Sentenze

Piemonte, il Consiglio di Stato «salva» la giunta Chiamparino nel processo sulle firme false

di Gianni Trovati

Il Consiglio di Stato «salva» la giunta regionale del Piemonte guidata da Sergio Chiamparino, respingendo i ricorsi che erano stati presentati dall'ex consigliera provinciale della Lega Nord Patrizia Borgarello e dal partito dei Pensionati nell'ambito della querelle sulle presunte firme false alle regionali del 2014.
I giudici di Palazzo Spada hanno fatto tirare un sospiro di sollievo a Chiamparino, che proprio per questa incognita si era dimesso da presidente della conferenza dei governatori, e al centro-sinistra piemontese con la sentenza 610/2016, depositata ieri. Nella sostanza, il Consiglio di Stato, dopo aver negato la possibilità per i ricorrenti di presentare nuovi elementi di prova dopo i termini di legge, non ha negato la presenza di firme false, ma ha stabilito che il problema non è stato tale da mettere a rischio la validità del risultato delle elezioni, caratterizzato da un'ampia forbice di voti tra Chiamparino e il secondo classificato, il candidato di Forza Italia e Lega Nord Gilberto Pichetto. Proprio per questa ragione la partita giudiziaria che ha visto protagonista la Giunta Chiamparino si chiude in maniera opposta a quella che aveva coinvolto il suo predecessore, il leghista Roberto Cota, che aveva chiuso in anticipo il proprio mandato proprio a causa delle firme false. Sotto l'esame dei giudici rimane solo la lista del Pd di Torino, ma con l'uscita dalla scena del processo amministrativo del listino maggioritario e della lista democratica di CuneoRimane l'esito politico della battaglia giudiziaria non è più in discussione.


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