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Droga/ Report Ue: cambiare le regole, il naloxone anti overdose a casa per salvare vite

Sono tra 6mila e 8mila ogni anno in Europa le morti per overdose da droghe oppioidi, come l'eroina: eppure, con un ''intervento adeguato'', e cioè rendendo possibile ai tossicodipendenti o alle loro famiglie il tenere a casa il farmaco-antidoto per le overdose, il naloxone, queste morti potrebbero essere prevenute. È questa la conclusione dell'Agenzia europea per il monitoraggio delle sostanze stupefacenti (Emcdda), che ha pubblicato un Rapporto sul tema. Il naloxone è un farmaco utilizzato per contrastare le crisi respiratorie causate dalle overdose da oppioidi ed è classificato come “farmaco essenziale” dall'Organizzazione mondiale della sanità. (SCARICA IL REPORT)

Secondo il Rapporto, molti casi di overdose avvengono in presenza di testimoni che, se preparati a reagire prontamente, utilizzando il farmaco, potrebbero potenzialmente salvare delle vite, in attesa dell'arrivo dei soccorsi. Esistono però delle barriere legali: in molti Paesi, infatti, il naloxone è un farmaco che necessita la prescrizione medica ed il suo utilizzo è ristretto al personale medico o al paziente al quale è prescritto. L'introduzione dell'opzione per il naloxone 'a casa', rileva il Rapporto, «richiederebbe dunque delle modifiche alle regole attuali». Attualmente, alcune iniziative che permettono la disponibilità a cada del naloxone sono attive in alcune città o regioni in Germania, Danimarca, Gran Bretagna, Spagna ed anche in Italia. Il farmaco è oggi disponibile in forma iniettabile, ma nuove formulazioni si stanno approntando per rendere la sua somministrazione più semplice e immediata: lo scorso novembre, ad esempio, l'ente regolatorio per i farmaci statunitense Fda ha approvato una formulazione concentrata in spray nasale, mentre in Gran Bretagna è allo studio una formulazione in compresse. ''Sono necessarie misure urgenti - afferma l'Agenzia Ue - per incrementare la disponibilità a domicilio del naloxone'', considerando che oggi questo farmaco è disponibile in tale modalità in meno di un terzo dei 28 Paesi Ue. Ridurre i casi letali di overdose resta, infatti, «un'importante sfida nelle politiche di salute pubblica»


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