Dal governo

Semplificazioni e assunzioni nella Pa: ecco la nuova strategia Governo-Regioni

Una pubblica amministrazione più "semplice" e del tutto digitale (entro il 2016 addio definitivo alla carta). E una nuova politica del personale della Pa che per ora non fa riferimento ai singoli comparti, ma che riguarda e investe tutti i settori dei dipendenti pubblici.

Sono questi gli obiettivi principali di una ipotesi di accordo tra Stato e Regioni sulla semplifciazione e il rilancio della funzione pubblica nel Paese e di due documenti - uno del Governo e uno delle Regioni - sulla nuova politica del personale nella Pa che prevedono la programmazione dei fabbisogni e una nuova visione (sempre a livello generale) della mobilità. Documenti che oggi approdano in Stato Regioni.

NUOVA POLITICA DEL PERSONALE

Due gli obiettivi del Governo: favorire il ricambio generazionale nel pubblico impiego e la la riqualificazione delle competenze; promuovere la mobilità del personale.

Per il primo sono previste misure per volte favorire le cessazioni: abrogazione istituto del trattenimento in servizio; introduzione dell'esonero dal servizio; prolungamento dell'istituto della cosiddetta "opzione donna" ecc). Ma soprattutto è necessario passare a una politica delle assunzioni basata sulla programmazione de fabbisogni (prevista nell'ordinamento ma rimasta sulla carta) che consenta a ogni amministrazione di avere le persone giuste, nel posto giusto, nel momento giusto.

Per il secondo è necessario creare le condizioni che facilitino l'incontro tra domanda e offerta di mobilità. Tra cui a esempio un sistema informativo unico. per favorire l'incontro tra domanda e offerta, superando l'attuale sistema basato su bando pubblicato da ciascuna amministrazione, la
definizione di tabelle di equiparazione dei sistemi di classificazione professionale, l'incentivo alla mobilità, con particolare attenzione ai settori-gruppi professionali- territori classificati come «prioritari» nella mappatura dei fabbisogni.

Più articolato il documento delle Regioni che in linea di massima concordano con i punti del Governo, ma ampliano e dettagliano alcune previsioni.

Politica delle assunzioni. La prima proposta è di una sede in cui le Pa si confrontino e svolgano benchmarking sui dimensionamenti e sulle procedure, e che i risultati possano essere presi come best practice e standard di riferimento. Ok all'ipotesi di riordinare il sistema dei vincoli e dei blocchi alle assunzioni e alla gestione del turn-over, orientandosi verso una semplificazione e la definizione di un parametro unico da stabilire in base a indicatori di virtuosità economico-finanziaria e non riferendosi ad astratti criteri numerici o contabili «spesso avulsi dalla reale condizione e capacità gestionale dell'ente». Il parametro potrebbe essere utilizzato anche come riferimento per le valutazioni di sostenibilità e agibilità della consistenza dei fondi contrattuali.

Per le procedure di reclutamento va rivisto «lo strumento del concorso in un'ottica di miglior orientamento alla selezione di nuove professionalità» e vanno riviste le procedure concorsuali per, dove possbile, unificaerle tra più amministrazioni «purché nell'ambito di quadranti territoriali effetivamente agibili per le future assunzioni (evitare i fenomeni di massive richieste di mobilità successive)».

La mobilità deve seguire scelte di carattere territoriale/orizzontale governate a livello locale «in quadranti credibili per trasferimenti tempestivi». Il livello di prescrittività delle movimentazioni «va proporzionato con il livello di inquadramento dei soggetti interessati (più forte per la dirigenza)». E secondo le Regioni è fondamentale una regolazione nazionale «per rimuovere quegli ostacoli di carattere ordinamentale (tabelle di equiparazione, ...), procedurale (nulla-osta da collegare all'istituto del preavviso) e, soprattutto, economico-finanziario che sino ad ora hanno rappresentato vere e proprie muraglie fra le i diversi comparti ed i diversi enti della Pa».

Infine il ricambio generazionale. Va bene la sospensione/abrogazione dell'istituto del trattenimento in servizio per favorire il ricambio generazionale nel pubblico impiego e riqualificarne le professionalità presenti. Al contrario non va bene la re-introduzione dell'istituto dell'esonero, che potrebbe riguardare, come già avvenuto in passato, un numero limitatissimo di casi «essendo modesto l'interesse dei dipendenti ad accedere alla pensione con relativo trattamento economico dimezzato».

