Aziende e regioni

Servizi per le dipendenza, Regioni in ordine sparso su modelli e professionisti coinvolti. Innovare significa risparmiare

di D. Attanasi *, F. Bartolini **, D. d’Angela ***, S. Grisenti °, A. Lucchini °°, E. Quattrociocchi §, F. Spandonaro ^

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24 Esclusivo per Sanità24

L’abuso di sostanze stupefacenti genera costi per la Società che spaziano dall’ambito socio-sanitario a quello giudiziario e dell’ordine pubblico.
Il Crea Sanità, con il supporto di un board scientifico multidisciplinare, composto da diverse figure professionali (quali clinico, farmacista, avvocato, economista sanitario) ha sviluppato lo studio “Impatto organizzativo, giudiziario ed economico della tossicodipendenza” con l’obiettivo di stimare i costi sociali della dipendenza da sostanze stupefacenti.
Lo studio ha analizzato, a livello nazionale e regionale, su un orizzonte pluriennale (2012/2019), l’organizzazione dei Servizi per le dipendenze deputati alla presa in carico dei tossicodipendenti, l’erogazione delle prestazioni sociali e sanitarie derivanti dagli esiti della dipendenza (patologie droga correlate, decessi per overdose, etc.), nonché dell’impatto sul sistema giudiziario (contrasto, illeciti amministrativi, reati, detenzione etc.).
Lo studio ha permesso di evidenziare come siano oltre 136.000 gli utenti in carico presso i Servizi per le Dipendenze nel 2019 per sostanze di abuso (+6,5%, +8.343 nuovi casi rispetto all’anno precedente) pari a 225,5 ogni 100.000 abitanti, di cui il 14,4% nuovi casi. Considerando il consumo di sostanze stupefacenti secondarie ad altre dipendenze tale casistica supera i 205.000 utenti, rappresentando circa il 70% dell’utenza complessiva di questi servizi.
Focalizzando l’attenzione sui soli utenti affetti da tossicodipendenza, a livello geografico la maggiore prevalenza si riscontra nel Centro del Paese (293,3 soggetti ogni 100.000 ab.), passando da un valore regionale massimo nelle Marche (368,5 utenti ogni 100.000 ab.) ad uno minimo della Valle d’Aosta (117,0 ogni 100.000 ab.).
L’utenza in carico risulta prevalentemente maschile e concentrata nella fascia d’età 35-54 anni (60%); oppiacei (65,6%), cocaina (21,5%) e cannabinoidi (11,3%) risultano essere le sostanze di abuso più frequenti tra i pazienti in trattamento.
Anche il dimensionamento dell’offerta deputata alla presa in carico dei soggetti dipendenti da sostanze stupefacenti presenta un’importante variabilità regionale: in termini di personale dedicato, a fronte di un valore nazionale di 11,2 unità ogni 100.000 ab., si va da un massimo di 19,8 unità della P.A. di Bolzano ad un minimo di 6,1, nella P.A. di Trento (ogni 100.000 ab.); Lazio, Abruzzo, Calabria, Basilicata e P.A. di Trento registrano un valore inferiore a 9,0, P.A. di Bolzano, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Piemonte invece un valore superiore a 17,0 unità ogni 100.000 ab.
Le diversità regionali si confermano anche in tema di figure professionali coinvolte: in Toscana, Campania e Sardegna, prevale la componente medica (28,2%, 26,7% e 26,5% di tutto il personale rispettivamente), in Liguria, Friuli Venezia Giulia, Lazio e Umbria quella infermieristica (42,4%,41,9%,39,4% e 39,0% rispettivamente) e nella P.A. di Bolzano e Valle d’Aosta quella dello psicologo (rispettivamente 53,3% 20,8%).
La forte eterogeneità organizzativa e dei modelli di presa in carico, si conferma osservando che Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, pur presentando livelli di domanda simili, hanno differenze di organico che arrivano a raggiungere il 60%; analogamente, Veneto, Lazio e Abruzzo, a parità di organico (in rapporto agli abitanti), hanno in carico un volume di pazienti che arriva a differenziarsi di quasi l’80%.
Nel periodo preso in considerazione si è assistito ad una riduzione del numero di SerD del 11,5% (in rapporto a 100.000 ab), ma anche del numero di tossicodipendenti in carico presso i SerD (-16,9%), nonché delle unità di personale dedicate ( -9,0% ovvero 1,4 unità in media in meno ogni 100.000 ab).
La ricerca ha analizzato anche l’utilizzazione dei servizi in termini di ricoveri ospedalieri associati a diagnosi (anche secondarie) di patologie droga-correlate che sono risultati essere 21.159,0; ricoveri effettuati quasi esclusivamente (96,4%) in regime ordinario.
Il valore mediano del tasso standardizzato di ospedalizzazione in acuzie risulta di 35,1 casi ogni 100.000 ab. (valore massimo 39,0 casi nel Nord-Ovest; valore minimo 21,5 casi nel Mezzogiorno); la Liguria registra il tasso più alto con 60,6 ricoveri mentre la Campania, con 13,3, il più basso.
