Dal Governo

Manovra/ Pd e Pdl contrari a nuovi tagli in sanità

Tagli alla sanità insostenibili per i maggiori partiti (di Governo) Pd e Pdl. "Prendiamo atto delle dichiarazioni del ministro Saccomanni - dichiara Donata Lenzi, capogruppo Pd nella commissione Affari sociali della Camera -ma ricordiamo che noi ci aspettiamo il rispetto degli impegni presi per evitare di scaricare sul Fondo sanitario nazionale il mancato ulteriore aumento dei tickets sanitari, dichiarato incostituzionale».

«Il sistema sanitario delle Regioni ha dimostrato grande capacità di risparmio - continua Lenzi - e ha fatto la sua parte per il risanamento del paese. Le cifre ricordate dal presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, parlano chiaro: tra il 2011 e il 2015 le Regioni hanno subito tagli nel capitolo sanità per oltre 31 miliardi, tra blocco dei contratti, economie di spesa, tagli dovuti alla spending review e riduzione dei finanziamenti. Non sarebbe dunque accettabile scaricare ancora sull'assistenza sanitaria dei cittadini l'eventuale riduzione del costo del lavoro: sarebbe una dannosa partita di giro».


Commenti negativi arrivano anche dal Pdl. «Fonti autorevoli, come da ultimo quella del viceministro Stefano Fassina - dichiara in una nota Cesare Cursi, già sottosegretario di stato alla salute e attuale Presidente della Consulta nazionale Salute e Affari Sociali del Pdl - sembrano assicurare ulteriori pesanti e inevitabili tagli alla spesa sanitaria. Senza dubbio sarebbe un errore che comprometterebbe in molte Regioni la garanzia dell'erogazione dei livelli essenziali di assistenza».

«Il settore – continua Cursi – ha già dato in un recente passato il proprio ingente contributo alla spending review, i tagli lineari imposti dal Governo dei "tecnici" hanno mortificato un settore dove eccellenza e mediocrità hanno avuto lo stesso iniquo trattamento. Pur capendo le esigenze di bilancio è ora che le politiche della salute vengano restituite al proprio naturale Ministero, e non all'economia, e bene fa il ministro Lorenzin a minacciare barricate in caso di ulteriori indiscriminati tagli al welfare».