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Maculopatia, priorità al riconoscimento di “malattia sociale”

La maculopatia ancora non è inserita tra le malattie sociali, creando per questo non solo difficoltà per i pazienti nell’accesso alle cure, ma anche al sistema economico nazionale in quanto un malato, se non curato, sarà condannato ad un handicap che lo porterà a non poter proseguire nelle proprie attività lavorative e poi influendo sui costi dello Stato. E’ quanto emerso nel corso di un incontro formativo presso la Clinica Oculistica del Policlinico Umberto I di Roma. La giornata, è stata promossa e curata da Lia Giustolisi, responsabile del Centro Maculopatie del Policlinico, secondo «parla ancora poco di una malattia che solo nel nostro Paese colpisce più di 3 milioni di persone, in particolare donne sopra i 50 anni».

Un tema centrale della giornata di lavoro sono stati i protocolli di cura. «L’Italia è uno dei Paesi europei in cui i protocolli terapeutici spesso non vengono seguiti e che generano frequentemente delle recidive della patologia a danno del paziente - afferma Giustolisi -.
Ancora oggi la terapia funziona solo se messa in atto rapidamente e con costanza».

Per questo la Clinica oculistica ha riservato nelle giornate di oggi e domani delle visite gratuite presso il Centro maculopatie del Policlinico. «Siamo molto soddisfatti della risposta dei cittadini a questa iniziativa – aggiunge Giustolisi -. I cittadini vogliono essere informati e oggi ne abbiamo avuto la dimostrazione. Sono state molte le persone che hanno prenotato visite gratuite».

All’evento sono intervenuti anche Antonella Polimeni, direttrice del DAI Testa-Collo del Policlinico e Antonio Greco, direttore Dipartimento Organi di Senso, mentre Simone De Gaetano, coadiuvata dal suo staff, ha presentato tutte le varianti della maculopatia che mette a rischio la visibilità centrale dell’occhio, entrando nel dettaglio sui sintomi, sulle differenze tra le varie patologie e sulle innovazioni terapeutiche che negli ultimi anni hanno consentito, ad un alto numero di malati, di poter vivere una vita normale.


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