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Aifa: 4 cittadini su 10 prendono antibiotici, la situazione è critica

di Ernesto Diffidenti

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24 Esclusivo per Sanità24

"Nel 2019 il consumo complessivo di antibiotici in Italia è stato pari a 21,4 dosi ogni 1.000 abitanti e ciò vuol dire che circa 4 cittadini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici nel regime convenzionale". Sono i dati del Rapporto Osmed sull'uso degli antibiotici presentato dall'Agenzia italiana del farmaco Aifa che definisce la situazione "critica sia per la diffusione dell'antibiotico-resistenza sia per il consumo degli antibiotici" sollecitando "urgenti azioni di prevenzione e controllo". Nel 2019 gli antibiotici hanno rapresentato il 3,6% della spesa e l'1,5% dei consumi totali a carico del Ssn. Oltre l'80% delle dosi, pari a 17,5 dosi per 1000 abitanti, è stato erogato dal Servizio sanitario nazionale, con una riduzione del 2,9% rispetto al 2018. La quota di antibiotici acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche, rapportata alla popolazione residente, ha rappresentato una parte minoritaria del consumo a carico del Ssn (1,9 dosi per 1000 abitanti), sebbene il suo monitoraggio sia di grande importanza per il controllo dell'antibiotico-resistenza in ospedale.

"Nelle mappe europee relative alla distribuzione dei batteri resistenti in Europa - continua il rapporto - l'Italia detiene insieme alla Grecia il primato per diffusione di germi resistenti. Una delle ragioni per cui si sta assistendo in Italia e nel mondo a un aumento delle resistenze batteriche è l'uso non sempre appropriato degli antibiotici. Utilizzare gli antibiotici con attenzione deve essere un impegno e un dovere per tutti, dai professionisti sanitari alla popolazione generale".

Complessivamente i consumi si mantengono superiori a quelli di molti Paesi europei con una spesa pro capite nazionale (13,9 euro) , in diminuzione rispetto all'anno precedente.

Gli antibiotici, ricorda Aifa, sono "i farmaci più prescritti nella popolazione pediatrica". In particolare, il 40,9% dei bambini tra 0 e 13 anni ha ricevuto almeno una prescrizione nel corso del 2019 e ad assumerne di più sono quelli tra 2 e 6 anni, "in parte a causa dell'elevata incidenza delle malattie infettive in questa fascia d'età" ma anche "per le pressioni da parte dei genitori". Per le donne l'utilizzo è legato al trattamento delle infezioni delle vie urinarie, mentre per gli uomini over 75 è spesso collegato a sovrainfezioni batteriche nei pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco).

Nel 2019 il 73% delle dosi consumate sono state acquistate in farmacie a carico del Servizio Sanitario Nazionale, l'8,9% erogate dalle strutture sanitarie e l'18,2% comprate dal cittadino a proprie spese. Nove prescrizioni di antibiotici su dieci a carico del Servizio sanitario nazionale è stata fatta dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta ed è su di loro che "è importante agire per migliorarne l'appropriatezza prescrittiva".

Dal 2016 al 2019 la riduzione dei consumi di questi medicinali in regime di assistenza convenzionata è stata del -5,8%, anche se ancora lontana dall'obiettivo del Piano nazionale di contrasto dell'antimicrobico-resistenza, che prevede una riduzione di oltre il 10% nel 2020 rispetto al 2016. Il maggior consumo si registra al Sud e nelle Isole (19,6 dosi per mille abitanti), seguito dal Centro (16,8) e dal Nord (12,4).

Per Nicola Magrini, direttore generale dell'Aifa, anche durante la pandemia Covid, "c'è stato sovrautilizzo di antibiotici e un chiaro cattivo uso per far fronte a un'epidemia che ci ha preso di sorpresa".

"Ci sono emergenze - ha proseguito Magrini - che arrivano d'un tratto come i terremoti e altre che sono come l'acqua alta e che salgono pian piano. L'antibioticoresistenza è come l'acqua alta ed è un problema globale condiviso dalla totalità dei Paesi". Per avere un impatto, ha proseguito il Dg Aifa, "occorrono drastiche riduzioni dell'uso di antibiotici, non del 3-4%, ma drammatiche riduzioni, non facili da realizzare da un anno all'altro". È un fenomeno di cui si ha consapevolezza da un paio di decenni ma che "conosciamo forse da quando gli antibiotici sono stati scoperti e hanno manifestato il problema della creazione di resistenza al loro effetto". Il problema del mal uso di antibiotici riguarda l'utilizzo nel settore umano e veterinario ma "anche in agricoltura è pervasivo". E, ha concluso Magrini, "mi auguro sia all'attenzione del G20 che l'Italia ospiterà il prossimo anno".


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