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Airc/ Mattarella: le teorie anti-scientifiche minacciano la salute pubblica, la ricerca è garanzia di futuro

di Er.Di.

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"La ricerca è garanzia di futuro. Eppure, dopo tanta evidenza, dopo che è stato dimostrato nella drammatica esperienza della pandemia che i costi umani sarebbero stati di gran lunga maggiori senza la scoperta dei vaccini in tempi rapidi, continuano a circolare teorie irragionevoli e anti-scientifiche. Non soltanto offuscano la visione del bene comune, ma sovente minacciano la salute stessa dei cittadini, contravvenendo alla prescrizione dell'articolo 32 della Costituzione, secondo il quale la salute è, insieme, fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della celebrazione al Quirinale, de 'I giorni della ricerca' promossa dall'Airc. ""Il Nobel 2023 per la medicina è stato assegnato alla biochimica Katalin Karikò e all'immunologo Drew Weissman per la tecnologia che ha reso possibili i vaccini più efficaci contro il Covid-19 - ha aggiunto - . Sappiamo che questa tecnica, fondata sull'utilizzo dell'RNA messaggero, potrà servire per importanti sviluppi anche in altri ambiti di cura, comprese le terapie antitumorali. Un tempo la iper-specializzazione sembrava il destino della ricerca avanzata, ora l'inter-disciplinarietà è divenuta molto più che una opportunità. Si è ormai affermata. Non avremmo sconfitto con questa rapidità il Covid senza una straordinaria cooperazione mondiale della ricerca. Contiamo che non sia un'eccezione bensì la regola. Un esempio per il futuro. Una strada che l'umanità non deve abbandonare". Mattarella, inoltre, ha elogiato l'Airc per la "scommessa sui giovani". "Destina ai giovani parte cospicua delle risorse che raccoglie - ha detto - : è una scelta felice. I nostri giovani ricercatori sono bravi, si fanno valere in ogni contesto, emergono per qualità in tanti laboratori di tutto il mondo. Rappresentano un orgoglio per il nostro Paese, oltre che un motore per l'Europa". Un riferimento alle guerre in corso, infine. "La collaborazione nella ricerca non deve essere fermata, né rallentata dalle guerre e dalle tensioni geopolitiche - ha sottolineato Mattarella - . Anzi, la collaborazione tra scienziati sui grandi obiettivi comuni dell'umanità può produrre anticorpi anche contro l'espansione dei conflitti. La salvaguardia delle vite, la loro cura, deve essere la principale preoccupazione dell'umanità, segnata da un destino palesemente comune".

Dal canto suo Andrea Sironi, presidente di Fondazione Airc, aprendo la cerimonia al Quirinale, ha ricordato che "l'Italia ha una lunga storia di eccellenza nella ricerca scientifica, ma, mentre altri Paesi europei hanno aumentato gli investimenti, nel nostro investiamo ancora troppo poco". Dalla crisi del 2008 la spesa pubblica in ricerca e sviluppo ha subito una costante riduzione ed è scesa allo 0,55% del Pil per risalire solo negli ultimi tre anni allo 0,65%. Sommando la spesa privata a quella pubblica si arriva a 1,46% del Pil, un valore molto inferiore a quello delle principali economie dell'Unione europea: Francia al 2,45%, Germania sopra al 3%. "A fronte di questi dati - ha aggiunto Sironi - la comunità scientifica italiana si trova a fronteggiare una situazione complessa che mette a rischio la capacità del Paese di competere globalmente e di attrarre e trattenere i giovani più capaci e promettenti, quei giovani che noi stessi formiamo nelle nostre università con investimenti significativi. Occorre investire per invertire questa tendenza, dal momento che il cancro resta un'emergenza nazionale e la ricerca scientifica è l'unica vera arma che abbiamo per combatterlo, al fianco della prevenzione e della diagnosi precoce".

Grazie all'impegno di Airc e alla generosità degli italiani, oltre 137 milioni di euro nel solo 2023 sono stati destinati a 6.000 ricercatori e ricercatrici al lavoro prevalentemente in istituzioni pubbliche. Numeri importanti ma, ha sottolineato Sironi, "si deve fare di più, perché si riesce a finanziare solo metà degli studi meritevoli". Lo scorso anno si sono registrati "390mila nuovi casi di cancro, più di mille al giorno assistiamo a un aumento delle diagnosi, anche per l'aumento di alcune forme tumorali fra i più giovani. Ma vediamo anche un aumento costante delle guarigioni. Dopo una diagnosi di tumore, sono vivi 3 milioni e 600mila italiani - ha evidenziato - il 37% in più rispetto a 10 anni fa. La ricerca sta togliendo sempre più terreno al cancro grazie al lavoro degli scienziati".

Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha assicurato la firma, a breve, del decreto per la ripartizione del Fondo per il Piano oncologico nazionale, che prevede 10 milioni di euro per ciascun anno dal 2023 al 2027. "Lo scorso anno, proprio qui al Quirinale ho tenuto il mio primo intervento pubblico da ministro della Salute - ha ricordato -. A distanza di un anno sono orgoglioso di poter dire che il Piano oncologico nazionale è stato tra i primi atti che ho firmato. Un documento atteso da tempo, che ha la finalità di abbattere le tante differenze nell'accesso alle cure oncologiche che sono presenti sul nostro territorio nazionale e che rappresentano una violazione grave e dolorosa del principio di equità a cui si ispira il nostro Servizio sanitario. Il Piano oncologico nazionale testimonia l'attenzione del Governo, e del ministero della Salute, verso una patologia che rappresenta a tutt'oggi la seconda causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari, ovvero circa un quarto di tutte le cause di morti e, soprattutto, un terzo delle morti prevenibili". Con la stima di un incremento del 40% del numero dei casi entro il 2040, un problema che rappresenta "veramente una sfida per i servizi sanitari e necessita di una nuova visione, di dimensione non solo nazionale ed europea, con soluzioni che sfruttino al meglio l’evoluzione delle conoscenze, la disponibilità di strumenti diagnostici e terapeutici innovativi funzionali a migliorare prevenzione e trattamento delle patologie oncologiche".


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