Dal Governo

Regioni a muso duro: «O il rinvio degli standard ospedalieri o ce ne andiamo»

Regioni pronte allo scontro con il Governo contro il colpo di mano dell'inserimento all'ordine del giorno della Stato-Regioni di oggi del regolamento sugli standard ospedalieri. Quello che taglia cioè oltre 14mila posti letto per acuti (ma 6.653 in più per la post-acuzie), tra 1.100 e 2.000 Unità operative complesse e al mancato accreditamento di circa 192 strutture private accreditate che hanno meno di 60 posti letto.

I governatori hanno deciso di chiedere l'ennesimo rinvio al Governo, così come come avventuo negli utlimi mesi in attesa di un incontro chiesto da tempo con il premier Monti sui temi della spesa sanitaria e del trasporto pubblico locale. E per ora non vogliono "subire" la mancata intesa con l'approvazione del provvedimento d'ufficio entro 30 giorni, che inevitabilmente scatterebbe se il regolamento dovesse essere esaminato in conferenza: l'unica strada possibile è al momento quella di abbandonare la Stato-Regioni per evitare la discussione.

La Conferenza ha deciso di chiedere ancora una volta di non trattare il punto non essendosi ancora svolto l'incontro con il presidente del Consiglio «sulle gravi criticità relative alla sostenibilità finanziaria del SSN dovuta ai tagli apportati dalle recenti manovre che hanno determinato un sottofinanziamento del Ssn - anno 2013, per cui per la prima volta si è assistito ad una riduzione di 1 mln in valore assoluto rispetto all'anno 2012, e che non ha consentito la sottoscrizione del nuovo Patto per la Salute per cui il Governo continua a operare sulla base di un Patto non più vigente venenendosi pertanto a creare elementi di incostituzionalità».

«Al Governo chiederemo garanzie sulla copertura di una serie di funzioni che vanno dal diritto allo studio, all'edilizia scolastica, agli standard ospedalieri», ha detto il presidente dei governatori Vasco Errani, al termine della seduta della Conferenza dei presidenti che si è appena conclusa. «Bisogna poi discutere del Fondo sanitario e del Patto per la salute e capire se il sistema è sostenibile», ha terminato.