«ITALIA SEMPLICE»

E' questo il nome di quella che l'ipotesi di accordo chiama "alleanza istituzionale per rilanciare la funzione pubblica nel Paese". E che prevede 5 interventi strategici:

1) ripensare l'organizzazione delle pubbliche ammionistrazioni (territoriale e nazionale) sul territorio. Si prevede un nuovo inizio ch rimatte le persone al centro dei modelli di erogazione: dei servizi pubblici. Un lavoro a tutto campo che deve riguàrdare la pubblica amministrazione statale anche periferica, ma anche quella territoriale, la cui presenza deve essere coerente con il processò attuativo della legge n. 56/2014. Una amministrazione semplice, più ordinata, organizzata secondo il criterio del risultato con una governance che stabilisce: in modo inequivoco quali sono i compiti e le responsabilità di ciascuna amministrazione e ciascun ufficio. Obiettivi questi raggiungibili attraverso una attribuzione delle funzioni amministrative e della responsabilità dei servizi ai livelli di governo più vicini ai cittadini e mediante una riduzione consistente degli enti intermedi locali, regionali e nazionali.
Il risultato di questa riorganizzazione darà la possibilità di ripensare anche il sistema della distribuzione territoriale del lavoro con l'obiettivo di trovare una allocazione ottimale delle risohse umane.

2) valorizzare il capitale umano quale elemento vitale della capacità della PA di dare risposte certe in tempi rapidi. Alla base c'è, «fermo restando l'auspicio di una rapida ripresa della contrattazione per la parte economica», la riapertura della contrattazione per la parte normativa
Questo approccio faciliterà la realizzazione di politiche di efficientamento e modernizzazione del sistema alle quali si assegnano una priorità politica assoluta, quali:
- mobilità intercompartimentale
- staffetta generazionale, con risorse derivanti dal part-time, dalla revisione dell'istituto dell'esonero, dalla risoluzione anticipata del rapporto di lavoro. In relazione alle esigenze di garantire un effettivo ricambio generazionale, occorre altresì una revisione del complesso sistema dÌ contenimento delle spese di persohale, in un'ottica di semplificazione e di maggiore flessibilità
- realizzazione di un «mercato» organico della dirigenza articolato territorialmente, che implichi anche un interVento sulla disciplina dei segretari comunali
- ripensamento del sistema di accesso

3) semplÌficare per crescere: ridefinire e rendere semplici le procedure. Si tratta soprattutto di ridure i procedimenti in cui è necessario un intervento autorizzativo della Pa che invece deve recuperare un ruolo più incisivo nella regolazione e nel controllo; standardizzare le procedure amministrative per fare in modo che ogni cittadino, possa usare la stessa forma e la stessa modalità di interlocuzione con la Pa per lo stesso tipo di pbocedimento; eliminare ogni richiesta di documentazione o certificato di cui il sistema pubblico disponga o possa disporre; adottare una Agenda per la sernplificazione (programma) condivisa tra Stato, Regioni e Autonomie con obiettivi, responsabilità, scadenze e rnodalità di verifica del raggiungimento dei risultati previsti; proseguire un «cantiere per la semplificazione" che affrortiti i temi prioritari posti da cittadini e imprese nella consultazione telematica sulle 100 procedure da semplificare (VEDI).


4) puntare alla digitalizzazione come unico forma di dialogo fra Pa, cittadini e imprese. Entro il 2016 deve scomparire ogni forma di utilizzo della coniunicazibne cartacea e devono essere attivati in ciascun ente forme avanzate di servizi digitali.


5) open data e trasparenza come elementi ordinario dellgire pubblico. L'impegno dè di trasformare in atti normativi organizzativi in ciascun ente, di sostenere l'attuazione delle norme in materia di trasparenza e pubblicare attraverso i singoli portali:
- i risultati e i livelli delle prestazioni erogate aÌ cittadini
- la spesa complessiva di ogni amministrazione con la rnassiria forma di dettaglio possibile
- i tempi di esecuzione di ogni singolo procedimento amministrativo
- il nome del responsabile del procedimento e la valutazione che lo stesso ha avuto nell'anno precedente
- un indicatore che metta in evidenza i tempi medi di risposta dell'ente, della struttura operativa.