Sanità24

  • 23 Mag 2016
  • Professioni sanitarie, l’occupazione torna a crescere: +2,2%

    di Angelo Mastrillo
  • Esclusiva. Su circa 17mila laureati del 2014 per le professioni sanitarie, si è registrato un incremento del tasso occupazionale pari a 2,2 punti percentuali, salito al 63% rispetto al 61% stabile degli occupati del 2012 e del 2013. Questo il quadro che emerge dall’elaborazione dei dati - che sarà riportata ampiamente sul settimanale Il Sole-24Ore Sanità n. 20/2016 - resi noti dal Consorzio AlmaLaurea di Bologna in occasione della presentazione del Rapporto annuale 2016 presso l’Università Federico II di Napoli. Per la prima volta la rilevazione include tutte le 41 Università, fatta eccezione per la Cattolica.
    Leggermente diversa, rispetto al quadro descritto, è la situazione generale sul totale di quasi 127mila laureati, con leggera perdita sulle varie aree con un 38,7% del 2014 rispetto al 40,0% del 2013 e al 40,6% del precedente anno 2012.

    Per effetto di questi risultati si conferma ancora un volta per le professioni sanitarie il primo posto assoluto fra i vari gruppi disciplinari. Resta in ogni caso la diminuzione negli ultimi otto anni per -23,6 punti percentuali, dall’87% del 2007 al 63,4 del 2014, mentre era al 61,2% nel 2013. Ma la situazione è diversificata fra le quattro aree, con significativo aumento di 1,7 punti percentuali per infermieristica-ostetricia, che sale dal 60,6% del 2013 al 62,3%; altrettanto positivo con 1,5 punti percentuali in più, il trend per la riabilitazione che sale dal 77,4% del 2013 al 78,9% del 2014.
    Quasi stabile l’area tecnica che passa al 49,2% attuale dal 49,5% nel 2013. Si conferma invece il trend negativo per l’area della prevenzione che con 42,7% perde 4,3 punti percentuali rispetto al 47% del 2013.

    Analizzando in dettaglio le 22 professioni sanitarie sulla media degli ultimi otto anni, dal 2007 al 2014, si confermano per l’alto tasso occupazionale ai primi cinque posti con media dell’87% fisioterapista, logopedista e igienista dentale, seguiti da audioprotesista con l’83% e podologo con il 78 per cento. Di fatto sono tutti profili che operano prevalentemente come liberi professionisti, oltre che in parte anche come dipendenti pubblici; non sono toccati quindi dal blocco delle assunzioni degli ultimi anni nel pubblico impiego.

    Al contrario, agli ultimi cinque posti troviamo tecnico della prevenzione che con il 41% scende di 3 posizioni, al 18° posto rispetto al 15° posto dello scorso anno, quando era al 47% stabile. A seguire tecnico di neurofisiopatologia che passa dal 39% al 41%, tecnico di radiologia dal 38% al 39% e tecnico di fisiopatologia cardiocircolatoria che sale dal 29% al 35 per cento. Infine, e per la prima volta all’ultimo posto, tecnico di laboratorio che con il 29% perde -11 punti percentuali rispetto al 40% medio degli ultimi 3 anni. In questo caso sono tutte professioni sotto dipendenza pubblica e quindi gravate dalle blocco del turnover.
    A metà classifica e sopra la media totale del 63% si conferma infermiere al 9° posto, che con il 67% registra un aumento di 2 punti percentuali, rispetto al 65% stabile del 2013 e del 2012. Nella stessa area si rileva un aumento, che è anche superiore, per ostetrica che sale dal 39% dello scorso anno all’attuale 47%, come era nel 2010 e con ben +8 punti percentuali, il più alto fra i 22 profili.

    Questo potrebbe portare a pensare che per le professioni sanitarie la crisi stia finendo e che la ripresa si è già avviata. Ma non è proprio e del tutto cosi, perché restano ancora irrisolte le ben note criticità dell’area tecnica: dopo i tecnici di radiologia, che in 8 anni perdono ben 53 punti percentuali crollando dal 92% del 2007 all’attuale 39%, la crisi ora si sposta su tecnico di laboratorio, che con appena il 29% è l’ultimo in classifica, con una perdita di 39 punti percentuali rispetto al 68% del 2007.

    Incidenza sui fabbisogni formativi del 2016. Sono dati che non potranno non incidere sulla imminente determinazione dei fabbisogni formativi per il prossimo Aa 2016-17. Su questo punto il ministero della Salute, notoriamente molto attento e sensibile, potrebbe nuovamente accogliere le richieste di riduzioni avanzate dalle professioni; rispettivamente con -50 per i tecnici di laboratorio, per arrivare a un massimo di 750 posti a bando e, soprattutto, rispetto alla riduzione di -150 proposta dalla Federazione per i tecnici di radiologia per scendere a un massimo di 700 posti a bando, rispetto agli 819 dello scorso anno.