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Corte dei conti: dal 2010 e fino al 2014 per la Sanità 31,17 miliardi in meno

Oltre 31 miliardi in meno è il bilancio degli effetti delle manovre che da Tremonti in poi hanno ridotto il finanziamento al Ssn. Il calcolo, nel dettaglio, è contenuto in una tabella allegata al testo dell'audizione sulla legge di stabilità nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato del presidente della Corte dei conti Luigi Giampaolino.

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Ma «una riduzione indistinta del finanziamento del Servizio sanitario nazionale potrebbe produrre effetti indesiderati» ha spiegato Giampaolino riferrendosi all'ultima manovra.

Giampaolino ha spiegato che «l'onere della riduzione verrebbe distribuito omogeneamente in base ai criteri di riparto del fabbisogno, facendo perdere di rilievo alle modalità di determinazione degli eccessi di spesa e penalizzando le realtà più virtuose».

«Il concorso delle amministrazioni locali – ha aggiunto - al riequilibrio dei conti pubblici è, anche nel caso del disegno di legge di stabilità, consistente e rafforza quanto anticipato con il decreto legge 95/2012 nello scorso mese di luglio».

Infine nell'audizione alla Camera Giampaolino ha spiegato che «del totale delle riduzioni di spesa disposte dal provvedimento, circa il 75 per cento è posto a carico di tali enti: si tratta di 2,8 miliardi nel 2013, che salgono ad oltre 3,2 miliardi dal 2014».

«Va osservato - si legge nel testo dell'audizione - che, se la metodologia di quantificazione utilizzata mira ad evidenziare la presenza di inefficienze e distorsioni nella gestione degli acquisti, la scelta di operare una riduzione "indistinta" del finanziamento del SSN a cui contribuisce lo Stato, potrebbe produrre effetti indesiderati. L'onere della riduzione verrebbe distribuito omogeneamente in base ai criteri di riparto del fabbisogno, facendo perdere di rilievo alle modalità di determinazione degli eccessi di spesa e penalizzando le realtà più virtuose. In secondo luogo, non può essere trascurato che le correzioni apportate alle previsioni della spesa sanitaria in base ai risultati più recenti o alle manovre introdotte a partire dal decreto legge 98/2011 hanno condotto ad una rilevante correzione dell'andamento della spesa, "caricando" il quadro programmatico di obiettivi di contenimento di rilievo. La spesa del 2013 è stata rivista in riduzione di poco meno di 7,3 miliardi rispetto a quanto previsto nella Relazione al Parlamento presentata dal Governo il 4 dicembre 2011. Un rischio limitato se si guarda ai saldi complessivi, giacchè le regioni sono chiamate a coprire eventuali disavanzi sanitari tramite l'attivazione dei meccanismi automatici previsti dalla legislazione vigente. Ma non può essere, tuttavia, sottovalutata la crescente difficoltà (proprio per le avverse condizioni economiche) per le regioni di recuperare tali maggiori entrate, nonché il rischio che detto meccanismo, se posto a garanzia di obiettivi troppo accelerati, possa compromettere percorsi di risanamento strutturali. Come sottolineato dalla Corte già nel Rapporto di coordinamento del 2012, certamente è auspicabile accelerare il processo di riduzione dei disavanzi strutturali delle regioni in Piano di rientro (e in questa direzione stanno già muovendo le amministrazioni territoriali e centrali impegnate nel monitoraggio del settore); ma è necessario che ciò avvenga nel rispetto di quanto previsto dagli stessi Piani».

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