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Corte dei conti, nel 2012 ancora alto il disavanzo Ifo: puntare a «meno costi e più autofinanziamenti»

Gli Istituti fisioterapici ospitalieri (Ifo, l'Istituto Regina Elena per la ricerca, lo studio e la cura dei tumori e l'Istituto San Gallicano "specializzatosi nella cura delle dermopatie, in particolare oncologiche e professionali" hanno fatto di tutto (o quasi) per chiudere i bilanci in pareggio, ma non ce l'hanno fatta e la Corte dei conti, nella sua relazione sulla gestione finanziaria, riconosce gli sforzi, ma ribadisce anche l'obbligo «imposto dalle normative di settore anche più recenti al perseguimento ell'equilibrio di bilancio, soprattutto attraverso l'incrementodell'autofinanziamento, la diminuzione dei costi comprimibili ed il recupero di produzione e produttività che attengono all'attività propria dell'Ente».

In sostanza per il 2012 la Corte dei conti rileva che:

- i risultati economici della gestione 2012 degli Ifo mostrano, come nei precedenti esercizi, segni di sofferenza chiudendo l'esercizio con un disavanzo di 59,8 milioni di euro rispetto al disavanzo di 64 milioni del 2011;

- l'andamento delle perdite, secondo un trend già evidenziato nel passato, dipende essenzialmente della peculiarità dell'Irccs Regina Elena e dell'Irccs San Gallicano, «chiamati per fini istituzionali, sanciti da norme dello Stato e della Regione, a esercitare, secondo indicatori di eccellenza, funzioni di alta "specificità", relative alla ricerca biomedica, alle prestazioni assistenziali ed alla formazione». Queste attività, sottolinea la Corte, comportano costi aggiuntivi rispetto alle altre strutture sanitarie, «che tuttora non sono coperti dalla Regione se non a mezzo di contributi straordinari che nel 2012 sono stati maggiorati a 468 milioni di euro (365 milioni di euro nel 2011)»;

- l'aumento registrato del 10% dei ricavi è dovuto essenzialmente all'incremento dei contributi in conto esercizio vincolati (+89%), a quello relativo alla ricerca corrente (+24%) e ai contributi relativi destinati alla ricerca finalizzata (+204%). Alto anche l'aumento delle risorse provenienti da privati per specifici programmi (+239%);

- i ricavi per le prestazioni sanitarie registrano una diminuzione sia rispetto al valore indicato nel budget 2012, che sul bilancio 2011, «a fronte di un aumento dei ricavi da compartecipazione alle spese per prestazioni sanitarie (+13%)»;

- la riduzione dei posti letto legata alla riorganizzazione della rete sanitaria Regionale e il trasferimento dell'attività verso regimi maggiormente efficienti nell'uso delle risorse (day hospital e da questo verso l'ambulatorio) si sono poi ripercossi sui valori economici della produzione;

- la politica aziendale diretta al contenimento della spesa, sottolinea la Corte, «avrebbe dovuto perseguire un più efficiente monitoraggio dell'attività gestita al fine di conseguire a fronte dei maggiori finanziamenti, l'equilibrio di bilancio;

- i costi della produzione rispetto al 2011, registrano un incremento del
3,35% e raggiungono 192,6 milioni di euro, correlato all'attività di ricerca e alla chirurgia robotica (Piano oncologico Nazionale 2010/2011), «che implicano prestazioni complesse irrinunciabili e l'applicazione di protocolli per la diagnosi, la terapia ed il follow-up dei pazienti»;

- la carenza di personale medico ha portato gli Ifo ad avvalersi di personale a contratto di collaborazione coordinata e continuativa (CO.CO.CO) che si rinnova di anno in anno, mentre l'insufficienza di personale tecnico infermieristico è coperta con l'utilizzo di personale esterno con rinnovi periodici;

- il ricorso agli incarichi di collaborazione coordinata e continuativa, anche se finanziati con i fondi destinati alla ricerca, incide sulle difficoltà economiche-finanziarie dell'Ifo, «che si manifestano dai ricorrenti disavanzi registrati ormai da più di 10 anni e dal fatto che le disponibilità liquide sono state in parte oggetto di pignoramento»;

- non sono in linea con i limiti posti dalla "spending review" e dalle successive Leggi di stabilità, i conferimenti di incarichi esterni e la proroga dei contratti in atto;

- i costi per consulenze, collaborazioni ed altre prestazioni di lavoro sanitario e non sanitario comprendono anche i contratti stipulati per progetti di ricerca;

- nel 2012, l'Ifo ha adottato una nuova politica gestionale per il contenimento dei costi, incrementando il ricorso alle procedure di acquisto tramite MEPA (da 272 migliaia di euro a 892 migliaia di euro) e alla Centrale acquisiti della Regione Lazio (da 5 milioni di euro del 2011 a 27 milioni di euro nel 2012). Gli acquisti tramite Consip presentano invece una flessione (da 55 migliaia di euro nel 2011 a 39 migliaia di euro nel 2012);

- il netto patrimoniale si è attestato sul valore di 66,9 milioni di euro, con una flessione dell'8% rispetto all'anno precedente a causa del disavanzo economico;

- il decremento che si registra nei premi assicurativi è conseguenza dell'accantonamento effettuato dall'Ifo al Fondo rischi e oneri per lo più destinato ad affrontare i possibili esiti negativi del contenzioso in corso nei
confronti dei fornitori dei beni e servizi e dei dipendenti;

- per quanto riguarda il rispetto delle disposizioni dei decreti del Commissario per il Piano di rientro e quelle della spending review, gli Ifo hanno dichiarato di aver osservato i limiti di spesa imposti;

- La Corte osserva però che per il 2012 i programmi operativi non sono stati predisposti dalla Regione Lazio e gli Ifo hanno gestito l'attività riferendosi ancora ai principi definiti nel 2011.

Nelle sue conclusioni la Corte ritiene che, «in un contesto caratterizzato dal Commissariamento della Regione Lazio per l'attuazione del Piano di rientro dei disavanzi del settore sanitario, si appalesi prioritario il rispetto del vincolo di budget fissato dalla Regione stessa sul versante dei costi, ancorchè subordinato alla necessità di garantire i livelli essenziali di assistenza ai cittadini, nel rispetto di assistenza ai cittadini, nel rispetto dei principi sanciti dall'art. 32 della Costituzione».

Secondo la relazione la politica aziendale adottata dal'Ifo per il contenimento dei costi «appare efficace» a riportare il bilancio in pareggio, ma, aggiunge la Corte, la Regione per il 2012 non ha «predisposto, come sarebbe stata obbligata, i programmi operativi coerenti con gli obiettivi finanziari programmati con il ripristino del disavanzo al di sotto del 5% e l'attuazione delle relative azioni di supporto contabile e gestionale».