Dal Governo

Riparto 2012 ancora in salita: in anteprima la nuova proposta del ministero alle Regioni

Ancora un freno al riparto 2012 con il taglio di 900 milioni previsto dalla spending review. La scorsa settimana il ministero ha inviato la proposta alla commissione Salute delle Regioni, senza però recepire nel testo la richiesta dei governatori di suddividere il taglio tra la quota di parte regionale (sui fondi trasferiti al Ssn) e la quota del Governo (obiettivi nazionali) e ha caricato la riduzione tutta sulla parte regionale.

Per questo Puglia e Calabria hanno detto no, configurando una mancata intesa (serve l'unanimità) "evitata" per ora (altrimenti scatterebbe il periodo dei 30 giorni dopo il quale l'approvazione avviene d'ufficio sul testo della Salute) con il rinvio dell'esame alla riunione della Conferenza del 15 novembre.

La proposta del ministero indica la rimodulazione dei 900 milioni in meno per quest'anno previsti dalla legge 135 riducendo di 882 milioni la quota indistinta secondo il criterio della proporzionalità di accesso delle singole Regioni al finanziamento in base all'accordo di febbraio 2012. Altri 15 milioni sono tagliati dagli obiettivi di Psn (ma le Regioni chiedevano fosse fatta metà per uno), in questo caso secondo il criterio della proporzionalità della quota capitaria. Infine, 3 milioni sarebbero tolti ai fondi da dedicare agli Izs.

Per quanto riguarda le somme vincolate, invece, il ministero ha inviato alle Regioni un'altra proposta di riparto (si veda tabella in basso), che oltre alla distinzione tra linee progettuali già avviate e nuove prevede nello schema di intesa un riparto immediato a titolo di acconto del 70% delle somme previste per ogni singolo obiettivo e l'assegnazione del restante 30% a 60 giorni dalla stipula dell'accordo per le Regioni che avranno presentato a quella data specifici progetti in base agli indirizzi forniti ciascuno con le indicazioni degli obiettivi quantitativi e qualitativi da raggiungere, dei tempi entro cui sono raggiungibili, dei costi relativi e degli indicatori (preferibilmente numerici) per misurare la validità dell'intervento proposto.

Naturalmente la mancata approvazione dei progetti presentati comporterà non solo la non assegnazione del 30% residuo di finanziamento, ma il recupero «anche a carico delle somme a qualsiasi titolo spettanti nell'anno successivo» dell'anticipazione del 70% già erogata.

(L'analisi completa sul prossimo numero de Il Sole-24 Ore Sanità)