Dal governo

Dossier Aifa: «Metodo Stamina anarchia terapeutica»

di Ansa

Il metodo Stamina viene portato avanti con «una sorta di anarchia terapeutica» e «l'analisi globale» della documentazione «non evidenzia miglioramenti" sui malati. È quanto scrive l'Aifa in uno studio sulle cartelle cliniche dei pazienti in cura agli Spedali Civili di Brescia a luglio e agosto. Una bocciatura supplementare che da oggi entra negli atti dell'inchiesta della procura di Torino.
Il pubblico ministero Raffaele Guariniello ha consegnato il rapporto Aifa al tribunale del riesame durante l'udienza dedicata alla discussione dei ricorsi di una decina di famiglie (cui si è aggiunto quello di Davide Vannoni, il padre della metodica) contro il sequestro che ha bloccato i trattamenti nel presidio sanitario bresciano.

L'Agenzia per il farmaco non è tenera con Stamina. Se ci sono miglioramenti, sono «quelli soggettivamente riferiti da rari genitori» che «non vengono confermati dai clinici». Sorgono «preoccupazioni in ordine ai profili di sicurezza». E desta delle perplessità il modo in cui i collaboratori di Vannoni applicano i protocolli: il metodo prevede iniezioni endovenose ed endorachidee, ma nelle cartelle si è trovata la traccia di iniezioni inframuscolari. A volte si cambia, insomma, ma questo, per gli esperti dell'Aifa, è «una sorta di anarchia terapeutica».

Guariniello, nel corso di un'udienza in cui hanno preso la parola anche tre genitori di bambini, ha detto "no" al dissequestro. Per puntellare la sua tesi il magistrato ha presentato anche la relazione del Comitato scientifico del Ministero della Salute, dove si legge che «nessuno dei membri si sentirebbe di consigliare Stamina ai pazienti e alle istituzioni».
Il tribunale del riesame deciderà entro il 24 ottobre. Ma la partita di Vannoni con la giustizia è destinata a continuare: il 31 ottobre riprenderà il processo dove è imputato di tentata truffa alla Regione, mentre il 4 novembre comincerà l'udienza preliminare in cui dovrà rispondere di associazione per delinquere. Nel frattempo i carabinieri del Nas continuano a raccogliere materiale. Secondo quanto hanno comunicato a Guariniello, l'entourage di Vannoni, qualche tempo fa, ha chiesto a una società specializzata di vagliare la possibilità di aprire dei centri di produzione delle staminali (le cosiddette "camere bianche") in alcuni Paesi stranieri e, in particolare, in Svizzera, Messico e Hong Kong. Un modo per aggirare il crescente irrigidimento delle autorità italiane.