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Ecco l’audioprotesista del futuro: a Rimini il congresso Fia

I cambiamenti del settore audioprotesico italiano, le novità tecnologiche, le nuove frontiere audiologiche al servizio dell'audioprotesista moderno, il panorama europeo della professione e la direttiva Ue sui dispositivi medici. Sono queste alcune delle tematiche al centro del 18° Congresso della Federazione italiana audioprotesisti (Fia) - dal titolo «Il futuro è oggi, prospettive professionali, sociali, tecnologiche e di mercato» - che si svolgerà dal 30 ottobre al primo novembre al Palacongressi di Rimini.

«L'allungamento della prospettiva di vita, l'aumento della cronicità - spiega Gianni Gruppioni, presidente Anap - sono solo alcune delle complessità emergenti che impongono una nuova governance, un passaggio dal concetto di “cura” al “prendersi cura”. Per tutti, operatori sanitari e pazienti sarà diverso. Per quanto riguarda noi e il nostro modello professionale e quello di rappresentanza siamo ancor di più chiamati e ancor più impegnati ad innovare e manutenere il meglio dell'esistente con le capacità sin qui mostrate e, parimenti, a mantenere la vitalità e la qualità di questo modello, la tutela dei diritti
degli associati, dei nostri pazienti, dell'autonomia (responsabile) delle prestazioni (intellettuali) che eroghiamo e dei servizi offerti. Alla porta, con i nuovi Lea e la riorganizzazione delle professioni sanitarie, le liberalizzazioni, la riforma delle competenze e dei Corsi di Laurea che riguardano e interessano tutti e tutto, gli Utenti finali, gli Operatori, le responsabilità, le prestazioni, gli aventi diritto, gli aventi bisogno: tetti di spesa, payback, concorrenza, comma 566, attuazione della L. 251/00 sono le pietanze sul tavolo, tutte sfide che ci aspettano».

E le novità per la professione arrivano anche dall’Europa: «L'Europa si sta muovendo con decisione - sottolinea Salvatore Regalbuto, presidente Ana - verso l'approvazione definitiva di alcune modifiche alla Direttiva Europea 93/42 sui Dispositivi Medici, legando indissolubilmente la distribuzione di ogni apparecchio acustico ad un professionista sanitario abilitato. Questa norma renderebbe la nostra professione, non solo in alcuni Paesi del nostro continente ma in tutti i Paesi dell'Unione, l'unica figura sanitaria responsabile
dell'attenuazione del deficit uditivo mediante apparecchi acustici. In Italia ed in alcuni altri Paesi europei tutto questo è già normato dalle legislazioni nazionali, ma, specialmente per quei Paesi non ancora dotati di un riconoscimento professionale e di un modello distributivo
organizzato, una Direttiva modificata in tal senso eleverebbe la qualità della distribuzione e dell'erogazione dei servizi ai pazienti, con un effetto positivo su tutto il nostro comparto, dato che, come sappiamo, molti distributori e produttori agiscono su scala multinazionale
e la mobilità dei professionisti all'interno dello spazio economico Europeo è ormai un dato di fatto. Inoltre, l'approvazione di queste modifiche accrescerebbe una volta di più la responsabilità delle aziende audioprotesiche nei confronti dell'utenza e delle Istituzioni».

Il Congresso sarà quindi un'occasione per esaminare anche queste tematiche: «Con uno sguardo anche agli amplificatori acustici - aggiunge Regalbuto - prodotti ormai distribuiti in tutta Europa (tramite i canali più disparati: internet, farmacie, supermercati) che il Parlamento Europeo, tramite l'Associazione Europea Audioprotesisti di cui ANA fa parte, sta prendendo in esame per poterli utilmente classificare e normare nell'interesse dei cittadini».


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