Dal governo

Spending con tagli semilineari

di Dino Pesole (da Il Sole-24Ore)

Vertice a Palazzo Chigi con Renzi, Padoan e Cottarelli per mettere a punto il «metodo» della spending review: i ministri faranno proposte per un taglio che punti all'obiettivo del 3%, poi integrazioni di misure con il menù del commissario straordinario, infine decisione del premier e del ministro dell'Economia.
Tagli semilineari, quindi, per arrivare a 20 miliardi. Nell'ultimo testo del decreto sblocca-Italia "entra" una quantificazione del credito di imposta alle infrastrutture «private»: tetto da 2 miliardi. Dal Tesoro solo 296 milioni (dei 3,9 miliardi totali) entro il 2015.
Il tragitto della spending review, a partire dalla spesa di competenza dei singoli ministeri, ma anche l'individuazione degli ulteriori tagli che entreranno nel menù della legge di stabilità. Ricognizione preliminare e a tutto campo, ieri a palazzo Chigi, tra il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan con i rispettivi staff e il commissario alla spending review Carlo Cottarelli.
Vertice che fonti governative definiscono preparatorio, in vista degli incontri che domani riguarderanno direttamente i titolari dei vari dicasteri. L'obiettivo – anticipato dallo stesso Renzi nell'intervista del 3 settembre al Sole 24 Ore – è di conseguire risparmi del 3% per ciascun ministero. Ogni ministro sarà chiamato a valutare le singole spese da tagliare e fare prime proposte, poi misure integrative (anche dal menù Cottarelli), infine la decisione a Renzi e Padoan, secondo un metodo che si annuncia di tipo «semilineare». Ma dai ministri si annunciano già levate di scudi. «Andare a toccare il fondo sanitario con tagli senza reinvestimenti mette in crisi il sistema universalistico nel futuro» ha avvertito ieri il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.
Per ora siamo alla ricognizione preliminare, poi si tireranno le somme e la relativa cifra verrà inserita nella legge di stabilità di metà ottobre. Si tratta di uno degli addendi della spending review, certamente, da cui si potrebbero recuperare 6-7 miliardi, mantenendo fermo l'impegno, annunciato anch'esso dal premier, di elevare l'asticella dei tagli dai 17 miliardi indicati nel «Def» di aprile a 20 miliardi. Importo onnicomprensivo, poiché di fatto vi dovrebbe rientrare sia l'azione di contenimento selettivo della spesa (riferita sia ai ministeri che agli enti decentrati), sia lo sfoltimento di 2mila società partecipate, sia il nuovo intervento sul versante degli acquisti di beni e servizi intermedi.
Le proposte messe a punto in questi mesi da Cottarelli, che stando alle ultime indiscrezioni dovrebbe assicurare il suo contributo fino alla legge di stabilità (ha chiesto di rientrare al Fmi), costituiscono la base di partenza. La fase ricognitiva preliminare servirà, come del resto in ogni fase preparatoria della legge di stabilità, a individuare la fattibilità politica delle diverse opzioni in campo. Lo stesso Cottarelli ritiene possibile tagliare la spesa per 20 miliardi, e sulla carta gli spazi esistono. Ma poiché i tagli non sono mai indolori, non sarà certo una passeggiata riuscire a garantire il risultato alla fine del percorso parlamentare della legge di stabilità. Cottarelli stesso ha fatto notare come per raggiungere quella cifra non bastino certo interventi solo sulla spesa per gli acquisti di beni e servizi da parte della Pa.
Del resto, stando all'ammontare complessivo di risorse da individuare con la legge di stabilità (non meno di 23 miliardi), la strada dei tagli alla spesa è di fatto obbligata. Si tratta di scegliere, perché anche i tagli – se non ben calibrati e ispirati a un approccio unicamente lineare – possono avere effetti recessivi, e l'approccio dei tagli lineari va decisamente in questa direzione.
Si parte con una ricognizione che riguarda tutte le amministrazioni centrali, dalla stessa presidenza del Consiglio al budget della Difesa e degli Esteri. La legge di stabilità sarà il biglietto da visita con cui il governo dovrà presentarsi a Bruxelles, in vista delle valutazioni che la nuova Commissione esprimerà in novembre. Quindi massima attenzione alle coperture. Non a caso una delle principali questioni sul tappeto della riunione di ieri a palazzo Chigi, si è incentrata proprio sul nodo dell'esatta individuazione delle risorse su cui costruire l'intera manovra di bilancio. All'incontro hanno preso parte anche il ministro delle Riforme e dei Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, e il consigliere economico di Renzi, Yoram Gutgeld.