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Pit Salute/ Liste d'attesa e costi per il 37,3% dei cittadini. Aceti (Tdm-Cittadinanzattiva): «Manovra abroghi superticket e altolà ad autonomia»

di Barbara Gobbi

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24 Esclusivo per Sanità24

Il male del Servizio sanitario pubblico, che impoverisce gli utenti e li spinge verso il privato, sono le lunghe liste d'attesa e i costi, soprattutto per i farmaci e per l'intramoenia, che crescono rispettivamente del 4,4% e dell'1,6 per cento. Mentre per una cataratta si aspettano quindici mesi, per una mammografia tredici, per una risonanza magnetica dodici, dieci per Tac e protesi d'anca, nove per un ecodoppler e sette per una protesi al ginocchio. La fotografia scattata dal XXI Rapporto Pit Salute "Tra attese e costi, il futuro della Sanità in gioco", presentato a Roma dal Tdm-Cittadinanzattiva, vede in primo piano le "code" e gli esborsi sempre più onerosi per i cittadini tra gli elementi che bloccano l'accesso alle cure, un percorso a ostacoli per il 37,3% degli utenti Ssn (+6% rispetto all'anno prima).
Non solo: in aumento, tra le segnalazioni arrivate al Pit Salute attraverso 20.163 contatti nel periodo gennaio-dicembre 2017, anche quelle sull'assistenza territoriale fornita da medici di famiglia e pediatri. Qui si segnala il rifiuto delle prescrizioni (30,6%), orari inadeguati (20,7%) e la sottostima del problema segnalato dal paziente (15,6%).
Ma è su tempi e costi che si concentrano le richieste del Tdm, anche in vista della discussione parlamentare sulla manovra. «Chiediamo che si approvi con la legge di Bilancio l’abrogazione del superticket, balzello che ostacola l’accesso alle cure e che incide negativamente sui redditi delle famiglie e sulle casse del Ssn - afferma il coordinatore del Tdm-Cittadinanzattiva, Tonino Aceti -. Non solo: chiediamo l’immediata approvazione del nuovo Piano liste d'attesa trasmesso alla Conferenza delle Regioni e che sia attuato ovunque il Piano nazionale cronicità, approvato due anni fa ma recepito solo da sette Regioni. Le disuguaglianze che attraversano il Ssn vanno contrastate. Invece, purtroppo, le proposte di autonomia differenziata avanzate da alcune Regioni, che ora si trovano sul tavolo del Governo vanno nella direzione opposta e rischiano, a quarant’anni dall’Istituzione del Ssn, di mandare in soffitta i principi fondanti di solidarietà ed equità».
Le liste d’attesa. A denunciarle è il 56% dei cittadini, a fronte del 54% nel 2016 e sono in aumento soprattutto per interventi chirurgici (+1,9%, con il 30% delle segnalazioni) e per chemio e radioterapia (+4,8%), mentre calano per esami diagnostici (-5,6%) e per visite specialistiche (-1,1%), anche se è ancora soprattutto per queste ultime prestazioni che si attende, nel 39% dei casi.
I costi a carico dei cittadini. L’esborso per gli utenti cresce per i farmaci(dal 19,4% delle segnalazioni 2016 al 23,8% del 2017) e per le prestazioni intramoenia (dal 13% al 14,6%), mentre cala la spesa degli utenti per i ticket su esami diagnostici e visite specialistiche (dal 33,8 al 30,9%), per la degenza in Rsa (dal 9,1 al 7,9%) e per l’assistenza protesica e integrativa (dal 7,5 al 5,9%).
Malpractice in netto calo. La buona notizia arriva sul fronte delle presunta malpractice e della sicurezza delle cure: si passa dal 13,3% di segnalazioni nel 2016 al 9,8% nel 2017. Nel 46% dei casi, si tratta di presunti errori e terapie: per la diagnosi, per lo più in oncologia (20,5%), ortopedia (15,8%) e ginecologia e ostetricia (11,7%); per gli errori terapeutici, ortopedia (21%), chirurgia generale (13,5%) e ginecologia e ostetricia (11,5%).
Strutture in cattive condizioni. Le segnalazioni crescono dal 30,4% al 33,4%: i cittadini denunciano macchinari obsoleti o rotti, ambienti fatiscenti, scarsa igiene nei bagni e negli spazi comuni. In crescita anche le chiamate su infezioni contratte in ambito sanitario (4,9%).
L’accesso ai farmaci. In testa, ma in netto calo sull’anno precedente (dal 44,4% del 2016 al 30,4% del 2017), le segnalazioni sull’accesso ai farmaci contro l’epatite C, mentre aumentano quelle su farmaci non disponibili (28,2%) e quelle sulla spesa privata (20,4%), compresi quelli per i quali l’accesso è regolato da nota limitativa (6,4%). Le aree cliniche più interessate da problemi di accesso ai farmaci sono l’epatologia (28,2%), l’oncologia (10,7%), l’oculistica (10,6%) e la neurologia (9,8%).
Cure ospedaliere e mobilità. La prima nota dolente per l’ospedale, che cumula il 9% delle segnalazioni insieme alla mobilità sanitaria, è l’emergenza-urgenza: lunghe attese in Pronto soccorso (44%), scarsa trasparenza nell’assegnazione del triage (36,2%) e richiesta di ticket (9,1%).


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