Dal governo

Ilva: il Governo vara il piano di tutela ambientale e sanitaria

Via libera del Consiglio dei ministri al Dpcm sull'approvazione del piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria relative al decreto Ilva, convertito dalla legge 89/2013. Il piano delle misure di tutela ambientale e sanitaria per lo stabilimento dell'Ilva di Taranto è stato approvato dal Cdm su proposta del ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, riferisce il comunicato di Palazzo Chigi. Il piano, con il relativo Dpcm, è stato elaborato sulla base del lavoro del comitato di tre esperti e delle osservazioni pervenute da parte della Regione Puglia e del commissario straordinario dell'Ilva. Tra i capitoli più importanti: gestione delle acque e dei rifiuti, sicurezza sul lavoro, incidenti rilevanti, energia.

Il testo prevede le azioni e i tempi necessari per garantire il rispetto delle prescrizioni di legge e dell'autorizzazione integrata ambientale (Aia). Il piano inoltre modifica l'Aia limitatamente alla modulazione dei tempi di attuazione delle relative prescrizioni, in modo da consentire il completamento degli adempimenti non oltre trentasei mesi dopo l'entrata in vigore della legge n. 61/2013 sul commissariamento dell'Ilva, approvata il 3 agosto scorso.

Il decreto di approvazione del piano, infine, conclude i procedimenti di riesame previsti dall'Aia e ne costituisce integrazione. Dopo l'approvazione del piano dovrà essere predisposto dal commissario straordinario il piano industriale di conformazione delle attività produttive, che dovrà essere approvato dal consiglio dei ministri, in modo da consentire la prosecuzione
dell'attività produttiva nel rispetto delle prescrizioni ambientali, sanitarie e di sicurezza contenute nel piano ambientale.


«Col varo da parte del Consiglio dei ministri del decreto sul piano ambientale dell'Ilva - sottolinea Edo Ronchi, sub commissario dell'Ilva - è sostanzialmente completa l'Autorizzazione integrata ambientale rilasciata all'azienda dal ministero dell'Ambiente». Gestione delle acque e dei rifiuti,
sicurezza sul lavoro, incidenti rilevanti, energia: sono i capitoli più importanti che completano il piano delle misure ambientali dell'Ilva oggi approvato col varo di uno specifico decreto.

Si tratta di comparti che, rispetto all'Aia di ottobre 2012 erano rimasti privi di regole. L'Aia di ottobre 2012 - ministro Corrado Clini - aveva infatti disciplinato solo la riduzione delle emissioni dell'area a caldo dello stabilimento in quanto oggetto dell'indagine della Procura di Taranto e del successivo sequestro senza facoltà d'uso disposto dal gip a fine luglio 2012.

Per acqua, rifiuti ed energia, l'Aia del 2012 rinviava invece a completamenti che dovevano essere varati, rispettivamente, a gennaio e a maggio 2013. Due tappe entrambe saltate. Ora il piano ambientale - messo a punto da tre esperti nominati a luglio dall'allora ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando - riprende le questioni lasciate in sospeso e le chiude fissando le regole.

«Per l'Ilva, l'Aia adesso è completa - afferma Ronchi - e abbiamo l'intero quadro di insieme». Per la sicurezza sul lavoro e la prevenzione degli incidenti rilevanti, Ronchi parla di «investimenti impegnativi a carico dell'azienda», mentre per la parte dell'efficienza energetica afferma che si tratta di investire «circa un centinaio di milioni che però torneranno all'Ilva in termini di migliore resa produttiva».

Sui rifiuti, invece, il sub commissario dell'Ilva afferma che il piano ambientale e il decreto rinviano al piano di gestione messo a punto dall'azienda, che è stato già presentato al ministero dell'Ambiente nelle scorse settimane e che adesso è al vaglio della Regione Puglia per le osservazioni.

«La parte relativa alle misure di ammodernamento impiantistico - afferma ancora Ronchi - è rimasta sostanzialmente immutata rispetto al piano che gli esperti avevano messo a punto lo scorso ottobre. Già quel piano, infatti, era una rivisitazione dell'Aia del 2012, soprattutto per quanto riguarda le scadenze temporali. In più, c'era bisogno di definire ciò che era rimasto in sospeso, cioé acque, rifiuti, sicurezza sul lavoro ed energia, ed é stato appunto fatto». Col decreto sul piano ambientale, secondo Ronchi, «si compie una tappa importante che penso porterà anche alla revoca della procedura di infrazione per violazione delle norme ambientali che lo scorso settembre l'Unione Europea aveva avviato nei confronti dell'Italia proprio sull'Ilva». Per Ronchi, «si sta infatti dimostrando che Governo e commissari
dell'azienda sono seriamente impegnati a tenere in equilibrio, come dicono le leggi in materia, tutela della salute e tutela del lavoro». «Adesso - aggiunge il sub commissario - attenderemo i tempi tecnici della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale quindi sarà presentato l'altro piano, quello industriale dell'Ilva, che ci serve per avviare l'aumento di capitale col quale finanziare le opere di risanamento ambientale».

Circa le osservazioni che gli enti locali avevano fatto tra ottobre e novembre scorsi, nei 30 giorni messi a disposizione dalla procedura, sul piano messo a punto dagli esperti ministeriali - Lucia Bisceglia dirigente Ares Puglia, Giuseppe Genon del Politecnico di Torino e Marco Lupo ex dirigente del ministero dell'Ambiente - Ronchi osserva che «le richieste integrative riguardavano in gran parte la sicurezza sul lavoro e sono state recepite. Altro elemento importante, è l'aver introdotto degli step di avanzamento per alcune misure dell'Aia e non solo la data conclusiva dell'intervento. Così è per esempio, per la copertura dei nastri trasportatori dello stabilimento».