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Janssen-UniSiena: i giovani escono di meno con la pandemia ma hanno più fiducia nella scienza

di Radiocor Plus

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Il 40% dei giovani dichiara di uscire molto meno rispetto a prima del Covid e più del 40% afferma di non praticare più, o meno frequentemente, i propri hobby o attività sportive". Lo rivela una ricerca, realizzata dall'Università di Siena, presentata oggi in occasione di Fattore J, il programma promosso da Fondazione Mondo Digitale con Janssen Italia (Johnson & Johnson) e il patrocinio dell’Istituto superiore di sanità. "Nonostante le difficoltà - spiega la ricerca - i giovani hanno reagito con un forte senso di responsabilità: due giovani su tre si ritengono informati sulla pandemia, il 74% che cerca notizie di attualità in misura pari o superiore rispetto a prima". La stragrande maggioranza, inoltre, "ha dimostrato una forte fiducia nella scienza scegliendo di vaccinarsi (oltre il 90% degli intervistati) anche per non voler diffondere il virus agli altri e tornare quanto prima alla normalità".

La seconda edizione del progetto Fattore J, caratterizzata dallo slogan “Nelle mani della scienza”, ha stabilito una rete multisettoriale per promuovere la fiducia nei progressi della scienza in tempo di infodemia. Sono infatti coinvolte ben tredici associazioni di pazienti, due partner scientifici, Università Campus Bio-Medico di Roma e Università di Siena, e tre partner istituzionali, Società Italiana di Igiene Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI), VaccinarSì e Società Italiana di Farmacologia (SIF).

L'obiettivo anche per la seconda edizione è raggiungere attraverso la campagna di comunicazione 100.000 studenti con alcune novità, come le mini sfide “Science Fact check” per mettere alla prova la capacità degli studenti di verificare le notizie scientifiche, la selezione di 20 giovani ambasciatori per la formazione alla pari e la scrittura collaborativa con medici, pazienti e manager del mondo sanitario del primo “Manifesto della salute” costruito da coloro che ne saranno i protagonisti negli anni a venire e pensato per sperimentare nuovi paradigmi comunicativi più chiari, empatici e trasparenti per combattere la denutrizione scientifica.


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