Per quanto concerne i costi, la gestione degli Esiti della tossicodipendenza (in particolare delle patologie droga-correlate, quali HCV e HIV), rappresenta la voce di costo maggiore, pari a € 4,4 mld. (55%), seguita da quella sociale/giudiziaria (contrasto, gestione illeciti e reati, detenzione), pari a € 2,3 mld. (28%), e da quella relativa alla presa in carico dei servizi per le dipendenze (ambulatoriale, domiciliare, residenziale e semi-residenziale) pari a € 1,4 mld. (17%).
I costi relativi agli Esiti sono quasi per la totalità attribuibili alla gestione delle patologie droga-correlate, con un minimo residuo relativo ai decessi e agli accessi alle strutture ospedaliere (Pronto Soccorso e ricoveri), pari a € 47,4 mln.
Per quanto concerne i costi sostenuti dal Ssn per l’assistenza sanitaria extra-ospedaliera all’utenza in carico presso i SerD, a fronte di un valore medio nazionale di € 7.659 si va da un costo minimo per utente di € 4.225,8 del Lazio ad un massimo di € 20.136,0 della Valle d’Aosta; rispetto al 2012 tale costo è aumentato mediamente dello 0,4% annuo con forte variabilità regionale.
Fra i costi di presa in carico dei Ser.D., il personale ne rappresenta il 71,6%, i farmaci l’8,9%, le visite l’8,1%, e gli esami per accertamento sostanze di abuso il 6,9%.
Tra i costi Sociali, la voce maggiore è rappresentata dalla detenzione, che rappresenta il 65,8% del costo (€ 1,5 mld.), seguita da quella associata alla gestione degli illeciti amministrativi e/o reati. Nello specifico, quest’ultima voce di costo è stata ottenuta attraverso la valorizzazione economica della casistica inerente i reati contravvenzionali associati al fenomeno delle dipendenze comprende la violazione degli artt. 186 e 187 del Codice della Strada, nonché quella dei reati associata invece gli artt. 73, 74 e 75 del D.P.R. 309/90. Le voci di costo considerate sono state gli interventi legali, la gestione dei processi, le segnalazioni delle Forze dell’Ordine, gli Interventi dei Nuclei Operativi Tossicodipendenza della Prefettura, il procedimento amministrativo, i controlli stradali.
Complessivamente, è stato stimato un costo (diretto) nazionale annuo relativo alla gestione del fenomeno associato al consumo di sostanze stupefacenti pari a € 8,1 mld.; considerando che si stima un valore dei consumi di sostanze stupefacenti di circa € 15,8 mld., complessivamente le tossicodipendenze generano effetti economici per quasi € 24 mld., una cifra pari all’1,1% del PIL italiano.
Lo studio ha anche sviluppato alcune simulazioni, generando scenari di impatto di azioni finalizzate a contenere gli “esiti del fenomeno tossicodipendenza”, con la finalità di offrire un supporto alle politiche di contrasto del fenomeno.
Gli scenari generati hanno fatto emergere la possibilità di realizzare risparmi significativi: per ogni euro investito sulla presa in carico socio-sanitaria (nuovi approcci farmacologici, incremento delle visite, potenziamento dei servizi etc.) si stima potrebbero esserne risparmiati 5. Analogamente una riduzione delle tempistiche dei processi penali (ad esempio con l’introduzione di riti premiali sottoposti a termini stingenti con contestuale possibilità di applicare in sentenza misure terapeutiche alternative alla detenzione), piuttosto che un più tempestivo inserimento in percorsi riabilitativi che consentirebbero di accedere a misure alternative alla detenzione (ad esempio con l’adozione di piani terapeutici maggiormente tempestivi ed appropriati che favoriscano il recupero ed il reinserimento sociale diminuendo il pericolo di recidiva), si potrebbe generare un risparmio di € 67 mln. per ogni punto percentuale di riduzione dei casi “a rischio”.

* avvocato penalista e Direttore Generale Fondazione Aiga “T. Bucciarelli” (board scientifico)
** farmacista, Direttore Dipartimento assistenza farmaceutica Usl Umbria 2 (board scientifico)
*** ingegnere, Direttore Ricerca e Presidente CdA C.R.E.A. Sanità, Università di Tor Vergata (coordinatrice scientifico del progetto)
° avvocato, Vice Procuratore Onorario Pistoia (board scientifico)
°° psichiatra, già Presidente FeDerSerD (board scientifico)
§ economista, collaboratore di ricerca C.R.E.A. Sanità
^ economista, Università “Tor Vergata” e Direttore scientifico C.R.E.A. Sanità (supervisor scientifico del progetto


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