Commenti

I Lea 14 anni dopo: la revisione è necessaria ma non sufficiente

di Nino Cartabellotta (presidente Fondazione Gimbe)

Contro le innumerevoli asimmetrie informative che alimentano consumismo sanitario e sprechi nel nostro Ssn è indispensabile una metodologia rigorosa e trasparente per la definizione, l'aggiornamento e il monitoraggio dei Livelli eesenziali di assistenza. Con questo monito Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, è intervenuto alla sessione inaugurale del 7° Congresso Nazionale della Società Italiana di Health Technology Assessment.

In vista della imminente revisione annunciata dal Patto per la Salute 2014-2016, il Presidente ha ripercorso 14 anni della storia legislativa e applicativa dei Lea, soffermandosi su promesse mancate e nuove sfide relative all'articolazione dei Lea, ai criteri di definizione e aggiornamento e al loro monitoraggio.

«Per garantire la sostenibilità del Ssn il denaro pubblico deve finanziare solo servizi, prestazioni e interventi sanitari efficaci, appropriati e dall'high value. Purtroppo il Dpcm sui Lea non codifica, o quantomeno non dettaglia in maniera analitica, prestazioni e procedure: al fine di definire criteri di appropriatezza professionale, oltre che organizzativa, è necessario dunque identificare all'interno dei sottolivelli dei Lea la gamma dei servizi da organizzare e, nell'ambito di tali servizi, definire quali prestazioni sanitarie includere nei Lea (liste positive) e quali escludere (liste negative)».

«Oggi - continua Cartabellotta - la criticità più rilevante non è l'aggiornamento dei Lea in quanto tale, ma risiede nelle metodologie utilizzate sia per definire l'elenco delle prestazioni da includere/escludere, sia per integrare le migliori evidenze nella definizione e aggiornamento dei Lea. Non dimentichiamo che, secondo quanto dettato dal Dpcm 29-11-2001 i Lea includono "Tipologie di assistenza, servizi e prestazioni sanitarie che presentano, per specifiche condizioni cliniche, evidenze scientifiche di un significativo beneficio in termini di salute, individuale o collettiva, a fronte delle risorse impiegate", mentre escludono quelli che "non soddisfano il principio dell'efficacia e della appropriatezza o non soddisfano il principio dell'economicità nell'impiego delle risorse". Questi sacrosanti principi di evidence-based policy making devono essere confermati con i fatti, oppure completamente rivisti se non ritenuti più validi».

Riguardo al monitoraggio il presidente ha sottolineato che «L'adempimento dei Lea non può essere una partita giocata esclusivamente tra Stato e Regioni con finalità quasi esclusivamente finanziarie, ma deve coinvolgere attivamente tutti i livelli organizzativi e operativi del Ssn. È indispensabile pertanto ampliare il numero e la tipologia di indicatori per valutare gli adempimenti Lea delle Regioni, identificare a cascata set di indicatori più specifici da integrare negli obiettivi delle aziende sanitarie e dei professionisti e sperimentare sistemi premianti a tutti i livelli correlati al raggiungimento degli obiettivi definiti dai Lea».

Visto che il Dpcm sui Lea afferma che le prestazioni innovative per le quali non sono disponibili sufficienti e definitive evidenze scientifiche di efficacia possono essere erogate esclusivamente nell'ambito di appositi programmi di sperimentazione il Presidente chiede «Con quali fondi dovrebbero essere avviati queste sperimentazioni se tra i progetti finanziati dalla ricerca finalizzata (130 mln per gli anni 2011-2012) domina la ricerca di base, fa un timido capolino la ricerca clinica e la ricerca sui servizi sanitari è di fatto inesistente?».

Infine il Presidente ha lanciato una scottante provocazione per sottolineare quanto la definizione dei Lea segua troppo spesso logiche di consenso sociale e politico: «Lo Stato e la maggior parte delle Regioni non hanno ritenuto meritevole di alcuna discussione l'opportunità di inserire la fecondazione eterologa nei Lea. Ma se il diritto alla maternità deve essere tutelato, allora dovrebbero essere a carico del Ssn anche i costi che le coppie sostengono per le adozioni!»