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Quell'Oscar d'eccellenza al big hospital della Basilicata

di Giampiero Maruggi (direttore generale Ao San Carlo di Potenza)

La recente assegnazione al San Carlo di Potenza dell'Oscar di Bilancio della pubblica amministrazione 2013 - premio nazionale che si svolge sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con l'obiettivo di segnalare e sostenere le best practice di rendicontazione nel settore pubblico - rappresenta un riconoscimento di grande valore, che premia le capacità gestionali della struttura, dei nostri manager e di tutti i nostri operatori. E acquista ancora più rilevanza perché conseguito da un'azienda ospedaliera del Sud, dove a fare notizia sono spesso, purtroppo, i casi di malpractice, cattiva amministrazione e sprechi sconsiderati.

Tra i fattori che ci hanno consentito di conquistare questo riconoscimento, figura senz'altro il percorso compiuto per la costruzione del bilancio sociale, un processo impegnativo, ma fruttuoso, che ha visto il coinvolgimento di tutti gli stakeholder interessati, dei volontari, degli utenti e di decine di quadri aziendali. E un buon bilancio - dove i dati sono facilmente accessibili, ogni voce di spesa chiaramente rendicontata, i servizi e i benefìci generati a favore della collettività attentamente valorizzati e dove le informazioni sono riportate in modo fruibile, così da poter essere consultate da revisori o "addetti ai lavori" e in modo allargato da qualsiasi utente interessato - rappresenta non solo un passo imprescindibile verso la trasparenza, ma anche uno strumento essenziale per attivare nuovi meccanismi di partecipazione e dialogo tra pubblica amministrazione e cittadini.
La trasparenza premia anche sotto il profilo dell'efficienza e della sostenibilità: una buona rendicontazione è, infatti, il primo passo per una buona amministrazione. Non a caso il San Carlo, che rappresenta l'ospedale regionale più grande della Basilicata, ha fatto registrare ottimi risultati di gestione, con un bilancio chiuso in attivo e una razionalizzazione della spesa che è stata frutto della capacità di tagliare i costi senza però ridurre qualità e quantità dell'offerta sanitaria. E questo è stato un altro importante fattore che ha contribuito al conseguimento dell'Oscar di bilancio ed è un ulteriore riprova che, a dispetto dei luoghi comuni, nella Pubblica amministrazione si trovano risorse e professionalità di primo livello, capaci, se messe nelle giuste condizioni, di farsi promotrici del cambiamento, anche in contesti non sempre favorevoli, come quello attuale, che vede la Sanità al centro di continui interventi da parte delle Istituzioni centrali, disarmonici, privi di una visione a medio-lungo termine e mirati unicamente al contenimento della spesa.

Ma il successo ottenuto con l'assegnazione del premio non ha smorzato l'impegno a voler fare ancora di più e meglio: il riconoscimento ottenuto rappresenta per noi un segno tangibile che la strada intrapresa è quella giusta e costituisce un forte incentivo a proseguire con ancora maggiore determinazione in questo percorso virtuoso, capace di creare significativi vantaggi non solo per il Sistema, ma soprattutto per l'utenza e i cittadini. Ed è proprio dal paziente che vogliamo ripartire, mettendo ancora di più i suoi bisogni al centro delle nostre priorità nel 2014.
Nasce da questo intento l'idea di avviare un percorso formativo per il nostro personale improntato alla Medicina narrativa, promosso grazie al contributo incondizionato di Pfizer. Umanizzare le cure, rinnovare l'alleanza terapeutica operatore sanitario-paziente - dove il primo si apre al dialogo e al confronto e il secondo è incoraggiato a essere maggiormente attivo e protagonista delle proprie scelte di salute - riscoprire la forza dell'empatia nel colloquio clinico, rappresentano tasselli fondamentali per poter costruire migliori percorsi di diagnosi, assistenza e cura. E permettono, inoltre, di contrastare quella cultura di sfiducia del cittadino verso il sistema sanitario e i suoi operatori, particolarmente diffusa al Sud, che spesso sfocia in un fenomeno deleterio come quello della medicina difensiva, i cui costi per lo Stato sono calcolati da recenti stime, tra i 10 e i 14 miliardi di euro, una cifra dalle dimensioni paragonabili a quelle di una manovra finanziaria.
Il ruolo della Medicina narrativa come strumento per una Sanità Sostenibile è stato tra i temi chiave affrontati nel corso del Convegno "Narrazione ed evidenze per una sanità da trasformare", tenutosi a fine novembre presso l'Auditorium dell'Ao R. di Potenza e a cui hanno partecipato la Fondazione Istud, l'Istituto di Ricerche Mario Negri, la Asl 10 di Firenze e la Asl 3 Umbra di Foligno, portando rispettivamente la propria esperienza di progetti su base territoriale e, infine, l'Istituto Superiore di sanità che, nell'ambito della Campagna Viverla Tutta, sta attualmente lavorando a una Consensus conference che si propone di giungere, entro giugno 2014, alla definizione di Linee di indirizzo per l'impiego della medicina narrativa in ambito clinico-assistenziale per le malattie rare e cronico-degenerative. Linee di indirizzo che saranno senz'altro preziose per strutture sanitarie, come la nostra, già orientate a consolidare l'impiego della Medicina narrativa nelle proprie prassi, favorendo la costruzione di ospedali più a misura di paziente.