Medicina e Ricerca

Parti gemellari raddoppiati in vent'anni. La richiesta dei ginecologi: «Assistenza da potenziare»

Negli ultimi vent'anni in Italia i parti plurimi sono cresciuti di circa il 25%. I due fattori causa dell'aumento del tasso di gemellarità sono l'aumento dell'età delle neomamme e delle gravidanze da procreazione medicalmente assistita. A scattare la fotografia, gli esperti riuniti oggi al convegno nazionale "I gemelli in età pediatrica: epigenetica, epidemiologia e clinica", organizzato a Roma dal Registro nazionale gemelli dell'Istituto superiore di Sanità, in collaborazione con l'Unità di Neonatologia, Patologia e Terapia intensiva neonatale del Policlinico Umberto I - La Sapienza. Un incontro che è stato anche l'occasione per presentare il nuovo progetto europeo Heals (Health and Environment-wide Associations based on Large population Surveys ) - attraverso il quale saranno osservati fin dalla nascita 1.500 gemelli neonati in 10 Paesi europei - di cui il "Registro" Iss sarà partner italiano.

I dati. Secondo i dati del ministero della Salute che emergono dal rapporto "Certificato di assistenza al parto (Cedap ). Analisi dell'evento nascita - anno 2010", pubblicato a settembre 2013, i parti plurimi in Italia sono 8.550 e rappresentano l'1,6% del totale dei parti (545.493 nel 2010). La frequenza dei parti plurimi risulta più elevata fra le madri con più di 40 anni (2,4%), e sale considerevolmente nelle gravidanze da procreazione medicalmente assistita, in cui il 19,8% esita con parto plurimo. Inoltre, un quarto dei parti pretermine - il 6,6% dei neonati nasce prima della 37esima settimana - è rappresentato da parti gemellari. Quest'ultimo dato richiede particolare attenzione in termini di assistenza clinica e di sanità pubblica: i gemelli prematuri, e soprattutto quelli con un peso alla nascita molto basso, necessitano di cure particolarmente impegnative e costose nelle Unità di neonatologia, che spesso non hanno un numero sufficiente di posti di terapia intensiva neonatale atto a soddisfare le richieste scaturite dall'aumento dei parti multipli. «I parti gemellari sono raddoppiati in 20 anni, sono una grande gioia per la famiglia ma anche una preoccupazione - ha sottolineato Mario De Curtis del dipartimento di pediatria dell'università Sapienza di Roma - circa metà dei gemelli nasce prematura, e la probabilità di basso peso alla nascita sono dieci volte maggiori».

Il progetto Heals. Il Registro nazionale gemelli dell'Istituto superiore di sanità (Iss) varca il confine italiano e si inserisce in un programma europeo, appena finanziato nell'ambito del settimo programma quadro. L'Iss, infatti, è il partner italiano del progetto Heals (Health and Environment-wide Associations based on Large population Surveys), attraverso il quale saranno osservati fin dalla nascita 1.500 gemelli neonati in 10 Paesi europei. Si tratterà di un approccio integrato che valuterà il ruolo delle esposizioni ambientali e della variabilità epigenetica, dal concepimento in poi. Il progetto è coordinato da Isabella Annesi-Maesano dell'Università Pierre et Marie Curie e dell'Inserm francese, e vede la partecipazione di più dipartimenti dell'Iss coordinati da Gemma Calamandrei.

Il registro nazionale gemelli e il ruolo degli studi gemellari. I gemelli iscritti al Registro sono attualmente 25mila, di cui circa 3.500 sono bambini al di sotto dei 12 anni. Gli studi su popolazioni gemellari sono stati fondamentali nella ricerca biomedica, avendo quantificato il contributo relativo della genetica e dell'ambiente all'insorgenza di tantissime patologie e fornito stime della loro ereditabilità. Nell'era dell'epigenetica, che studia l'insieme dei meccanismi che «accendono e spengono» la traduzione del dna in proteine, il ruolo degli studi gemellari assume un risalto ancora maggiore e, in particolare, l'osservazione longitudinale di gemelli fin dalla nascita diventa un potente strumento di ricerca in sanità pubblica.