Bissoni (Agenas); «Ssn a rischio default»

«La mia preoccupazione è che non so se il Ssn ha nel suo complesso la possibilità di recuperare in così breve tempo le cifre annunciate dalle ultime manovre. Ciò detto evidentemente l'inappropriatezza dei ricoveri o le modalità di acquisto sono tutti elementi del sistema su cui si può intervenire. Ma non rischiamo di fare un ragionamento sui tetti di spesa o di finanziamento che non hanno nulla a che vedere col funzionamento reale della Sanità».


Il dubbio è di Giovanni Bissoni, presidente dell'Agenas, che in un'intervista a Il Sole-24 Ore Sanità passa in rassegna tutti gli scenari legati alla situazione della sanità pubblica dalle possibili manovre ai ticket, dai fondi integrativi al Patto per la salute, dai costi standard ai piani di reintro. Con un altolà sulla possibilità che a fare le spese della ricerca di nuovi risparmi sia il fondo sanitario nazionale.
«Se si agisce sul Fsn è evidente che si finisce per ridurre a tutte le Regioni in quota pro capite il finanziamento. Ma nelle Regioni come la Toscana che hanno già fatto la spending review, dove stanno i margini? E nelle Regioni con i piani di rientro ome si può pensare di utilizzare la spending review per ridurre il finanziamento, invece che abbassare le aliquote fiscali che sono state incrementate, ridurre i ticket che sono stati aumentati, fare gli investimenti già effettuati da altre Regioni per migliorare il servizio? Il rischio vero è che noi di qui a un po' ci troveremo con il servizio sanitario in default».


Secondo Bissoni «il punto di caduta dipende da cosa succederà dopo il 2013. Oggi il fatto che il finanziamento sia definito a livello nazionale e poi di mezzo ci siano le Regioni, consente alla politica di non fare scelte forti e immediate. Tutto questo potrà sopravvivere fino al 2013, ma non oltre. A quel punto la politica dovrà fare le proprie scelte. Siamo un grande Paese e un grande Paese si permette tutto: se non riusciamo più a essere un grande Paese, bisognerà decidere quali sono le cose che si tengono e quelle che si lasciano. Io sono convinto che il Ssn è una delle cose che occorre necessariamente salvaguardare».


LEGGI L'INTERVISTA COMPLETA SU IL SOLE-24 ORE SANITA' N. 25/2012 (per gli abbonati)