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Ricciardi (Iss): nel 2014 avanzo di 9 mln tagliando i viaggi in business class. Corte dei Conti: contenere ancora i costi e puntare sulla prestazione di servizi

di Rosanna Magnano

L’Istituto superiore di sanità migliora i conti ma la politica della cinghia stretta deve continuare, puntando a diminuire la dipendenza dai fondi pubblici. È questo in estrema sintesi il verdetto della Corte dei Conti sulla gestione finanziaria dell'Iss 2013-14.

L’Istituto superiore di sanità - commissariato nel luglio 2014 - dopo aver registrato un disavanzo finanziario nel 2013 per euro 2,76 mln (-4,35 nel 2012) ha recuperato nell'esercizio 2014, che ha chiuso con un avanzo di 9,6 mln di euro. Ma l’obiettivo di camminare sulle proprie gambe è ancora un miraggio. «Resta sostanzialmente costante - si legge nella relazione della Corte dei conti - l'indice di dipendenza finanziaria dalle pubbliche contribuzioni che supera il 90% in quanto le risorse proprie dell'Istituto non raggiungono il 10% delle entrate». Tra i suggerimenti dei giudici contabili per smarcarsi dai finanziamenti statali quello di potenziare «le entrate connesse alla “vendita di beni e prestazioni di servizi” costituite principalmente dalle somme derivanti dai servizi a pagamento resi a terzi, che invece subiscono una contrazione: sono pari a 5,9 milioni di euro nel 2012 e a 5 milioni nel 2013, mentre nel 2014 si assiste ad una lieve ripresa sostanziandosi in 5,3 milioni di euro».

L'Istituto nel 2014 ha avviato la sua azione al riequilibrio economico-finanziario ma gli effetti saranno pienamente valutabili dall'esercizio 2015. In particolare l'ente ha ridefinito alcune procedure legate alla propria attività che incidevano sulle entrate: è stato aggiornato il tariffario dei servizi resi a terzi; si è dato rilievo al cosiddetto «overhead», ossia la percentuale di rimborso di una quota di spese generali sostenute dall'Iss e sono stati istituiti tre gruppi tecnici per migliorare l'azione dell'istituto.

In diminuzione i costi della produzione
«Passati dai 175,1 milioni di euro del 2012 ai 164,2 milioni di euro del 2013 (-6,2%) per attestarsi nel 2014 su 160,5 milioni di euro (-2,2%, rispetto al 2013)». Un segnale positivo evidente, sottolinea la Corte dei Conti, «dell'azione dell'ente diretta a ridurre i costi sostenuti per l'acquisizione di beni e servizi, attraverso il monitoraggio delle procedure di approvvigionamento e delle procedure per gli acquisti centralizzati».

Pur in diminuzione, permane il fenomeno dei residui attivi e passivi che si attestano ancora su un volume elevato al termine dell'esercizio 2014. In conclusione, «l'esame delle risultanze gestionali complessive e in particolare della gestione caratteristica porta a ritenere necessario proseguire con scelte gestionali di contenimento dei costi e di sviluppo dell'attività convenzionale, che consentano all'Istituto di far fronte anche ad eventuali ulteriori limitazioni dei finanziamenti pubblici, dai quali, allo stato, resta ancora quasi totalmente dipendente».

Ricciardi: «Risultato ottenuto tagliando i viaggi in business class»
I cordoni della borsa non possono quindi allentarsi anche se l’attenzione agli sprechi ha già dato i suoi primi frutti. «Abbiamo riportato i bilanci dell'Istituto in attivo per 9 milioni - sottolinea oggi Walter Ricciardi, presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, durante l'audizione in Commissione Igiene e Sanità al Senato - e abbiamo recuperato ben 19 milioni di euro solo grazie al fatto che sono state evitate spese improprie non inerenti alla ricerca, ma ascritte tra le spese per la ricerca, come i biglietti aerei in classe business».

«Stiamo lavorando - ha detto - per un nuovo ruolo dell'Istituto Superiore di Sanità come produttore di conoscenza scientifica e alla creazione di un portale della conoscenza, facilmente consultabile, in cui le nostre ricerche vengano messe a disposizione dei cittadini in modo semplice e divulgativo».

Nel 2014, visto il particolare momento critico vissuto dall'Istituto, allora sotto commissariamento, gli 80 anni dell'Istituto sono passati inosservati, ha sottolineato Ricciardi, «ma nel 2016 festeggeremo gli 82 anni attività» e nello stesso anno, «speriamo di poter ospitare un grande convegno internazionale su come il nostro paese può lottare contro il cambiamento climatico». Tutte cose, ha specificato, che «vogliamo fare attraverso i lavoratori dell'istituto». Per utilizzarlo al meglio «abbiamo attivato una piattaforma intranet che identifica e ridistribuisce dove necessario le competenze delle persone: abbiamo 500 precari che possiamo ora orientare sulla base della loro expertise sulle esigenze scientifiche». E, a proposito delle risorse del personale, da un sondaggio condotto tra i 1.100 dipendenti è emerso che i punti di forza dell'Istituto, «sono percepiti essere il prestigio dell'ente, la competenza, il forte senso di appartenenza. Punti deboli sono eccessiva burocratizzazione, mancanza di meritocrazia, obsolescenza delle strutture, frammentazione delle competenze, alta età media».

Quanto ai fondi per la ricerca e alla preoccupazione dell'ingresso di privati, «il nostro obiettivo primario - ha detto Ricciardi - è vincere finanziamenti competitivi: partecipare, perché siamo bravi, a bandi concorsuali dove ci sono i veri soldi. Horizon 2020 - ha esemplificato - ha 70 miliardi di euro, l'Italia vi contribuisce per il 17% eppure a tutt'oggi per le strutture pubbliche è stata una debacle, ad eccezione dell'Iss con gli unici quattro progetti di ricerca finanziati. A dimostrazione del fatto che quando metti insieme i fattori produttivi, competi e vinci. Vogliamo innanzitutto fare questo: prendere i soldi veri dove ci sono. Se l'Italia prendesse il 17% dei soldi che da'...ma ci basterebbe prenderne l'1%: sarebbero 700 milioni di euro e avremmo messo tutto a posto».

Emilia Grazia De Biasi (Pd): «Servono investimenti per stabilizzare i precari»
«La riorganizzazione presentata dal presidente dell'Iss mi sembra molto ambiziosa e importante, essenziale per dare finalmente all'Istituto la credibilità anche internazionale che ha sempre avuto. Rimane il problema della stabilizzazione dei precari e per farlo servono investimenti». Lo ha affermato Emilia Grazia De Biasi, presidente della Commissione Sanità del Senato, a margine dell'audizione di Ricciardi. «Cercheremo di capire nella legge di Stabilità, se sarà possibile, come poter contribuire come Parlamento alla soluzione di questo problema - ha aggiunto - I dipendenti sono tanti, c'è un mix generazionale da mantenere, ma c'è il tema della stabilizzazione e su questo vediamo che spazi si potranno aprire».


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