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Commissioni Bilancio e Affari sociali della Camera, Saccomanni: «La sanità può risparmiare ancora con costi standard e standard ospedalieri»

La spesa sanitaria ha frenato, ma il settore può fare di più. E le carte da giocare, secondo quanto il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni ha riferito ieri sera nell'intervento che ha concluso il cilco di audizioni per l'indagine conoscitiva delle commissioni Bilancio e Affari sociali della Camera sulla sostenibilità del Ssn, sono quelle prima di tutto dei costi standard, poi del potenziamento dell'attività dell'Osservatorio dei contratti pubblici, del coinvolgimento dell'Agenas per definire criteri più efficienti per la gestione delle gare. «Sarà cruciale anche in questo ambito la prosecuzione del processo sistematico di revisione della spesa e un utilizzo più efficiente e integrato delle basi dati informative disponibili», ha detto.

«La dinamica della spesa sanitaria - ha speigato Saccomanni - è stata negli ultimi anni notevolmente contenuta: in rapporto al Pil è oggi inferiore ai nostri principali partners europei. Tuttavia il nostro elevato debito, l'esigenza di proseguire gli sforzi di consolidamento di bilancio, ci impongono di mantenere costante il monitoraggio della spesa sanitaria, continuando a ricercare le migliori pratiche che emergono nei diversi approcci seguiti dalle Regioni».

E per contenere la spesa Saccomanni ha anche puntato all'immediato riavvio dell'approvazione del regolamento sugli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi degli ospedali: «È un provvedimento più volte sollecitato dal ministero dell'Economia che mira alla razionalizzazione della rete ospedaliera sul territorio, che vede oggi anche strutture di dimensioni troppo piccole farne parte».

Per quanto riguarda la legge di stabilità Saccomanni ha ricordato che non si interviene con misure dirette sul settore sanitario. Anzi, ha detto «sono formalmente riconosciuti alle Regioni due miliardi annui dal 2014, alla luce della sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittimo l'esercizio da parte dello Stato della potestà in materia di ticket, che non è di competenza esclusiva dello Stato». E sulle misure per il pubblico impiego che hanno ridotto il fondo sanitario di 540 milioni nel 2015 e di 610 dal 2016 in poi, Saccomanni ha ricordato che non si tratta di misure mirate al Ssn, ma della prosecuzione del processo di razionalizzazione dei dipendenti pubblici, aggiungendo che si tratta di un «intervento neutrale sui bilanci sanitari regionali, in quanto a fronte della riduzione del finanziamento le Regioni registreranno corrispondenti minori costi».

Il ministro ha quindi riconosciuto i "meriti" dei piani di rientro che «si configurano come un vero e proprio programma di ristrutturazione industriale che incide sui fattori di spesa sfuggiti al controllo delle Regioni, che tipicamente riguardano: il superamento dello standard dei posti letto e del tasso di ospedalizzazione; i consumi farmaceutici; la spesa per il personale e il superamento del numero e del valore delle prestazioni acquistate da strutture private (budget), nonché il relativo sistema di remunerazione; la spesa per l'acquisto di beni e servizi; il controllo dell'appropriatezza prescrittiva dei medici».