Il 1° Aprile 2022, EMA ha approvato abemaciclib in associazione alla terapia endocrina per il trattamento adiuvante di pazienti adulti con carcinoma mammario in fase iniziale, HR, HER2-, linfonodo-positivo, ad alto rischio di recidiva secondo i criteri della coorte 1 dello studio in oggetto.Gli eventi avversi – Gli eventi avversi (AE) più frequentemente descritti nel braccio abemaciclib sono stati diarrea, neutropenia e affaticamento; artralgia, vampate di calore e affaticamento nel braccio di controllo; gli AE di grado 3-4 più comuni sono stati neutropenia, leucopenia e diarrea nel braccio con abemaciclib e artralgia, neutropenia e aumento delle ALT nel braccio di sola ET.
LO STUDIO NEL DETTAGLIO
Lo studio monarchE (N=5.637) ha incluso donne e uomini con tumore del seno HR+, HER2-, linfonodo-positivi e con un alto rischio di recidiva. La popolazione candidata al trattamento (intention-to-treat, ITT) comprendeva i pazienti arruolati sia nella Coorte 1 che nella Coorte 2, con la Coorte 1 (N=5.120) che rappresentava il 91% di tutti i pazienti arruolati. La Coorte 1 ha arruolato pazienti in base a specifici fattori clinico-patologici (≥4 linfonodi ascellari [ALN] positivi, o 1-3 ALN positivi e malattia di grado 3 o dimensioni del tumore ≥5 cm). La coorte 2 ha arruolato pazienti con 1-3 ALN positivi ed espressione del Ki-67 determinata centralmente ≥20% (definito nello studio come "Ki-67 alto"). Il Ki-67 è un marcatore della proliferazione cellulare. I dati presentati al SABCS comprendono anche i risultati della popolazione della Coorte 1 (approvata da Ema).


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