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Oncologia/ Tumori, in Italia screening ancora sotto-soglia. Gli ultimi dati e il Manifesto della European Cancer Organisation. Ricciardi: Italia indietro nel recepimento nel Piano Ue

di Barbara Gobbi

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24 Esclusivo per Sanità24

Meno del 40% della popolazione target in Italia sottoposta a screening del collo dell’utero, rispetto a una media Ue del 56%. Cancro al polmone e alla prostata ancora non inclusi nei programmi di screening del Ssn nonostante i recenti investimenti. Ampio divario sulla prevenzione del cancro al seno tra nord e sud Italia con il secondo che in fatto di adesione ai programmi di screening si ferma a un tasso del 23% della copertura per la popolazione target, contro il 63% del settentrione. Infine, solo il 77% della popolazione italiana viene invitata a testarsi per il cancro del colon-retto e in regioni come la Sicilia meno del 20% si avvale di questa opportunità.
Questi i primi dati che emergono dal nuovo “Report nazionale per l’Italia” presentato in Senato dalla European Cancer Organisation (Eco), che promuove una discussione per dare risalto a temi come lo sviluppo di metodi innovativi per migliorare, promuovere e rendere accessibile a tutti i cittadini la diagnosi precoce del cancro.
Dall’analisi delle criticità i particolare sulla prevenzione tramite screening, Eco presenta poi una serie di raccomandazioni tratte dal suo Manifesto europeo contro il cancro per il 2024, evidenziando le migliori pratiche che possono essere intraprese a livello nazionale. Queste proposte riflettono le esperienze e le prospettive raccolte negli ultimi 5 anni tramite le politiche per la lotta contro il cancro promosse dall’Unione Europea.
Tali raccomandazioni includono:
• Migliorare la consapevolezza nel pubblico condividendo più informazioni sui sintomi e gli allarmi precoci causati dal cancro.
• Promuovere un migliore accesso ai servizi sanitari e ai programmi di screening, compreso il potenziamento delle capacità nell’assistenza primaria, per consentire un’attenzione medica tempestiva.
• Pubblicare resoconti periodici sui progressi compiuti nell’attuazione delle Raccomandazioni del Consiglio dell’Unione Europea sullo screening dei tumori, per supportare l’implementazione a livello regionale e nazionale.
• Monitorare i gruppi ad alto rischio, come le persone affette dai virus dell’epatite B ed epatite C, capaci di causare cancri.
• Fornire solide infrastrutture di dati per i programmi di screening e standard comuni per consentire una comparabilità efficace.
• Stimolare l’innovazione tecnologica per sostenere migliori pratiche e prestazioni di screening (ad esempio attraverso l’uso dell’auto-campionamento).
«L’Europa ha agito in maniera straordinaria nei passati cinque anni allineando scienza e politica - ha detto Walter Ricciardi, professore di sanità pubblica all’Università Cattolica e Chair della Missione Europea sul Cancro -. Equiparare con le 5 Missioni scelte il cancro al cambiamento climatico, all’acqua, all’agricoltura e all’alimentazione e alle città, ha significato far capire che è urgente intervenire rapidamente su una popolazione come quella europea che in questo momento ha il 5% del carico mondiale delle malattie. A questo punto la palla sta ai Paesi membri e va detto che l’Italia è indietro sul recepimento del Piano europeo sul cancro - ha proseguito Ricciardi -. Gli altri grandi Paesi come Francia e Germania l’hanno recepito integralmente e hanno fatto un piano decennale con precisi obiettivi, modalità e risorse notevoli».
Poi, il focus sulla carenza di personale che attanaglia tutti i Paesi ma che in Italia in questa congiuntura è particolarmente drammatica. «La qualità dei nostri professionisti è straordinaria - ha ricordato Ricciardi - ma purtroppo sono 180mila tra medici e infermieri che negli ultimi 20 anni sono andati a lavorare all’estero e con questa situazione è inutile dire che non ci sono mai stati così tanti soldi in sanità. A fronte di una piccola spesa incrementale, se la rapportiamo al Pil siamo gli ultimi del G7- Gli indicatori che emergono dal Rapporto Eco sono emblematici e mettono a rischio il principio di eguaglianza».
Idem per l’accesso ai biomarcatori e ai test Ngs di sequenziamento, come ha sottolineato il professor Nicola Normanno direttore scientifico Irst.
L’Italia mostra però ha un duplice primato: «Abbiamo finanziato 2 miliardi di euro nell’ambito della ricerca e l’Italia è leader nei Comprehensive Cancer Center, che sono soprattutto al Nord, e e gli European Cancer Patient Digital Center che significa rendere finalmente operativo un centro virtuale dove depositare i dati e condividere le esperienze cos’ da evitare quando possibile che si muovabno i pazienti».


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