Dal Governo

Bianco (Fnomceo): «Nel Ddl la sintesi delle nostre istanze. E ora via con la modernizzazione»


«Il testo è largamente sovrapponibile nel merito a quanto proposto nei disegni di legge di iniziativa parlamentare, compreso quello che porta la mia firma. Ora il punto è condividere con il ministro le cose da fare e capire se c'è una volontà politica di condurre in porto questo Ddl».
Il presidente della Fnomceo e neo senatore Amedeo Bianco dà un giudizio sostanzialmente positivo del Ddl omnibus messo a punto la settimana scorsa dal ministro della Salute. «Anche se – avverte – proprio per la complessità dei temi trattati questo provvedimento potrebbe avere tempi di discussione più lunghi di un testo ad hoc».
Presidente, quali sono a suo avviso gli aspetti salienti del testo?
La proposta del ministro raccoglie un percorso legislativo e di confronto che ormai data qualche anno e che si incentra su tre priorità: riconoscere la necessità di un "riordino degli ordini", che hanno bisogno di un sostanzioso ammodernamento; dare vita a un ordinamento alle professioni sanitarie regolamentate; ridisegnare le caratteristiche delle moderne funzioni degli Ordini.
Quali sono, a suo avviso, gli elementi di modernità che non potranno mancare ai nuovi Ordini?
Le funzioni degli Ordini – non delegabili - sono tre: essere una istituzione sussidiaria dello Stato, che ha la rappresentanza esponenziale delle professioni nel loro insieme; governare la qualità dell'esercizio professionale, dalla formazione pre, post laurea e continua al monitoraggio di qualità della pratica quotidiana, previa intensa e maggiore integrazione tra sistema universitario e professionale; rafforzare
l'aspetto deontologico-disciplinare, esercitando una funzione di governo dei profili etici e civili connessi all'esercizio professionale. Queste sono le tre funzioni, non delegabili ad altri soggetti.
Il Ddl fissa una nuova organizzazione?
La grande innovazione dal punto di vista disciplinare è la separazione tra funzione inquirente e giudicante, a garanzia di una terzietà di giudizio. E naturalmente nel testo Lorenzin sono presenti tutte le altre misure affidate a strumenti di carattere statutario e regolamentare, che snelliscono le attività connesse ad esempio alle elezioni e alle rappresentanze, che ancora oggi attengono a ordini di 70 anni fa.
Sui meccanismi elettorali cosa si prevede?
La legge fissa i criteri direttivi generali: cioè prevedere garanzie concrete di accesso al voto (ricordiamo che in Italia abbiamo ordini fino a 40mila iscritti, dove un solo collegio risulta ormai impensabile) e dare la possibilità nello statuto di garantire l'accessibilità di espressione del voto e della tutela di minoranze qualificate a livello degli organi di rappresentanza. Il voto elettronico potrebbe essere una soluzione, ma dipende da come regolamenteremo la materia in una fase successiva, in sede di regolamenti attuativi. Intanto, occorreva lavorare a un provvedimento capace di sbloccare una legislazione obsoleta che codificava in modo dettagliato come si vota e come non si vota.
In soldoni, come impatterà questo Ddl sull'organizzazione del lavoro tra le professioni?
Di fatto la professione infermieristica, i tecnici di radiologia e le ostetriche erano già inseriti nell'ordinamento perché avevano le stesse prerogative e obblighi previsti dal decreto luogotenenziale del 1946. Ciò che cambia è che da Collegi si trasformano in Ordini: speriamo che questa nuova configurazione inserisca in un contesto di certezze normative e identificative tutte le professioni sanitarie, questo per evitare sovrapposizioni di funzioni e di competenze che sono poco raccomandabili. Poi è ovvio che i problemi che si possono porre all'interno dell'organizzazione sono una realtà quotidiana da ormai una decina di anni. Le attribuzioni di competenze c'erano già: si tratta di corrispondere fino in fondo a quella che è una funzione degli ordini come organi ausiliari dello stato: garantire il possesso dei titoli, la definizione delle competenze e il loro esercizio all'interno dei confini professionali e nell'ambito delle regole di buon comportamento professionale ed etico. (b.gob.)