Dal governo

ANTEPRIMA/ Ecco il programma per la ricerca sanitaria 2014-2016. Ma incombono i tagli della spending review

di Marzio Bartoloni

Il ministero della Salute pianifica la ricerca sanitaria da qui al 2016. Il 23 settembre approda alla Stato Regioni per il primo esame tecnico il Programma nazionale della ricerca sanitaria 2014-2016 con cui sono fissate priorità e strategie per finanziarie la ricerca corrente e quella finalizzata. Ma sul programma - che non indica le risorse a disposizione - incombe la tagliola della spending review, come ha fatto sapere lo stesso ministro della Salute Beatrice Lorenzin che tra i tagli del 3% ai fondi del ministero annovera anche quelli della ricerca.

Le priorità per i prossimi tre anni. La bozza di programma all'esame delle Regioni prevede innanzitutto che gli obiettivi della ricerca sanitaria siano coerenti con le strategie Ue: dal nuovo programma Horizon 2020 fino al nuovo piano «Salute per la crescita» 2014-2020 da poco approvato da Bruxelles. Ma tra le altre priorità nazionali ci sono anche il «sostegno ai processi di innovazione tecnologica, clinica e organizzativa» (a cominciare dall'Hta, l'health tecnology assessment), «un'attenzione sistematica al tema del trasferimento delle conoscenze» per favorire la penetrazione nella pratica clinica dei risultati della ricerca e poi azioni per «favorire una migliore percezione del valore della ricerca in Italia». Fin qui le priorità generali a cui dovranno guardare le diverse ramificazione della ricerca sotto la stella del Ssn (biomedica-clinca; assistenziale-gestionale; sicurezza ambientale e del lavoro; benessere animale; sicurezza alimentare). Priorità su cui lavorerà anche la ex commissione nazionale ricerca sanitaria che secondo il programma avrà due ruoli: quello di indirizzo e di verifica dei risulta ti.

La divisione delle risorse e la tagliola della spending. Il programma nazionale della ricerca sanitaria in attesa che vengono stanziate le risorse fissa subito alcuni paletti importanti: innanzitutto la divisione del budget complessivo della ricerca che negli anni, va detto, si è assottigliato. La ricerca corrente - quella che finanzia tutti - assorbirà almeno il 55% delle risorse disponibili (in passato la torta si è aggirata tra i 150 e i 200 milioni) e la ripartizione avverrà in base ad alcuni criteri di efficienza: il 40-50% dei fondi saranno attribuiti in base alla produzione scientifica, un altro 30-40% in base ai criteri di appropriatezza, esiti, qualità complessiva e il restante 15-25% sulla base della capacità di operare in rete. Un altro 7% del budget complessivo della ricerca sanitaria sarà destinato agli investimenti in «conto capitale» per investire nell'acquisto di strumenti e apparecchiature per la ricerca. Il resto, il 38% della torta, finirà alla ricerca cosiddetta «finalizzata», quella a bando (nella bozza di programma c'è anche uno schema) che mette in gara in particolare gli Irccs, gli Istitituto di ricerca e cura a carattere scientifico. L'ultimo bando, quello del 2013, diventato operativo lo scorso giugno ha messo in palio in tutto 76 milioni (di cui una parte destinata ai giovani ricercatori under 40). Ora però sul futuro delle risorse incombe già una certezza, quella del taglio della spending review: «Abbiamo fatto un taglio del 3% al budget del ministero della Salute, non al fondo sanitario. Sono circa 40 milioni», ha spiegato il ministro Beatrice Lorenzin. Che chiarisce come i tagli siano «in parte sul fondo per la ricerca scientifica».