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Welfare/ Spesa pubblica Italia a 615mld (+18mld nel 2022) , 48,4% in pensioni. Sanità: 134 mld. Il presidente Mattarella: «Occorre un veloce adeguamento delle risposte ai bisogni delle persone»

di Radiocor Plus

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24 Esclusivo per Sanità24

La spesa pubblica italiana per il welfare è aumentata di 18 miliardi di euro nel 2022 rispetto all'anno precedente raggiungendo i 615 miliardi. L'incremento rispetto all'anno pre-Covid, il 2019, è del 18% circa. È la stima elaborata dal think tank "Welfare, Italia" supportato dal gruppo Unipol in collaborazione con la società di consulenza e ricerche The European House Ambrosetti. La previdenza assorbe sempre circa la metà della spesa totale (il 48,4% nel 2022 per un ammontare di 297,4 miliardi) ed è aumentata dell'8,2% rispetto al 2019. La sanità rappresenta il 21,8% del totale a 134 miliardi nel 2022 ed è aumentata del 15,9% in tre anni, la spesa per le politiche sociali costituisce il 18,2% del totale a 112,3 miliardi e sono salite del 30% post Covid.
L'istruzione rappresenta l'11,9% del welfare nel 2022, con 71,4 miliardi spesi, e l'aumento rispetto al 2019 è dell'1,9%.
La sostenibilità del sistema di welfare italiano, sottolinea il rapporto di "Welfare, Italia", è messa sotto pressione in primis dall'andamento demografico che - in base allo scenario base delineato dalle Nazioni Unite - vedrebbe una riduzione della popolazione di 6,7 milioni nel 2050 (a 52,3 milioni) con il 37% degli ultra 65enni e nello scenario peggiore una contrazione della popolazione di 10,5 milioni: nel 2035 il numero dei pensionati potrebbe superare per la prima volta quello degli occupati portando la spesa previdenziale al 17,5% del Pil.
La spesa sanitaria pubblica potrebbe raggiungere i 164 miliardi entro il 2035 (7,9% del Pil) e i 220 miliardi entro il 2050 (9,5% del Pil). Altro fattore di criticità per la spesa sociale è l'incremento dell'emigrazione: "Welfare, Italia" stima che se tutti gli emigrati nel 2020 non tornassero in Italia durante la loro vita lavorativa, il Paese "perderebbe circa 147 miliardi di euro, ovvero la somma tra il costo della spesa in istruzione perso, pari a 10,5 miliardi, e i mancati redditi guadagnati dagli emigrati nel corso della loro vita lavorativa all'estero (stimata in circa 35 anni), pari a 136,5 miliardi. Nel breve termine però il sistema del welfare deve fare i conti con l'impatto dell'inflazione, un fattore che - secondo il rapporto - rischia di alzare da 2 milioni a 2,3 milioni il numero di famiglie in condizioni di povertà assoluta e che inoltre continuerà ad erodere i salari reali (-3,1% le stime Ocse per l'anno in corso).
Le sei priorità, Sei sono le priorità, secondo il think tank, per affrontare i fattori di rischio e favorire la sostenibilità del sistema di welfare in Italia: integrare il tema della natalità all'interno della tassonomia sociale europea orientando quindi gli investimenti verso realtà che hanno tra gli obiettivi il tema demografico; promuovere misure finalizzate a sostenere la genitorialità e ad accrescere l'occupazione femminile; mitigare i flussi migratori in uscita e rendere più efficiente il mercato del lavoro anche per i cittadini stranieri; valorizzare il contributo della componente previdenziale integrativa; favorire l'allargamento dell'offerta dei servizi di welfare attraverso le soluzioni di welfare contrattuale e aziendale; ridefinire il reddito di cittadinanza come strumento di inclusione sociale e potenziare i meccanismi di attivazione e inserimento lavorativo.

Il messaggio del presidente della Repubblica. «Occorre un adeguamento "veloce delle risposte che lo Stato e lo Stato-comunità mettono a disposizione" rispetto ai bisogni dei cittadini e delle comunità». Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo messaggio in occasione del Welfare Italia Forum. «Il sistema di welfare è una colonna portante del nostro modello di convivenza e una misura della concreta attuazione dei principi della nostra Costituzione. Riflettere sui modi in cui, nel contesto dei mutamenti indotti dall'evolvere dei processi produttivi e dall'evoluzione della struttura demografica del Paese, gli obiettivi di coesione possano essere resi sempre più raggiungibili, è opera preziosa - sottolinea il presidente della Repubblica -. In questo senso, l'appuntamento del Welfare Italia Forum e la presentazione del rapporto annuale costituiscono un significativo contributo per l'intera nostra società e desidero esprimere apprezzamento agli organizzatori e partecipanti per gli studi, le proposte e le analisi che anche quest'anno offriranno al confronto. Muta e si amplia la platea dei bisogni delle persone e delle comunità e occorre, dunque, un adeguamento altrettanto veloce delle risposte che lo Stato e lo Stato-comunità mettono a disposizione. Il quadro offerto dal Pnrr è una opportunità in questa direzione.
«L'efficacia del welfare è un passaggio rilevante delle politiche di riduzione delle diseguaglianze e di effettiva attuazione dei diritti», afferma ancora il presidente della Repubblica nel suo messaggio in occasione del Welfare Italia Forum. Sottolienando che «serve uno sforzo congiunto di tutti gli attori sociali» poiché nel contesto attuale è «concreta» la «minaccia di un aumento della povertà». «I diritti sociali sono un capitolo determinante nel patto istituzioni-cittadini: sostanzia ed attua la piena appartenenza alla Repubblica sottolinea il presidente Mattarella -. Le strutture dello Stato sociale, a partire dal Servizio sanitario nazionale, ci hanno permesso di affrontare la terribile pandemia e le sue molteplici conseguenze, tutelando la salute della popolazione. L'assetto del sistema previdenziale del Paese è prova permanente dell'attuazione degli articoli costituzionali relativi alla dignità di ogni persona». «La collaborazione tra pubblico, privato e terzo settore - prosegue il messaggio - è una chiave, nella conferma del carattere universale dei diritti, per potenziare e ammodernare i servizi. Lo squilibrio demografico che colpisce il Paese e incide sulla sostenibilità presente e futura del modello di welfare, propone, a sua volta, interrogativi. Servono, dunque, una visione di lungo periodo e uno sforzo congiunto di tutti gli attori sociali che concorrono nel rispondere alla domanda di assistenza, di cura, di prevenzione, di tutela, in un contesto che vede la concreta minaccia di aumento delle povertà e la follia della guerra moltiplicare i fattori di crisi».



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