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Scambio di embrioni: genitori "certi" e protocolli specifici per evitare errori. Il Parere del Comitato di bioetica

Arriva al Comitato nazionale di bioetica la vicenda dello scambio di embrioni all'ospedale Pertini di Roma avvenuta ad aprile dove gli embrioni di una coppia, ottenuti attraverso un percorso di fecondazione omologa, sono stati impiantati per errore nell'utero di un'altra donna, che, insieme al marito, si era a sua volta sottoposta ad un analogo trattamento, e sta - al momento in cui il Cnb ha messo a punto il suo documento - portando avanti una gravidanza gemellare.

Difronte a questo «evento avverso, che suscita problemi dal punto di vista umano, etico e giuridico», come lo definisce lo stesso Cnb, la Regione Lazio ha chiesto il 6 maggio 2014 al Comitato di formulare un parere.

Il Cnb non entra nel caso concreto per quanto concerne gli errori tecnici, ma esamina sul piano generale i profili bioetici e biogiuridici emergenti.
E avanza alcune osservazioni preliminari sulla genitorialità e filiazione nel contesto dell'ordinamento giuridico vigente in Italia facendo anche un'articolata riflessione sugli argomenti a favore delle figure genitoriali coinvolte (madre gestante, madre genetica, padre genetico, padre sociale o legale) e sebbene alcuni componenti del Cnb ritengano prevalente una linea rispetto all'altra per ragioni etiche e/o per ragioni giuridiche ed evidenzino alcune criticità rispetto alla linea contrapposta, ognuno riconosce le ragioni e le motivazioni degli altri.

Il Comitato ritiene in questa vicenda di scambio involontario di embrioni di non esprimere una "preferenza" bioetica in merito alla prevalenza delle une o delle altre possibili figure genitoriali «nella consapevolezza che qualsiasi sia la situazione in cui i bambini cresceranno, il dilemma etico resterà aperto. Si aggiunga l'unanime consapevolezza del carattere drammatico e tragico, delle vicende che qui vengono analizzate e della sofferenza umana che esse attivano».

Tuttavia, nella prospettiva dell'interesse dei futuri nati, «protagonisti più deboli della vicenda», il Cnb fa alcune raccomandazioni:

a) il diritto dei nati ad avere due figure genitoriali certe di riferimento;

b) la necessità che tali vicende siano affrontate con sollecitudine, in tempi in grado di consentire ai bambini condizioni familiari adeguate per una equilibrata e serena crescita;

c) l'auspicio etico che sia accantonata la logica stringente dei diritti in competizione e che le famiglie coinvolte siano in grado di accedere alla dimensione della responsabilità e della solidarietà nei confronti dei nati, anche con la garanzia giuridica di non esclusione (es. diritto di visita);

d) il diritto delle coppie a conoscere l'errore e dei nati di conoscere le proprie origini (modalità di concepimento e di gestazione), attraverso una consulenza e un sostegno appropriati;

e) l'incremento, con norme efficaci, delle procedure di sicurezza con protocolli specifici, al fine di evitare errori.