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Stabilità 2016/ Renzi: «Escludo tagli alla Sanità, male che vada confermeremo le cifre»

«Escludo tagli: sulla sanità, se le cose vanno in una certo modo, male che vada in legge di stabilità ci saranno le stesse cifre di quest’anno». Parola del premier Matteo Renzi, ospitato dalla trasmissione televisiva Otto e Mezzo e interpellato dalla conduttrice proprio sui due temi caldi delle misure per la Sanità e per gli esodati.

Affermazioni da leggere in combinato disposto con quanto affermato, sempre nel corso di un’intervista Tv, dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Che sulla Sanità ha spiegato: «Si può spendere meno e meglio», per poi aggiungere ai microfoni di SkyTg24 che nella prossima legge di Stabilità il governo «guarderà a tutte le fonti possibili di risparmio».

Infine, Padoan ha aggiunto che nella prossima “finanziaria” «non solo ci sarà l’eliminazione della Tasi ma saranno eliminate anche le cosiddette clasuole di salvaguardia che erano state introdotte in via temporanea dalla precedente legge di stabilità».

A stretto giro i primi commenti sulle parole di Renzi. «Un film già visto che fa scattare un campanello d’allarme, perché non aumentare il fondo sanitario equivale a tagliare», spiega Massimo Cozza, responsabile Cgil Medici. «E' lo stesso ritornello già sentito, che ha portato a 2,35 miliardi in meno per la sanità pubblica - prosegue Cozza - e che rischia di veder decurtati altri 3,4 miliardi. Al di là delle belle parole che promettono “niente tagli”, in due anni di Governo Renzi, rischiamo di arrivare a una perdita di quasi 6 miliardi di euro nella sanità pubblica attraverso un mancato aumento del fondo annuale per il finanziamento del Ssn». L’aumento annuale del fondo sanitario, infatti, specifica Cozza, «è necessario per poter garantire le prestazioni ai cittadini ed è previsto nel Patto per la salute. Per questo, non aumentarlo significa tagliare».

Scatta l’allarme rosso anche per Cittadinanzattiva: «Le dichiarazioni del Presidente del Consiglio ci allarmano particolarmente - dichiaraTonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva - perché si tradurrebbero in circa 8 miliardi di euro in meno per il Ssn rispetto al livello di finanziamento previsto dal Patto per la Salute 2014-2016 e la Legge di Stabilità per il 2015. Miliardi che si aggiungono ai 30 di tagli accumulati negli ultimi 5 anni». «A questo punto lo sbandierato rilancio della sanità pubblica, attraverso quanto Previsto dal Patto per la salute, è pienamente smentito da queste dichiarazioni. Piuttosto che continuare a smantellare il Ssn, se c'è necessità di trovare risorse che il Governo intervenga sul “tesoretto” di circa 50 miliardi di euro annuali di spesa corrente extra sanitaria delle Regioni, sulle quali poco o niente si è fatto in questi anni. Un intervento mirato potrebbe addirittura portare all'alleggerimento del peso dei ticket per i cittadini e portare a compimento quelle riforme che stanno a cuore a cittadini e pazienti affetti da patologie croniche e rare, come l'aggiornamento dei Lea, la revisione del nomenclatore tariffario e l'aggiornamento dell'elenco delle malattie croniche e rare. Altro che disinvestimenti. Un Paese come fa a crescere se i cittadini non sono in salute».


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