Notizie Flash

Militare ucciso dall’uranio impoverito: dopo 17 anni condannato il ministero della Difesa

di L.Va.

La Corte d'Appello di Roma ha condannato il ministero della Difesa giudicando la condotta del dicastero “omissiva di natura colposa” per non aver protetto dai pericoli dell'esposizione all'uranio impoverito il caporalmaggiore Salvatore Vacca (in missione in Bosnia nel 1998 e nel 1999) e deceduto di leucemia linfoblastica acuta a 23 anni nel 1999, a 150 giorni dal rientro in Patria. Con una sentenza depositata oggi, i giudici d'appello hanno definito che il militare è stato esposto agli effetti dell'uranio impoverito «senza alcuna adeguata informazione sulla pericolosità e sulle precauzioni da adottare».

I giudici riconoscono il nesso causale tra la permanenza del soldato nella zona operativa e l'insorgenza della malattia ma, soprattutto, con il «comportamento colposo dell'autorità militare per non avere pianificato e valutato bene gli elementi di rischio». La pronuncia respinge l’appello del ministero della Difesa verso la sentenza di primo grado, che imponeva oltre agli indennizzi anche un risarcimento alla famiglia del militare morto di oltre 4 milioni.

Fin da subito la morte del giovane, come quella di decine di commilitoni, venne attribuita all'esposizione all'uranio impoverito, impiegato in alcune missioni all'estero come arma non convenziale. Oggi, a quasi 17 anni di distanza, la Corte d'Appello di Roma ha condannato il ministero della Difea per omicidio colposo, dando così ragione alla madre del militare dopo una lunga battaglia processuale.


© RIPRODUZIONE RISERVATA