Medicina e ricerca

Oncologia e territorio, il genere non fa la differenza

di Alberto Vannelli*

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24 Esclusivo per Sanità24

Il 22 aprile si celebra in Italia la Giornata nazionale della salute della donna. La IV Conferenza mondiale sulle donne tenutasi a Pechino nel 1995 sottolineava l’esigenza di inserire una prospettiva di genere in materia di salute fisica e mentale, dal momento che la “ricerca medica era basata prevalentemente sugli uomini”. Nonostante l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in un documento sulle politiche sanitarie europee del terzo millennio, indicava il genere come elemento portante per la promozione della salute ci sono voluti molti anni per ottenere dei risultati. La giornata nazionale della salute della donna, scelta per ricordare la nascita del premio Nobel Rita Levi Montalcini, per ironia della sorte coincide con la nascita del grande filosofo Immanuel Kant responsabile secondo alcuni, di aver fondato una filosofia moderna occidentale basata sulla ragione oppressiva per le donne; il tema di quest’anno, “garantire equità e appropriatezze delle cure”, è stato al centro anche dell’annuale convegno di Erone onlus che si è tenuto ad aprile presso la prestigiosa cornice del Pontificio Collegio Gallio di Como, con il titolo provocatorio: “oncologia e territorio, il genere non fa la differenza”. La vera novità dell’evento, è stata l’esposizione delle opere realizzate su questo argomento, dai ragazzi dell'Istituto ISIS Setificio "Paolo Carcano" di Como: un progetto di alternanza lavoro con un ciclo di incontri puntato provocatoriamente sul tema del genere. Gli studenti con sculture e manufatti hanno rappresentato la loro idea di salute in campo oncologico e al termine della serata, i migliori elaborati sono stati premiati dall’assessore regionale all'Università, Ricerca, Innovazione: Alessandro Fermi.
Avendo lavorato per oltre 10 anni presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano ho imparato che l’attenzione al genere dovrebbe essere una scelta strategica di politica sanitaria per tutte quelle malattie come i tumori, che presentano importanti differenze tra i due sessi nell’incidenza, sintomatologia, prognosi e risposta ai trattamenti. Sesso e genere sono termini ben distinti; il primo attiene alle caratteristiche biologiche: morfologia, interna ed esterna, corredo cromosomico, caratteristiche ormonali, il secondo concerne la sfera socioculturale dell’individuo.
Si stima che, nel 2020, fossero circa 3,6 milioni gli italiani con una diagnosi di tumore: il 6% della popolazione; un aumento del 36% rispetto alle stime del 2010. Le donne con pregressa diagnosi di tumore erano quasi 2 milioni mentre gli uomini 1,7 milioni. Anche se il tempo intercorso dalla diagnosi per definire la guarigione varia da tumore a tumore e tra uomini e donne, si stima che il 52% delle donne cui è stato diagnosticato un tumore possano considerarsi guarite o destinate a guarire. Tra gli uomini invece la percentuale è del 39%, a causa della maggior frequenza di tumori a prognosi più severa. Ci sono differenze di genere esclusive per tumori quali prostata e ovaio, quasi per la mammella (1% dei casi colpisce gli uomini). La sopravvivenza per il tumore dell’urotelio, rene e melanoma è migliore nelle donne, mentre per quello alla vescica, negli uomini. Gli estrogeni svolgono un fattore protettivo per il tumore colorettale, terzo più comune nel mondo, in cui si osserva un’incidenza più bassa nelle donne. Gli uomini, però, sviluppano più facilmente tumori nel lato sinistro del colon: forme meno aggressive. Gli effetti collaterali dei chemioterapici sono diversi: minore incidenza di mucosite orale negli uomini, ma tassi più alti di tossicità intestinale. Le donne sono maggiormente soggette a nausea e vomito per la minore risposta ai farmaci antiemetici.
Anche i fattori di rischio sono diversi tra uomini e donne: l’alcol, il fumo e le diete povere di calcio, latte e fibre hanno un peso considerevole per il genere maschile, mentre la sola alimentazione per quello femminile; il carcinoma endometriale è favorito proprio dall’obesità; quello del polmone, in crescita esponenziale nelle donne anche a causa dell’aumento del consumo di tabacco. Il tumore alla mammella riconosce diversi fattori per lo più legati alla sfera socioculturale della donna: obesità, tabagismo, abuso di alcol e sedentarietà.
Corretti stili di vita e diagnosi precoce restano quindi i primi strumenti per combattere questa malattia; un messaggio che dovrebbe partire soprattutto dagli educatori perché, la prevenzione – sostantivo di genere femminile - è realmente efficace a patto che venga messa in atto quando si è ancora giovani.

*Presidente Erone onlus
Direttore UOC Chirurgia Generale Ospedale Valduce


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