Dal governo

Neonata morta in ambulanza a Catania. La ministra Lorenzin minaccia il commissariamento della Regione Sicilia. L'assessore Borsellino si dimette. Indagini di ministero e Procura

Dopo la morte della piccola Nicole - la neonata morta per una crisi respiratoria mentre veniva trasportata a Ragusa per l'indisponibilità di posti di rianimazione neonatale nelle strutture sanitarie catanesi - la Sicilia è precipatata nello sconquasso e l'assessore alla Salute della Regione, Lucia Borsellino, annuncia le sue dimissioni: «Le parole del ministro Lorenzin sono state particolarmente dure - dichiara - e io ritengo che non ci siano più gli elementi minimi perché io possa proseguire il mio mandato, ecco perché annuncio le mie dimissioni».

L'assessore reagisce così alla netta presa di posizione della ministra della Salute Beatrice Lorenzin che oggi ha parlato dell'ipotesi di un nuovo commissariamento della Sanità in Sicilia. «Ho già fatto presente questa mia posizione al Presidente Crocetta - dice Lucia Borsellino - Nei prossimi giorni rassegnerò le mie dimissioni. Contribuirò anche da dipendente dell'Assessorato Sanità all'accertamento della verità sul caso della piccola Nicole. Non voglio aggiungere altro».

La tensione tra ministero della Salute e Regione Sicilia è salita ai massimi livelli dopo un comunicato stampa di qualche ora fa in cui la ministra Lorenzin, in attesa del resoconto degli ispettori inviati questa mattina, ha minacciato un nuovo commissariamento della Regione «sugli aspetti di organizzazione e l'appropriatezza per garantire la sicurezza dei pazienti» nel caso in cui i livelli essenziali di assistenza non siano «correttamente erogati dalla regione o se ricorrano elementi».

La ministra Lorenzin ha fissato per lunedì una riunione della task force di ispettori inviata in Sicilia per chiarire tutti gli aspetti della tragica vicenda. A Catania, in un vertice che si terrà nella sede del Nas, carabinieri e ispettori del ministero confronteranno i primi dati raccolti. E alla riunione parteciperanno anche i funzionari della Regione Sicilia.

Nel comunicato della Salute la ministra risponde al governatore siciliano Rosario Crocetta, che ha puntato il dito sulla normativa nazionale che consente per i punti nascita dei centri di primo livello di non avere la rianimazione collegata.

«Vorrei ricordare al presidente della Sicilia - si legge nella nota del ministero - che gli accreditamenti di cui lui parla competono esclusivamente all' Amministrazione che lui presiede. Su questo, con mio rammarico, il ministero della Salute non ha alcun potere esclusivo di intervento. Ricordo che l'Accordo che identifica i requisiti e gli standard che i Punti nascita devono possedere per garantire qualità e sicurezza del percorso nascita, definisce che tutte le strutture, sia pubbliche che private accreditate che effettuano più di 1000 parti/anno, devono prevedere una Unità di Terapia Intensiva Neonatale, con posti letto pari a: intensiva 1/750 nati e sub intensiva 2 posti letto per ogni letto di terapia intensiva, mentre le strutture di I livello, cioè quelle che effettuano meno di 1000 parti l'anno, sia pubbliche che private accreditate, devono possedere una nità operativa di pediatria/neonatologia, con la presenza di tutti i requisiti contemplati nell'Accordo e deve essere prevista una rete secondo il modello Hub e Spoke, sia per il trasposto assistito materno (Stam) che neonatale d'urgenza (Sten), garantendo in tal modo l'integrazione funzionale tra i Punti nascita di I e II livello».

E la ministra precisa anche «che anche l'Intesa tra il Governo e le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano del 5 agosto 2014 sul Regolamento recante "Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera, riprende quanto stabilito nell'Accordo citato e siglato il 16 Dicembre 2010».

L'inchiesta del ministero della Salute. Per tentare di capire il perché della tragedia e far luce sul caso, la ministra della Salute ha inviato ispettori in Sicilia. «Abbiamo chiesto una relazione dettagliata e in tempi brevi», ha spiegato, esprimendo «profondo sdegno per una vicenda che lascia sgomenti». La ministra ha poi sottolineato che quello della neonata catanese non è il primo caso del genere e che nei nuovi Lea si punta a sostenere il percorso materno-infantile. «Nei nuovi Livelli essenziali di assistenza abbiamo inserito la parte prenatale come assistenza al parto. Per noi la rete di neonatologia è una priorità. Riferirò in aula del risultato delle ispezioni, che ci saranno in tempi brevi, come in tempi brevi verificherò i Lea in Sicilia a la rete neonatale».

Intanto ci sono i primi indagati della Procura. Lo ha annunciato il procuratore Giovanni Salvi: «Ci sono alcune iscrizioni nel registro degli indagati. Dobbiamo procedere necessariamente - ha spiegato Salvi - all'iscrizione di coloro che hanno avuto parte in questo percorso per consentire loro di avere tutti gli elementi per difendersi. Ma per il momento non ci sono individuazioni di precise responsabilità».

Per ricostruire la dinamica dei fatti e accertare le responsabilità servirà tempo. Il magistrato ha infatti sottolineato che si tratta di «un caso complesso. Bisogna valutare l'origine della patologia, le cure prestate, la richiesta alle strutture specialistiche e il trasporto».

