Medicina e ricerca
Tumore al seno metastatico, tutte le pazienti siano curate nelle Breast Unit
di Saverio Cinieri *, Giuseppe Curigliano **, Lucia Del Mastro **
24 Esclusivo per Sanità24

Nel 2022, in Italia, sono stati stimati circa 55.700 nuovi casi di tumore della mammella, la neoplasia più frequente in tutta la popolazione. La malattia può ripresentarsi nella forma metastatica anche dopo molti anni dall’intervento chirurgico e dalla fine delle terapie postoperatorie. Inoltre, vi è una percentuale di pazienti, pari al 7%, in cui il tumore si presenta metastatico già al momento della diagnosi. È importante che tutte le donne con tumore del seno metastatico siano curate all’interno delle Breast Unit, per garantire loro un approccio multidisciplinare e una migliore aspettativa di vita. A differenza dei casi con diagnosi di carcinoma mammario in fase iniziale, vi sono ancora difficoltà a monitorare l’accesso delle pazienti con malattia metastatica alle Breast Unit. È dimostrato che i risultati terapeutici dipendono anche dal livello di esperienza maturata dai centri in cui vengono effettuati i trattamenti. Pertanto, è fondamentale la collaborazione delle associazioni dei pazienti per sensibilizzare tutte le donne sull’importanza di essere curate nelle Breast Unit.
In Italia vivono circa 52mila persone con tumore della mammella metastatico, un numero in costante aumento; il 20% presenta una sovraespressione della proteina HER2. Cambia lo standard di cura in seconda linea per questi pazienti, grazie a trastuzumab deruxtecan, un nuovo anticorpo monoclonale farmaco-coniugato di Daiichi Sankyo e AstraZeneca, che migliora la sopravvivenza libera da progressione, il tasso di risposta e la qualità della vita dei pazienti. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha approvato la rimborsabilità di trastuzumab deruxtecan in pazienti con carcinoma mammario HER2-positivo non resecabile o metastatico, che hanno ricevuto uno o più precedenti regimi a base di anti-HER2. Delle nuove prospettive di trattamento del tumore del seno metastatico si è discusso il 12 settembre a Milano.
Le terapie mirate, in particolare i farmaci anti HER2, hanno cambiato la storia del carcinoma della mammella metastatico, determinando in molti casi una lunga aspettativa di vita, molto più elevata rispetto al passato. Resta, però, un forte bisogno clinico di strumenti ancora più efficaci per il trattamento delle pazienti con carcinoma della mammella metastatico HER2 positivo, già trattate con le opzioni terapeutiche standard. In questa popolazione di pazienti, lo studio DESTINY-Breast03 ha dimostrato che trastuzumab deruxtecan è più efficace rispetto a un anticorpo coniugato di prima generazione, T-DM1, determinando un notevole miglioramento del controllo della malattia.
Nello studio registrativo DESTINY-Breast03, che ha arruolato 524 pazienti, la sopravvivenza libera da progressione mediana è stata di 28,8 mesi con trastuzumab deruxtecan rispetto a 6,8 mesi con trastuzumab emtansine (T-DM1), che finora ha rappresentato lo standard di cura. Non solo. Trastuzumab deruxtecan ha dimostrato una riduzione del 36% del rischio di morte e il 77,4% dei pazienti era vivo a due anni rispetto al 69,9% con T-DM1.
Questo studio cambia la pratica clinica e posiziona trastuzumab deruxtecan quale nuovo standard di cura nella seconda linea di trattamento nel tumore metastatico HER2-positivo. La superiorità di trastuzumab deruxtecan è emersa anche in termini di qualità di vita, grazie al miglior controllo della malattia e dei sintomi. Abbiamo recentemente pubblicato i dati di qualità di vita dei pazienti inclusi nello studio DESTINY-Breast03. Nello studio, nonostante la maggiore durata del trattamento con trastuzumab deruxtecan, la qualità di vita correlata alla salute non è peggiorata. Trastuzumab deruxtecan è quindi in grado di ritardare il tempo al deterioramento della qualità della vita correlata alla salute e di ritardare il tempo alla prima ospedalizzazione rispetto a T-DM1. Insieme alla migliore efficacia e alla tossicità gestibile, questi risultati supportano il beneficio complessivo di trastuzumab deruxtecan.
Come ha evidenziato Anna Maria Mancuso (Presidente Salute Donna Onlus), una donna con tumore alla mammella metastatico deve intraprendere un percorso complesso non solo dal punto di vista terapeutico, ma anche psicologico ed emotivo. È quindi fondamentale che vengano adottati percorsi diagnostici terapeutici assistenziali specifici, diversi da quelli previsti per le pazienti che non presentano la forma avanzata. Sono numerosissime le donne in Italia che convivono con la malattia metastatica. Si tratta di un dato che, se da un lato preoccupa, dall’altro evidenzia i grandi passi avanti compiuti dalla ricerca scientifica. Oggi, grazie all’innovazione terapeutica con nuove molecole efficaci come trastuzumab deruxtecan, le pazienti stanno assistendo e vivendo una vera e propria rivoluzione del loro percorso di cura, per questo dobbiamo continuare a promuovere una cultura che permetta sempre di più di guardare alla vita oltre alla malattia metastatica, concentrandoci sulla persona e non solo sulla patologia.
Come ha spiegato Rosanna D’Antona (Presidente Europa Donna Italia), il carcinoma mammario metastatico oggi sta diventando una patologia sempre più curabile. L’istituzione formale della Giornata Nazionale dedicata, che si celebra ogni anno il 13 ottobre e fortemente voluta dalle Associazioni dei pazienti, non rappresenta, quindi, un punto di arrivo ma di partenza. Tra i temi affrontati dal Manifesto sul tumore al seno metastatico, la richiesta alle Istituzioni della presa di coscienza delle specificità di questa neoplasia e l’impegno nell’individuare l’approccio di politica sanitaria più adeguato. Oltre ai percorsi specifici all’interno delle Breast Unit, dove deve essere presente un team multidisciplinare e deve essere facilitato l’accesso agli esami per i frequenti controlli diagnostici, è importante garantire l’accesso rapido ai farmaci innovativi, l’informazione sugli studi clinici, l’assistenza dello psico-oncologo e l’accertamento dell’invalidità civile in tempi brevi.
* Presidente Aiom - Associazione Italiana di Oncologia Medica
* Professore ordinario di Oncologia Medica all’Università di Milano e Direttore Divisione Sviluppo di Nuovi Farmaci per Terapie Innovative all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano
*** Professore Ordinario e Direttore Clinica di Oncologia Medica dell’Irccs Ospedale Policlinico San Martino, Università di Genova
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