Medicina e ricerca

Apnee notturne, la cura possibile con un “pacemaker” impiantabile

di Manuele Casale*

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La neurostimolazione dei muscoli della lingua per mantenere aperte le vie respiratorie durante il sonno ed evitare episodi di apnea è tra le più importanti novità chirurgiche per il trattamento delle apnee notturne. La nuova tecnica è stata presentata durante il “4th Course on Surgical Innovation and New Technologies in Obstructice Sleep and Snoring in the era of precision medicine”.
Attraverso un intervento chirurgico si posiziona una sorta di pacemaker che rileva le pause respiratorie, stimola il nervo ipoglosso della lingua emettendo un impulso elettrico che fa sì che il muscolo della lingua rimanga teso, impedendo che la lingua vada all’indietro e ostruisca le vie respiratorie.
Non è l’unica innovazione in questo ambito clinico introdotta negli ultimi anni. Sul trattamento delle apnee ostruttive del sonno la Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma è ormai leader internazionale nella faringoplastica con file barbed, una sorta di lifting faringo-palatale realizzato con fili barbuti invisibili e riassorbili che contrasta il collasso orofaringeo responsabile delle apnee notturne e le vibrazioni notturne del palato alla base del russamento.
Anche sul fronte delle tecniche di chirurgia mininvasiva, dal corso (cui hanno partecipato in presenza 300 esperti tra otorini, maxillo-facciali, dentisti, pneumologi, neurologici, riabilitatori ed endocrinologi provenienti da più di 30 Paesi) è emerso come i passi avanti siano stati significativi e molto concreti.
Per esempio, tecniche di chirurgia mininvasiva per le riniti e le sinusiti croniche posso essere ormai eseguite nel paziente sveglio senza necessità di ricovero ospedaliero. Tra esse la crioterapia della mucosa nasale, già ampiamente validata negli USA ed introdotta solo recentemente in Italia, che diminuisce l’iperreattività dei nervi nasali e quindi della mucosa nasale responsabile del naso chiuso o con molte secrezioni, sia nel soggetto allergico che non allergico.
Sul fronte della diagnosi, sempre nell’ambito del meeting internazionale di Roma appena concluso e promosso dall’Unità di Terapie Integrate in Otorinolaringoiatria, si è parlato delle ultime novità della Sleep Endoscopy, un esame endoscopico delle alte vie respiratorie eseguito durante un sonno indotto con una lieve sedazione della durata di pochi minuti, utile ad individuare a livello del faringe i siti ed i pattern di ostruzione responsabili delle apnee notturne o di maggiore vibrazione alla base del russamento, metodica indispensabile per un trattamento personalizzato, “cucito su misura” del nostro paziente.
Esistono poi dispositivi di monitoraggio del sonno per il paziente estremamente affidabili, come una sorta di polisonnigrafo “usa e getta” che permette al paziente di monitorarsi a casa in totale sicurezza ed inviare i dati registrati durante la notte direttamente al suo medico tramite una semplice app che può essere installata sul cellulare del paziente.
Sempre tra le ultime novità in campo diagnostico un nuovo dispositivo, ancora più comodo e ampiamente validato, sarà presto disponibile al Campus. Si tratta di un sensore posizionato sulla cute del collo che riesce, dall’analisi dei rumori respiratori e cardiaci attraverso sofisticati algoritmi matematici, a estrarre parametri diagnostici utili per la diagnosi della sindrome delle apnee notturne che della severità del russamento.

*Professore ordinario di otorinolaringoiatria e responsabile dell’Unità di terapie integrate inotorinolaringoiatria, Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-medico


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