Dal Governo

Cure transfrontaliere pronto decreto per Cdm

Pronte le regole per le libere cure all'interno dell'Ue. La Salute ha definito il testo del decreto di recepimento della direttiva 2011/ 24/ Ue del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 marzo 2011, concernente l'applicazione dei diritti dei pazienti relativi all'assistenza sanitaria transfrontaliera, con i paletti su autorizzazioni preventive, modalità di rimborso e tariffe, che sarà all'esame del Consiglio dei ministri di questa mattina.

La direttiva 2011/24 - che avrebbe dovuto essere recepita nel nostro ordinamento entro il 25 ottobre - definisce una cornice per i diritti dei pazienti nell'accesso all'assistenza sanitaria transfrontaliera; garantisce la qualità e la sicurezza delle prestazioni di assistenza sanitaria fornite in un altro Stato dell'Unione europea; promuove la cooperazione in materiadi assistenza sanitaria tra gli Stati membri. Sono esclusi dall'ambito della direttiva: i servizi nel settoredell'assistenza di lunga durata; i trapianti d'organo; i programmi pubblici di vaccinazione. Ogni Stato membro deve designare uno o più punti di contatto nazionali per l'assistenza sanitaria transfrontaliera che avranno il compito di fornire ai pazienti informazioni sui loro diritti, quando questi decidono di beneficiare dell'assistenza sanitaria transfrontaliera, nonché le coordinate dei punti di contatto nazionali di altri Stati membri. Al di là del recepimento tardivo, i diritti riconosviuti ai cittadini dalla direttiva sono già direttamente applicabili, trattandosi di diritti già riconosciuti da sentenze della Corte del Lussemburgo a partire dal 1998.

Secondo quanto previsto nel decreto, chi intende usufruire dell'assistenza transfrontaliera e' tenuta a presentare apposita domanda alla Asl di competenza, per verificare se la prestazione rientra tra quelle soggette ad autorizzazione preventiva che saranno individuate con apposito decreto della Salute. La risposta sarà comunicata entro 10 giorni e l'eventuale domanda di autorizzazione preventiva dovrà essere presentata alla Asl di appartenenza su apposito modulo, corredata da certificazione medica che si esprimera entro masimo 30 giorni (15 nei casi più urgenti). Una procedura macchinosa che riguarderà probabilmente la gran parte delle prestazioni all'estero visto che l'autorizzazione preventiva è necessaria per tutti i ricoveri, anche per una sola notte. L'autorizzazione non potrà comunque essere rifiutata in tutti i casdi in cui la prestazione richiesta non può essere prestata sul territorio nazionale entro un termine giustificabile dal punto di vista clinico. Potrà invece essere negata se la Asl giudica poco affidabili il medico o la struttura estera prescelta.

Non è comunque il cao di attendersi fughe sanitarie di massa a fronte delle nuove norme: il risarcimento arriverà - nell'arco di due mesi - solo a posteriori, potrà riguardare solo prestazioni fruite presso strutture sanitarie pubbliche e ricomprese nei Lea, che saranno rimborsate in misura corrispondente alle tariffe regionali vigenti, anche se è fatta salva la possibilità per le Regioni di rimborsare, con proprie risorse, gli eventuali livelli di assistenza regionali ulteriori.