Dal Governo

Decretone al voto di fiducia: niente deroga sulle pensioni

di Roberto Turno (da Il Sole-24 Ore)

Niente deroga alla riforma Fornero delle pensioni per il personale della sanità pubblica. E niente pensione a 70 anni per i medici del Ssn, come possono invece i prof universitari. E ancora: torna la legge Brunetta per la valutazione dei camici bianchi, che per di più non potranno contare sull'obbligo assicurativo per asl e ospedali.

Si presenta ampiamente riveduto e corretto il testo del decretone sanitario sul quale oggi nell'aula della Camera sarà votata la fiducia al Governo. Il Dl 158, che scade il 12 novembre, passerà poi al Senato, dove la partita potrebbe non essere già chiusa e costringere il decreto a una navicella indietro verso la Camera sul filo della decadenza. Anche se il Governo, considerato l'intasamento dei lavori parlamentari, potrebbe decidere di evitare una nuova marcia indietro e porre ancora la fiducia.

«I tempi di conversione sono rigidi, la fiducia si imponeva», ha detto il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ricordando il lavoro di sponda svolto in commissione Affari sociali e lo slalom che comunque si sarebbe dovuto affrontare in aula per votare oltre 350 emendamenti. Il fatto è che tra i partiti serpeggia malcontento. Soprattutto nel Pdl, dove c'è chi, come Domenico Di Virgilio, potrebbe non votare la fiducia.

«La mission del Ssn è stata rafforzata, ma la miopia della Ragioneria ha bloccato alcuni contenuti», ha commentato Margherita Miotto (Pd).
Intanto i sindacati sono già sugli scudi, e le Regioni bocciano il provvedimento.

«La sanità, i cittadini e i medici non possono essere ostaggio di mistificazioni ragionieristiche che rendono i cittadini ostaggio», attacca Costantino Troise (Anaao). «È stata colpita la professionalità dei medici ed è stato fatto un regalo alla cattiva politica», rincara Massimo Cozza (Cgil). Il clima, insomma, è tutt'altro che sereno a pochi giorni dalla manifestazione dei medici il 27 ottobre a Roma.

Il testo che arriva in aula (si veda www.24oresanita.com) è stato riemendato ieri mattina dalla commissione Affari sociali, che ha accolto tutti i rilievi sulle coperture formulati dalla commissione Bilancio dopo i veti dell'Economia e della Ragioneria.

Nel tritacarne delle ragioni di cassa sono finite parecchie disposizioni: oltre a pensioni e rischio clinico, la valutazione dei medici e la tessera per consentire ai minori l'accesso alle slot. Saltano il fondo per le ludopatie e l'obbligo dei defibrillatori per scuole e società sportive dilettantistiche. Ma c'è anche lo stop a nuovi concorsi e la deroga del turn over al 15% condizionata per le Regioni in piano di rientro dal debito.

Altra ciliegina: no a fatture dettagliate per l'intramoenia, con una tracciabilità dell'attività del medico assai meno facile per asl e ospedali. Insomma, al Senato qualsiasi sorpresa è possibile.