Medicina e ricerca
La chirurgia maxillo-facciale tra specializzazione e attualità: sfide e progressi di una disciplina in crescita
di Manlio Galiè *
24 Esclusivo per Sanità24
La chirurgia maxillo-facciale, giovane specialità in continuo progresso da 50 anni, sta attraversando una fase di profonde trasformazioni e di rapida crescita, rappresentando una branca sempre più di riferimento per numerosi pazienti. È una delle discipline della medicina che negli ultimi decenni ha subito le trasformazioni più significative, grazie al progresso tecnologico e all’evoluzione delle competenze super-specialistiche. Da un lato, infatti, aumentano e si diversificano gli ambiti di applicazione; dall’altro, la tecnologia permette interventi sempre meno invasivi che ne minimizzano gli effetti, e questo è un aspetto fondamentale visto che l’obiettivo non è solo quello di restituire la funzionalità, ma anche la dignità e l’autostima ai pazienti, spesso colpiti anche dal punto di vista psicosociale e nella qualità della vita.
Nata tra le due grandi guerre come disciplina chirurgica per curare e ricostruire il volto dei mutilati del viso,negli ultimi anni si è evoluta con la pratica di interventi sempre più innovativi e audaci nel campo ricostruttivo osseo e dei tessuti molli della faccia. D’altra parte lo sviluppo esponenziale delle attività umane, sport, violenza, guerre, incidenti sul lavoro ed incidenti stradali hanno moltiplicato la frequenza e la complessità dei traumi del volto, che è la parte del corpo umano ad essere maggiormente coinvolta.
Gli incidenti stradali e la microcriminalità stanno provocando un nuovo tipo di traumi sul distretto maxillo-facciale, che impongono un nuovo approccio negli interventi. Le nuove forme di mobilità come i monopattini o la maggiore diffusione di biciclette, ad esempio, hanno portato a uno stravolgimento dei traumi della strada, che sta cambiando l’eziologia e i tipi di fratture, visto l’impatto violento che subisce il volto. Per quanto riguarda gli incidenti automobilistici, l’uso degli strumenti di prevenzione (cinture di sicurezza, caschi, airbag, etc.) ha sostanzialmente determinato una riduzione delle fratture semplici ma ha ridotto solo parzialmente la prevalenza dei traumi complessi. E l’incremento dei politraumi è stato dovuto anche allo sviluppo delle moderne tecniche di rianimazione che consentono una maggiore sopravvivenza ai traumatizzati della strada.
Nelle grandi città, inoltre, gliepisodi di microcriminalità a scopo di rapina o violenza hanno comportato un impatto anche nel campo chirurgico, dove tra i traumi da aggressione sono sempre più frequenti le ferite da armi da taglio, talvolta anche complesse da sanare. Il volto, infatti, è caratterizzato dalla presenza dei nervi, tra cui il nervo facciale che fa muovere la muscolatura del volto. Un centro di chirurgia maxillo-facciale deve dunque essere pronto per affrontare le lesioni nervose oltre che le fratture del volto.
Inoltre, come emerso in occasione del 27° Congresso della European Association for Cranio Maxillo Facial Surgery (Eacmfs), che si sta svolgendo a Roma in questi giorni con 3mila delegati provenienti da tutto il mondo, il ruolo della chirurgia maxillo-facciale si è rivelato fondamentale anche per intervenire sulle ferite provocate da attentati o da conflitti. Una intera sessione del Congresso è stata dedicata ai traumi di guerra e la Prof.ssa Sylvie Testelin di Amiens ha raccontato la sua esperienza in Ucraina presso il “Superhumans Center” di Kiev, moderno centro di ricostruzione secondaria, anche del volto, e riabilitazione per le migliaia di ucraini che hanno sofferto di menomazioni durante il conflitto. Altri relatori hanno raccontato delle loro esperienze relative agli interventi effettuati dopo l’attacco al Bataclan di Parigi del 13 novembre 2015 e quello a Londra del 7 luglio 2005. Al Bataclan rimasero ferite 413 persone e a Londra 770, molte con devastanti traumi del volto. Gli interventi ricostruttivi sono stati resi possibili grazie allo sviluppo delle nuove tecnologie, quali la chirurgia virtuale, la navigazione chirurgica, la realtà aumentata, l’utilizzo di impianti specifici e individualizzati, e le tecniche di microchirurgia ricostruttiva.
Nonostante i progressi, la chirurgia maxillofacciale deve affrontare anche numerose sfide, legate sia alla crescente domanda di trattamenti estetici che alla necessità di garantire l’accesso alle cure per patologie gravi. La società moderna, sempre più attenta all’immagine, ha visto un aumento esponenziale delle richieste di interventi estetici facciali.
Questo ha portato i chirurghi maxillofacciali a confrontarsi con nuove problematiche etiche e cliniche, cercando di bilanciare le aspettative dei pazienti con la necessità di mantenere elevati standard di sicurezza e professionalità.
Il futuro della chirurgia maxillofacciale appare quindi molto promettente, ma richiede un impegno costante da parte dei professionisti, delle istituzioni sanitarie e della comunità scientifica per continuare a progredire e rispondere alle nuove esigenze della società.
* Professore straordinario di Chirurgia Maxillo-Facciale e Docente Dipto di Neuroscienze e Riabilitazione dell’Università di Ferrara, Direttore Uoc Chirurgia maxillo-facciale dell’Aou di Ferrara, Presidente European Association for Cranio-Maxillo-Facial Surgery
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