Dal governo

Opg, ecco il testo del decreto legge

di Manuela Perrone

È pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 52 di oggi ed entra quindi ufficialmente in vigore il decreto legge che proroga di un anno l'addio agli ospedali psichiatrici giudiziari, approvato ieri dal Consiglio dei ministri .

Il testo sposta di un anno - dal 1° aprile 2014 al 31 marzo 2015 - la chiusura dei sei Opg e aggiunge alla legge 9/2012 (che aveva disposto il superamento degli ex manicomi giudiziari) la previsione che «il giudice dispone nei confronti dell'infermo di mente l'applicazione di una misura di sicurezza diversa dal ricovero in un ospedale psichiatrico giudiziario, salvo quando sono acquisiti elementi dai quali risulta che ogni altra misura diversa non è idonea ad assicurare cure adeguate e a fare fronte alla sua pericolosità sociale». Un invito a evitare l'invio di nuovi internati, esteso anche al magistrato di sorveglianza «quando interviene ai sensi dell'articolo 679 del codice di procedura penale».

Il decreto legge, come anticipato ieri da Palazzo Chigi, prevede anche l'obbligo per le Regioni di comunicare entro sei mesi da oggi ai ministeri della Salute e della Giustizia e al comitato paritetico interistituzionale sulla sanità penitenziaria lo stato di realizzazione e riconversione delle strutture sanitarie alternative che dovranno ospitare gli attuali internati. Se dalla
comunicazione dovesse risultare che i centri non saranno pronti entro la deadline del 31 marzo 2015, «il Governo provvede in via sostitutiva» nominando un commissario ad acta.

La proroga (la seconda) costa: 4,38 milioni di euro nel 2014 e 1,46 nel 2015. Fondi pescati proprio dallo stanziamento della legge 9/2012.

Critico il Comitato StopOpg: «Si protrae così la grande sofferenza per le persone, quasi mille, ancora internati nei sei Opg presenti sul territorio nazionale, definiti dal presidente della Repubblica Napolitano strutture indegne per un Paese civile», dicono Stefano Cecconi e Giovanna Del Giudice. Ma, aggiungono, almeno sono stati fissati paletti precisi: il commissariamento tra sei mesi delle Regioni inadempienti e il dovere del giudice di verificare se in luogo del ricovero in un Opg può essere adottata nei confronti dell'infermo di mente autore di reato una diversa misura di sicurezza. «Bisognerà capire - continuano Cecconi e Del Giudice - quanto queste norme siano effettivamente "vincolanti", ma, indubbiamente, si tratta di primi passi nella direzione auspicata. Anche se non bastano».

Il Comitato chiede infatti di introdurre in Parlamento«disposizioni più stringenti (es. obbligo dei progetti di cura e riabilitazione individuali), che favoriscano le dimissioni e le misure alternative alla detenzione. Misure che, «insieme al non invio in Opg delle misure di sicurezza provvisorie, possono davvero "svuotare" l'Opg» e rendere «residuali» le strutture alternative. I finanziamenti destinati alla chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, per StopOpg, «vanno utilizzati subito per potenziare i servizi di salute mentale; ciò vale non solo per gli internati ma per tutti i cittadini, per rendere a pieno titolo efficace la legge 180. Da ultimo deve essere fissato un termine alla misura di sicurezza, per porre fine ai tanti "ergastoli bianchi"».