Il corpicino di Nicole è nell'obitorio dell'ospedale «Paternò - Arezzo» di Ragusa. L'autopsia, secondo Salvi, potrà essere eseguita tra lunedì e martedì. «Per potere svolgere accertamenti tecnici irripetibili, per l'autopsia che deve essere fatta - ha spiegato il procuratore - devono essere individuate delle persone che un domani potrebbero essere chiamate a rispondere di questo reato, ma al momento non abbiamo elementi specifici che possano fare ritenere di responsabilità già accertate». Salvi ha precisato che «le responsabilità penali sono sempre di singoli non di strutture, la responsabilità per l'organizzazione dei servizi sono di altri e possono essere di più persone che con condotte autonome hanno portato a questo risultato».

Intanto, ha reso noto il capo della Procura, «è stata acquisita la documentazione medica e stiamo acquisendo quella di strutture amministrative deputate a individuare il luogo dove doveva essere portata e gli ospedali presso i quali hanno detto che non c'era capienza. Tutto questo verrà fatto tra qualche ora e poi avremo idee più chiare».

L'inchiesta della Regione. A indagare è anche la Regione, che a breve istituirà una commissione regionale per le verifiche negli ospedali catanesi. Lo ha detto Giorgio Giulio Santonocito, direttore generale dell'ospedale Garibaldi di Catania, al termine del vertice con i manager della sanità catanese convocato oggi a Palermo dall'assessorato alla Salute, Lucia Borsellino. «C'e un indagine in corso, e c'é una commissione che si insedierà e a breve e verificherà. Quindi tutti i chiarimenti saranno dati in quella occasione», ha dichiarato Gullo.

Le polemiche. Il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, assolve gli ospedali e accusa i medici. «I tre ospedali catanesi sono tra i più
attrezzati ed efficienti non solo della Sicilia, ma di tutto il Sud Italia. Bisognerà entrare nel merito delle decisioni del personale medico, che sicuramente ha fatto degli errori di valutazione», afferma Crocetta.

E Crocetta punta il dito sulle normative nazionali: «La norma nazionale prevede che i centri di secondo livello hanno l'obbligo di avere la rianimazione collegata mentre quelli di primo livello possono farne a meno, solo che per la maggior parte si tratta di cliniche private. Ritengo invece necessario che qualsiasi centro neonatale debba avere la rianimazione e chi non si adegua non deve essere autorizzato a espletare l'attività. Questo non dipende dalla Regione ma dalle linee del ministero che sono in contrasto con la nostra posizione - prosegue il governatore - Il ministro Lorenzin riveda subito questa impostazione».

Riguarda il caso della piccola Nicole, per Crocetta qualcuno non ha osservato due aspetti: «dalla clinica non è stato allertato immediatamente il servizio 118 che ha a disposizione i dati di tutti i centri di rianimazione e delle strutture attrezzate come ambulanze ed elisoccorso; da parte degli ospedali invece non è stata valutata come doveva essere la
gravità della neonata e dunque c'è stata una omissione. Di tutto questo il governo della Regione chiederà conto ai responsabili», assicura il governatore.

Rimanda le accuse al mittente il professore Vincenzo Di Benedetto, primario dell'Utin del policlinico di Catania, una delle unità intensive in cui non c'era posto per Nicole: «Chiamatela col suo nome, malapolitica, perché questo non è un caso di malasanità», ribatte il primario, che attacca: «Giornalmente -spiega- dobbiamo rifiutare ricoveri in questa unità di terapia complessa, così come altre unità catanesi di chirurgia pedriatica Utitn non c'erano posti. Questo è soltanto un boomerang dei tagli sconsiderati alla sanità regionale».

L'incredulità del presidente della Repubblica. Sulla vicenda il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato un messaggio al governatore Rosario Crocetta, esprimendo la sua «incredulità» per la vicenda. «Mi appello al governo e al Parlamento - ha detto il Garante per l'Infanzia Vincenzo Spadafora - perché intervengano sulle reali priorità del Paese. E il diritto alla salute, in tutte le Regioni d'Italia, lo è».

La vicenda. In base a quanto ricostruito, il parto è stato regolare, ma subito dopo la piccola ha avuto una crisi respiratoria. I medici hanno cercato invano un posto nelle unità di terapia intensiva e rianimatoria di Catania e poi hanno allertato il 118. Era stato trovato un posto nell'ospedale di Ragusa, ma la bimba è morta prima di arrivarci. L'assessorato alla Salute della Regione siciliana ha avviato un'indagine amministrativa, e i manager delle aziende ospedaliere di Catania sono stati convocati per domani dall'assessore Lucia Borsellino.

Controlli della polizia scientifica sono stati già effettuati nell'ambulanza utilizzata per trasportare da Catania a Ragusa la piccola Nicole. Si vuole verificare se il mezzo fosse idoneo a essere utilizzato per un trasporto così delicato e se fosse dotato delle apparecchiature necessarie per fronteggiare un'emergenza respiratoria. «Manifestiamo amarezza per la famiglia ed esprimiamo cordoglio per la scomparsa della piccola», dicono dalla casa di cura Gibino, che, assicurano, «sta collaborando con le autorità competenti e gli investigatori per fornire nel dettaglio il quadro clinico delle bimba al momento e dopo la nascita». Nella casa di cura riferiscono che «al momento della nascita la piccola presentava condizioni di salute critiche che richiedevano la rianimazione neonatale immediata e il trasferimento in un'Unità di terapia intensiva neonatale (Utin), una volta stabilizzati i parametri vitali».