Medicina e ricerca

Malattie cardiovascolari, il genere conta e le donne vanno protette con interventi mirati fin dalla prevenzione

di Domenico Gabrielli *

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24 Esclusivo per Sanità24

Le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di mortalità nelle donne.
La prevenzione cardiovascolare classicamente intesa è per gran parte non genere-specifica e fondata sul controllo dei cosiddetti fattori di rischio tradizionali come l’ipertensione, gli alti livelli di colesterolo LDL e di trigliceridi, i bassi livelli di colesterolo HDL, il sovrappeso e l’obesità, la storia familiare di patologie cardiovascolari prima dei 65 anni, la sedentarietà, il fumo di sigaretta, il consumo eccessivo di alcolici e il diabete (Quest’ultimo determina ad esempio nelle donne un aumento di 3 volte il rischio di andare incontro ad aterosclerosi coronarica con effetti anche fatali).
Ma vi sono altri fattori meno tradizionali che aumentano la probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari: i disordini associati alla gravidanza, quali disordini ipertensivi, diabete mellito gestazionale, nascita pretermine (prima della 37a settimana), abruptio placentae e aborti spontanei ricorrenti (dal concepimento alla 24a settimana di gravidanza), incrementano tutti il futuro rischio di patologie cardiovascolari. Per tale motivo un’anamnesi relativa alla gravidanza dovrebbe essere sempre parte integrante della valutazione del rischio cardiovascolare nelle donne, affinché quelle che presentano tali condizioni vengano sottoposte ad uno screening cardiovascolare entro i 3 mesi dopo il parto.
Per le donne in menopausa (>50 anni) e senza fattori di rischio cardiovascolare noti le linee guida ESC raccomandano il controllo dell’assetto lipidico ed i valori pressori. Nell’insufficienza ovarica precoce, che colpisce le donne prima dei 40 anni e ne accorcia l’aspettativa di vita per problematiche cardiovascolari ed ossee, e nella menopausa precoce (<45 anni) la terapia ormonale sostitutiva è raccomandata almeno fino all’età media di insorgenza della menopausa e la sua prescrizione precoce è correlata ad un maggior beneficio cardiovascolare.
Ogni anno muoiono più donne di malattie cardiovascolari che di cancro al seno o all’utero. Anche se quasi il 50% della mortalità cardiovascolare è dovuto alla malattia coronarica, l’insufficienza cardiaca contribuisce al 35% della mortalità totale femminile.
Nonostante questi dati epidemiologici preoccupanti, le malattie cardiovascolari nelle donne rimangono poco riconosciute e in molti casi poco comprese non avendo ancora ottenuto la stessa consapevolezza pubblica della malattia cardiovascolare maschile. La percezione che le donne rappresentino una popolazione a basso rischio per le malattie cardiovascolare deve essere dunque riconsiderata. A partire dai fattori di rischio, le donne sono più suscettibili rispetto all’adozione di comportamenti non salutari che hanno un impatto diverso sulla morbilità e mortalità rispetto agli uomini e la malattia cardiovascolare nelle donne è spesso mal diagnosticata, sottovalutata e sotto trattata.
Come detto le malattie cardiovascolari rimangono la principale causa di mortalità tra le donne nonostante il miglioramento delle cure e della prognosi negli ultimi 30 anni di ricerca. Le cause e i fattori determinanti non sono ancora completamente definiti ma è ormai riconosciuto il ruolo del “genere”. Sappiamo che le donne tendono a presentare una malattia cardiovascolare in età più avanzata rispetto agli uomini, con alta probabilità di manifestare sintomi atipici spesso non riconosciuti.
La conoscenza delle manifestazioni specifiche di malattia cardiovascolare può contribuire a diminuire le disparità di assistenza sanitaria per le donne e migliorare la salute globale. È ormai evidente la necessità di promuovere una maggiore enfasi sugli aspetti specifici del genere sui fattori di rischio cardiovascolari, sulla manifestazione degli stati di malattia e sulla risposta alle terapie; inoltre, è fondamentale promuovere la diversità, l’equità della salute e un’ampia gamma di prospettive nel trattamento delle esigenze speciali per genere, categoria di età, demografia e stato sociale. In campo sanitario è necessario studiare strategie scientifiche e divulgative efficaci al fine di supportare le donne nella consapevolezza del rischio di salute cardiovascolare favorendo il cambiamento in modo strutturato e capillare.
Proprio per i motivi suddetti la Fondazione Per il Tuo Cuore-HCF onlus sta procedendo a organizzare, insieme alle altre molteplici attività preventive sulla popolazione anche in campo cardio-oncologico, una specifica campagna di prevenzione di genere in partnership con AHA (Go Red for Women).
Le specifiche della campagna sono in corso di definizione e saranno portate alla pubblica attenzione al più presto.

* Presidente Fondazione per il Tuo cuore dell’Anmco e Direttore Cardiologia dell’Ospedale San Camillo di Roma


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