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Giorgio Palù lascia la presidenza di Aifa: “Umiliante l’incarico di un anno”. Schillaci e Gemmato: stupiti ma ora avanti con profonda revisione Agenzia e capacità di lavorare in squadra

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24 Esclusivo per Sanità24

Giorgio Palù si è dimesso dalla presidenza dell’Agenzia italiana del farmaco. Alla base della decisione ci sarebbero divergenze con il ministro della Salute. “Trovo offensivo e umiliante nei confronti della mia persona e del mio profilo scientifico professionale - spiega in un messaggio rivolto ai membri del Cda e alcuni dirigenti - il contenuto del Decreto di nomina alla presidenza dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa”. In particolare Palù contesta la durata di un anno del mandato conferitogli appena due settimane fa. Una scelta ritenuta “quantomeno equivoca sul piano giuridico”.

“Ne sia prova - scrive - il fatto che il mio primo incarico a presidente (ero già in pensione) è avvenuto con mandato quinquennale da parte del precedente ministro della Salute. L’interpretazione restrittiva della norma da parte del ministro attuale viene adottata esclusivamente nei miei confronti - fa notare - in netto contrasto con i decreti di nomina appena assunti dallo stesso ministro per pensionati ultrasettantenni chiamati a dirigere l’Iss (Istituto superiore di sanità) o a partecipare come consulenti nella Cse, Commissione unica scientifico-economica, di Aifa”.

“La non retribuzione dell’incarico non mi preoccupa di certo - sottolinea ancora Palù -. Considerandomi al servizio della res publica, ho infatti già svolto per tre anni le funzioni di presidente di Aifa senza ricevere alcun compenso né gettone di presenza, rifiutando anche di essere titolare di carta di credito dell’ente. Mi sorprende invece - chiarisce - la disparità di trattamento rispetto ad altri presidenti di ente pubblico in pensione, beneficiari, contestualmente alla nomina, della legge numero 14 del 24 gennaio 1978. Legge che nel mio caso, ancora una volta, non trova applicazione”.

Palù, infine, si diceorgoglioso di aver portato a termine la riforma dell’Agenzia italiana del farmaco e sente il dovere di segnalare alcuni obiettivi essenziali per rilanciare l’agenzia: “Una forte e qualificata rappresentanza di Aifa in seno alle commissioni europee - sottolinea Palù - l’informatizzazione dei dati farmaco-economici, gli studi clinici e la Rwe, Real World Evidence, per stimare il valore delle cure, la comunicazione scientifica, il coinvolgimento di esperti di altissimo profilo a sostegno della Cse, la Commissione unica scientifica ed economica, la promozione della ricerca biomedico-farmaceutica, sicuramente uno dei settori più qualificanti per lo sviluppo scientifico-tecnologico del Paese”.
La reazione di Schillaci e Gemmato. Si dichiara “stupito” il ministro della Salute Orazio Schillaci e a seguire il sottosegretario Marcello Gemmato. «Apprendo con stupore le motivazioni che hanno portato il professor Palù alle dimissioni da presidente dell’Aifa - afferma il ministro in una nota in tarda serata dopo le dimissioni del mattino -. Credo si sia volutamente confuso il mio silenzio con la chiara non accoglienza di richieste non in linea col progetto di profonda riforma dell’Agenzia. Tuttavia, accolgo di buon grado il suggerimento di nominare un successore con un mandato temporale e professionale più ampio, in grado di aggiungere a una forte e qualificata rappresentanza di Aifa in seno alle commissioni europee, all’informatizzazione dei dati farmaco-economici, agli studi clinici e alla Real World Evidence per stimare il valore delle cure, alla comunicazione scientifica, al coinvolgimento di esperti di altissimo profilo a sostegno della Cse, alla promozione della ricerca biomedico-farmaceutica, anche la capacità di lavorare in squadra per il bene del Paese». Sulla stessa linea Gemmato: «Mi sorprendono molto le dimissioni del prof. Palù da Presidente dell’Aifa, ma in particolare le motivazioni da lui addotte. Nutro sincera stima nella sua persona e nella sua competenza scientifica e accademica, ma evidentemente registro un mancato allineamento di vedute sul progetto di profonda revisione dell’Agenzia e sulla necessaria capacità di lavorare in squadra. Faremo tesoro del suo invito a nominare un successore con un mandato temporale e professionale più ampio che possa avviare con tempestività il ridisegno dell’Aifa e a rilanciarla come merita».



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