La mappa Ue della competitività: così l'Italia finisce in periferia

La "banana blu" che univa le Regioni più competitive d'Europa ha cambiato forma e non passa più per l'Italia. Il nostro Paese è infatti ormai fuori dai binari della competitività, solo 18ma nella classifica Ue dietro Cipro e Portogallo, con le regioni del Nord che non riescono più a stare al passo della concorrenza dei paesi dell'Europa centro-settentrionale. E' la triste fotografia scattata dall'atlante elaborato dalla Commissione Europea - "Eu Regional Competitiveness Index RCI 2013" - che vede la prima regione italiana, la Lombardia che fino a tre anni fa tra le prime cento regioni europee, appena al 128mo posto. Non solo, l'Italia vanta (ma questa volta assieme alla Germania) l'anomalia di una capitale che non è cuore dell'economia più dinamica e concorrenziale: nella classifica il Lazio è solo 143mo su 262 regioni esaminate.

Al primo posto si piazza Utrecht, in Olanda, seguita dall'area di Londra, mentre terza è un'altra regione britannica, il Berkshire - Buckinghamshire - Oxfordshire. Ultima Severozapaden, in Bulgaria mentre il peggior risultato fra le italiane arriva dalla Sicilia, 235ma, appena dopo Calabria e Puglia. Nella precedente valutazione, risalente al 2010, l'Italia era al 16mo posto.

Insomma l'Italia resta tagliata fuori dalla mappa delle Regioni più competitive d'Europa. Questi i dieci territori Ue, su un totale di 262, che figurano alla guida dell'Indice di competitività regionale 2013 pubblicato dalla Commissione Ue: 1) NL: Utrecht 2) UK: Area di Londra (Bedfordshire, Hertfordshire, Essex, Inner e Outer London) 3) UK: Berkshire, Buckinghamshire e Oxfordshire 4) SE: Regione di Stoccolma 5) UK: Surrey, East and West Sussex 6) NL: Regione di Amsterdam (Flevoland, Noord-Holland) 7) DE: Regione di Francoforte (Darmstadt) 8) FR: Regione di Parigi (Ile de France) 9) DK: Regione di Copenhagen (Hovedstaden) 10) NL: Zuid-Holland.

Per trovare la prima regione italiana, la Lombardia, occorre invece scorrere l'indice fino alla posizione 128, seguita dalle altre, fino alla Sicilia, fanalino di coda nazionale 235ma su una graduatoria di 262: 128) Lombardia 141) Emilia Romagna 143) Lazio 145) Provincia autonoma di Trento 146) Liguria 152) Piemonte 157) Friuli Venezia Giulia 158) Veneto 160) Toscana 167) Umbria 173) Provincia autonoma di Bolzano 177) Marche 178) Valle d'Aosta 187) Abruzzo 201) Molise 217) Campania 222) Sardegna 227) Basilicata 232) Puglia 233) Calabria 235) Sicilia.

Per Roberto Maroni, governatore della Lombardia, che si è vista scalzata dalla Ue "bene", l'arretramento è dovuto "alla politica dissennata messa in
atto nell'ultimo anno dal governo dei tecnici di Mario Monti". Luca Zaia, presidente veneto, attribuisce invece il fallimento italiano a un eccesso di burocrazia. "Se non è la cronaca di una morte annunciata - dichiara Zaia - poco ci manca. Qualcuno mi spieghi come potremmo e potremo essere competitivi con una tassazione complessiva sulle imprese al 68,6%, con centinaia, per non dire migliaia, di adempimenti burocratici che gravano quotidianamente sui nostri artigiani, commercianti e imprenditori, adempimenti che rubano ogni anno decine di giorni di lavoro alla produzione, rappresentano costi vivi per i bilanci ma soprattutto si smentiscono l'un l'atro in una guerra folle tra burocrazie che utilizzano le leggi per giustificare la propria esistenza".
Difende le perfomance della propria Regione il presidente della Toscana, Enrico Rossi: ''Se si analizzano i dati Regione per Regione, vediamo che
la Toscana tiene meglio di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna; regioni queste che da sempre, per la loro dimensione, per il loro pil e per la loro struttura economica e sociale sono considerate per la Toscana punti di riferimento e di confronto''. ''Infatti nella graduatoria generale della Ue - prosegue il presidente - la Toscana passa dalla 158esima posizione del 2010 alla 160esima del 2013, mentre la Lombardia dalla 98esima alla 128esima, il Veneto dalla 149esima alla 158esima, l'Emilia Romagna dalla 124esima alla 141esima. Insomma noi perdiamo due punti, ma la Lombardia ne perde 30, il Veneto 9 e l'Emilia 17".