Sanità24

  • 03 Giu 2019
  • Disturbi del comportamento alimentare, «non possiamo perdere tempo»

    di Leonardo Mendolicchio *
  • Il 2 giugno si è svolta la 4° giornata mondiale sui disturbi alimentari e della nutrizione (Dan, meglio conosciuti come Dca disturbi del comportamento alimentare). Un evento costituito negli Stati Uniti d’America da parte di coloro che sono affetti dai disturbi alimentari - come anoressia, bulimia, alimentazione incontrollata, vigoressia, ortoressia - e dalle loro famiglie. Questo movimento ha suscitato interesse e coinvolgimento anche in figure del campo scientifico, politico e soprattutto ha intensificato la campagna di sensibilizzazione sui disturbi alimentari.
    In Italia le persone affette da Dan sono circa 3,5 mln secondo l’unico studio epidemiologico pubblicato nel 2009 (dato sottostimato e che non tiene conto del malessere dei caregiver elevatissimo in queste patologie). Oltre l’anoressia e la bulimia che sono le forme classiche di Dan e che colpiscono la fascia giovane d’età, non si devono sottovalutare la vigoressia (frequente nei maschi adulti), l’ortoressia e il disturbo da alimentazione incontrollata (molto frequente negli obesi adulti in terza e quarta età).
    Il tema proposto di quest’anno dalla World Eating Disorder Day è “Eating Disorders: Can’t Afford To Wait” ("Disturbi alimentari: non possiamo perdere tempo"). Effettivamente il tempo è un fattore che nella contemporaneità diviene una “materia” fondamentale, parametro che “pesa” sia in termini di tempo impiegato per consentire una diagnosi corretta (durata di malattia non trattata), sia per quanto riguarda il “tempo” impiegato per la cura in un momento caratterizzato da scarsità di risorse sanitarie. Difatti, è proprio quello che solitamente succede nell’approccio verso questi disturbi così complessi, il tempo diviene un fattore fondamentale nell’atto terapeutico; frequentemente, dai racconti dei pazienti si evince come si ritrovino incastrati in garbugli burocratici, dove i servizi sanitari nazionali non riescono a gestire o ad inviare i soggetti verso strutture dedicate al trattamento dei Dan tessendo così una ragnatela d’angoscia che avvolge e attanaglia i pazienti e le loro famiglie. La richiesta di “tempo” sotto l’hashtag -#ShowUsYourPurple “mostrare il tuo viola” – vuole portare alla ribalta e allo sguardo di tutti, come ancora oggi non si conosca abbastanza di questi disturbi. Ad esempio vi sono dati epidemiologici univoci a livello mondiale per differenze diagnostiche, ma, sappiamo come il rapporto di incidenza di genere che nel tempo mostra oscillazioni: 1:10 tra donna e uomo nell’anoressia nervosa, 1:6 tra donna e uomo nella bulimia nervosa e una quasi una parità di genere per quel che riguarda il disturbo d’alimentazione incontrollata o definita anche obesità psicogena.
    Difatti, per questi disturbi rimangono una patologia “femminile”, seppur colpendo anche i maschi, che si rivela sia nella prima pubertà sia in età prepuberale. Siamo ben consapevoli, come queste patologie non posseggano discriminazioni: etniche, religiose, economiche e il dato che sicuramente ben più allarmante è che circa il 40% dei soggetti affetti da Dan non viene diagnosticato dal sistema sanitario e quindi viene inficiato il reale dato epidemiologico di questi disturbi. Portare all’attenzione pubblica questo tema è un atto doveroso da tutti coloro che operano in questo settore e non solo, perché ci troviamo davanti a disagi psichici con il più alto tasso di mortalità e di comorbidità psichiatrica e patologica rispetto ad altri disturbi. Inoltre, per fare alcuni esempi sulla scarsa conoscenza di questi disturbi basta affermare che al momento non esistono approcci farmacologici efficaci sull’anoressia e sulla bulimia, i centri specializzati per tale cura in Italia sono scarsissimi e spesso poco accessibili a causa delle lunghe liste d’attesa, e non sempre muniti di una équipe multidisciplinare e integrata che è indispensabile per una cura efficace.
    Tutto questo concorre a rendere queste problematiche urgenti e inderogabili anche perché colpiscono quella fetta di popolazione che dovrebbe rappresentare la sana cittadinanza del futuro.

    * Medico Psichiatra Psicanalista
    Direttore Sanitario Villa Miralago
    Comunità Terapeutica per i DAN
    Direttore Scientifico “Rete Ananke”
    Vice presidente Siridap - Società italiana Riabilitazione interdisciplinare disturbi alimentari e peso