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Puglia: si estende la sperimentazione di SiMot per la diagnosi precoce dei tumori

di Vincenzo Rutigliano

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Si chiama SiMot -ed è grande quanto una chiavetta usb - il dispositivo palmare per le diagnosi precoci dei tumori, come di altre patologie, entrato a Bari in fase di sperimentazione spinta, dopo quella preliminare fatta su un numero limitato di soggetti. Le diagnosi di SiMoT si possono fare direttamente a casa, o nello studio del medico curante, tramite piccolissimi campioni di sangue, saliva o urine, e la fase di pre-commercializzazione è un’ulteriore tappa di un progetto sviluppato nel 2016 e, negli anni, progressivamente testato e migliorato.

“Ora dobbiamo capire qual è la robustezza del dispositivo e dei dati raccolti” spiega Luisa Torsi, presidente del centro di Innovazione Regionale Single-Molecule Digital Assay che lo ha sviluppato e docente di Chimica dell’ateneo barese e premio nazionale dell’Accademia dei Lincei 2023 destinato alle Eccellenze nel campo delle scienze Fisiche, Matematiche e Naturali. I dati, raccolti dal dispositivo grazie a una cartuccia usa e getta, saranno processati con un algoritmo di intelligenza artificiale con una incidenza di falsi positivi e negativi inferiore all’ 1,5%.

La sperimentazione, i cui risultati andranno all’esame del ministero della Salute, vede coinvolta, da subito, l’unità operativa di ginecologia oncologica clinicizzata dell’Istituto Tumori e IRCCS “Giovanni Paolo II” di Bari, diretta da Gennaro Cormio. Saranno arruolate 50 pazienti con 1500 rilevazioni di campioni di sangue, plasma e urine. La sperimentazione permetterà di validare le prestazioni analitiche del dispositivo che, poi, potrà essere utilizzato per verificare la presenza di marcatori dei tumori ginecologici nei campioni biologici delle pazienti. SiMot è un dispositivo economico, portatile, rapido, che, garantisce l’affidabilità di un test molecolare e la sua ideazione e realizzazione sono il risultato di un progetto partito dall’Istituto Tumori di Bari che, insieme a regione Puglia, università degli Studi di Bari e università di Brescia, è membro della cabina di regia del Centro di Innovazione in Single-Molecule Digital Assay che ha sviluppato il dispositivo.

La ricerca è stata finanziata dal dipartimento Salute e da quello di Economia della regione che, così, pone le premesse per un distretto industriale biomedico interessante che potrebbe avviarsi con la costituzione di un’azienda pugliese di produzione di SiMot, se il ministero della Salute validerà i risultati della sperimentazione.


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