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ANTEPRIMA/ Agenas al setaccio della Corte dei conti: bene i bilanci, ridurre i residui passivi

L'esercizio 2013 di Agenas (l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) si chiude con un avanzo finanziario di competenza pari a 9,005 milioni e un rilevante incremento di € 3,383 milioni (+60%) rispetto al 2012. A rendere possibile questo risultato, secondo l'analisi della Corte dei Conti che ha passato al settaccio i bilanci dell'Agenzia, è la crescita delle entrate complessive (+23%) rispetto alle spese (+13%). Nell'ultimo bilancio, infatti, spiccano le entrate relative all'attività di gestione del Sistema nazionale di educazione continua in medicina (Ecm) arrivate a 15,589 milioni di euro rispetto ai 15,044 milioni del 2012, nonché i maggiori trasferimenti correnti da parte dello Stato, passati da 7,592 milioni a 11,167 milioni (+47%). Si è notevolmente incrementata, inoltre, sia la partecipazione degli enti e privati al cofinanziamento dei progetti di ricerca finalizzata e dei programmi speciali nazionali ed europei (da € 188 mila a € 615 mila) sia gli introiti da parte delle regioni per accordi di collaborazione (+30%), pari ad € 638 mila (€ 491 mila nel 2012), mentre risulta leggermente diminuito l'apporto delle altre entrate (-4%).

Anche nell'esercizio in esame, tuttavia, secondo la Corte dei conti, si conferma la necessità – compatibilmente con la pratica attuazione dei programmi di ricerca la cui approvazione spesso supera i limiti temporali legati alla predisposizione del bilancio di previsione - che l'Agenzia «continui ad adottare tutte le iniziative idonee a ridurre la consistenza dei residui passivi».

I compensi per il personale In relazione alla dinamica retributiva dei compensi corrisposti al personale in servizio nel 2013, la Corte segnala la necessità di continuare l'azione di contenimento di tali oneri in linea con l'orientamento generale invalso nei confronti delle pubbliche amministrazioni.
Per le collaborazioni concernenti l'attività di Ecm l'Agenzia ha impegnato
€ 1,604 milioni (a fronte di € 1,014 milioni nel 2012), con netto incremento
determinato dall'avvenuto definitivo passaggio dell'intero sistema dal ministero della salute all'Agenzia.
Gli incarichi temporanei di collaborazione finalizzati all'attuazione di ricerche, sperimentazioni o per altri programmi speciali hanno comportato una spesa di € 4,777 milioni (€ 3,700 milioni nel 2012), mentre per incarichi di collaborazione finanziati con entrate proprie l'Agenzia ha impegnato € 3,268 milioni (€ 2,241 milioni nel 2012).

La crescita del patrimonio netto In considerazione della più evidente crescita delle entrate complessive (+23%) rispetto alle corrispondenti spese (+13%), l'esercizio in esame si chiude con un avanzo finanziario di competenza pari a € 9,005 milioni ed un netto incremento di € 3,383 milioni (+60%) rispetto al 2012.
In particolare si registra un maggior (+16%) saldo positivo della gestione caratteristica dovuto alla più consistente crescita, in valore assoluto, dei ricavi rispetto ai costi; a fine 2013, l'utile d'esercizio raggiunge l'importo di € 7,599 milioni con un decremento del 25 per cento, conseguenza del venir meno dei proventi straordinari del 2012; il patrimonio netto, per effetto del positivo risultato economico e della stabilità del fondo di dotazione, si attesta ad euro € 78,487 milioni, superiore dell'11 per cento rispetto al 2012; discreta è la crescita (+11%) del fondo di cassa che, al termine del 2013, presenta la consistenza di € 74,343 milioni, mentre la gestione dei residui continua a presentare marcata preminenza dei passivi rispetto agli attivi, in ragione anche della durata pluriennale di taluni programmi di attività; l'avanzo di amministrazione, infine, riporta nel 2013 (€ 66,591 milioni), un incremento del 19 per cento.

Serve un'attenta previsione di spesa Secondo la Corte, infine, gli accertamenti e gli impegni continuano ad evidenziare notevoli scostamenti, sebbene inferiori rispetto all'esercizio precedente, sulle previsioni di bilancio (rispettivamente pari al 26% e al 50%) «e inducono a ribadire la necessità di una più attenta ponderazione delle esigenze dell'Ente in occasione della stesura del documento previsionale, specie in materia di spese, al fine di assicurarne la reale pianificazione e l'attendibilità, nonché lo svolgimento delle attività assegnate all'Agenzia e, in particolare, di quelle connesse alla ricerca e alla sperimentazione».