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L'imaging del cuore: il futuro è nella collaborazione tra cardiologi e radiologi

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Le malattie cardiovascolari rappresentano oggi la prima causa di morte nel mondo, con una stima di circa 17 milioni di decessi/anno. E sono tuttora la prima causa di ricovero ospedaliero anche in Italia (14.5% di tutti i ricoveri, circa 1 milione di ricoveri/anno). Quattro italiani su 10, ovvero più di 20 milioni, ricorrono a cure specialistiche per patologie croniche, di cui quelle di gran lunga più diffuse le malattie legate al malfunzionamento del cuore.
Il numero di esami di imaging non invasivo eseguiti per lo studio del cuore è in crescita esponenziale in Italia, riflettendo i dati di mortalità che riportano le malattie cardiache come principale causa di decessi anche nel nostro paese.
In base a rilevamenti pubblicati nei registri italiani, si stima come nel nostro paese vengano eseguiti annualmente non meno di 15.000 esami di TC ed RM cardiaca, con coinvolgimento di oltre 50 centri specializzati dal nord al sud ed un trend in ulteriore aumento nell'ultimo biennio. Nell’interesse del paziente è quindi necessaria una collaborazione tra cardiologi e radiologi, le due figure specialistiche coinvolte nel settore. Il tema verrà discusso a Expo Sanità il 20 aprile, nel simposio !Imaging cardiologico: lavore d'equipe e nuove soluzioni tecnologiche per migliorare gli outcome del paziente" al quale interverranno alcuni tra i maggiori esperti italiani ed internazionali delle aree cardiologica e radiologica.

«La combinazione di competenze cliniche e culturali è l’elemento cruciale per gestire al meglio questa rivoluzione in corso che, grazie all’immagine multimodale, sta cambiando il paradigma in numerosi setting clinici cardiologici” dichiara il prof. Marco Francone, dell’Università Sapienza di Roma, presidente eletto della sezione di Cardioradiologia della Società italiana di radiologia (Sirm).
Inoltre, «le società scientifiche e gli specialisti del settore dovranno affrontare l’impegnativo compito di formare le nuove generazioni di cardiologi e radiologi a questo nuova realtà che si va affermando in maniera impetuosa», conclude il prof. Gianluca Pontone, chairman del working group di Rm cardiaca della Società Italiana di Cardiologia (SIC) e direttore dell’U.O. di Rm del Centro Cardiologico Monzino di Milano.
Interpellato sul tema, il Prof. Jan Bogaert di Lovanio (Belgio), uno dei massimi esperti mondiali di risonanza del cuore, sottolinea che « è indispensabile un training dedicato di figure ultraspecialistiche per rispondere alle sempre più specifiche richieste cliniche, ottimizzando lo sviluppo tecnologico delle apparecchiature. Il futuro della diagnostica per immagini del cuore è la valutazione quantitativa e la confluenza dei dati analizzati in banche dati che consentiranno di identificare la patologie cardiache precocemente anche in fase subclinica».
Sempre in quest'ottica, sono in agenda di una serie di iniziative future congiunte tra SIRM e SIC, che vanno dall'organizzazione di tavole rotonde comuni alla redazione di linee guida.


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