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Scienze omiche e Osservatorio per la sicurezza: rush finale alla Stato-Regioni

Il “Piano per l’innovazione del Servizio sanitario nazionale basato sulle scienze omiche” e le disposizioni che istituiscono l’Osservatorio che dovrà garantire la sicurezza in sanità sono all’esame della Conferenza Stato Regione. All’Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza nella sanità sono attribuite funzioni cruciali nella costruzione di un modello innovativo di prevenzione del rischio sanitario. Monitoraggio su errori sanitari e scambio di buone pratiche, nonché individuazione di linee di indirizzo, in collaborazione con le società scientifiche e le associazioni tecnico-scientifiche delle professioni sanitarie, e formazione del personale sanitario sono tessere di un unico mosaico disegnato per una corretta gestione del rischio clinico.

L’Osservatorio, previsto dalla legge sulla responsabilità professionale, è incardinato in Agenas che potrà disporre e analizzare unitariamente tutti i dati regionali relativi alle cause, all’entità, alla frequenza dei sinistri consentirà, scattando una fotografia in alta definizione sui segmenti dove occorre ancora intervenire. È in questo modo, secondo Agenas, che si potranno definire linee di indirizzo e individuare percorsi formativi capaci di incidere efficacemente nella soluzione delle criticità rilevate, affinché gli errori analizzati non si ripetano più.

Il provvedimento sulle scienze omiche, invece, analizza i progressi nell’ultimo decennio nel campo della genomica e delle scienze ad essa affini ponendo le premesse per una nuova era nel campo della salute, quella della medicina personalizzata. Sebbene non esista definizione ufficiale, la medicina personalizzata si riferisce ad un modello medico che utilizza applicazioni genetiche/genomiche per definire la giusta strategia terapeutica per la persona giusta al tempo giusto, per determinare la predisposizione individuale alle malattie e per fornire prevenzione mirata in modo tempestivo. La diagnosi precoce, i programmi di prevenzione “mirati”, e trattamenti terapeutici specifici per ogni singolo paziente sono tra i capisaldi di questa nuova vision. L’esperienza degli ultimi anni ha, peraltro, evidenziato il gap esistente tra le enormi potenzialità derivanti dalla conoscenza del genoma nel suo complesso funzionamento e l’impatto sinora avuto da questa conoscenze sull’implementazione di programmi di salute per la popolazione.

L’obiettivo, dunque, è quello di trasferire le conoscenze genomiche nella pratica dei servizi sanitari, in un approccio che metta al centro l’individuo ed aumentare l’efficacia della prevenzione diagnosi e cura.


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